Questa è la storia di un pescatore di 49 anni che inconsapevolmente è diventato un personaggio social da migliaia di like: “Mi chiamo Vito Gancitano, sono sposato, ho un figlio e lavoro cu pisci” a Mazara del Vallo. Per tutti ormai “u’ signò fans“. Non ha studiato recitazione, non ha titoli di studio ma ha una grande arma di attrazione: una simpatia disarmante, unita ad una mimica e ad una spontaneità nell’esprimersi col suo intercalare dialettale che lo rendono unico ed originale: “Esco con la mia barchetta, pesco e poi vendo quello che ho pescato”, ci racconta Vito.
LA NASCITA DI UN VIP
Ma com’è nata l’avventura sui social di un semplice, seppur brillante, pescatore di provincia, non proprio avvezzo ai nuovi mezzi di comunicazione di massa? “Una mattina ero qui che vendevo il pesce. Si avvicina un ragazzo che si chiama Rosario Di Giorgi, che faceva il ragioniere ad un altro commerciante che vendeva pure lui pesce: “Quando mi ha visto mi fa: lo sai che con le musioni che fai faresti impazzire facebook? E ha fatto un video. Abbiamo cominciato con tre proverbi e, inaspettatamente, l’indomani c’erano già trentamila visualizzazioni. Io tanto simpatico non mi sento – dice Fans – però per la gente lo sono. Dopo qualche giorno abbiamo provato a fare una ricetta e il video è andato ancora meglio”. Il soprannome glielo avevano dato, prima ancora che diventasse un personaggio, al mercato del pesce: “Non riuscivo a dire la parola fans, non la sapevo pronunciare. Da allora, come dire, la cosa si è convertita verso di me e hanno cominciato a chiamarmi Fans“.
IL SIGNOR FANS E LA CUCINA
I proverbi sono durati poco, perché il 49enne mazarese da buon siciliano ama la buona cucina; e i suoi video, giorno dopo giorno, inevitabilmente, sono passati dalle parole ai piatti. Ci mette anima e corpo Vito quando racconta le sue ricette, che ha imparato guardando i cuochi che cucinavano quando portava il pesce nei ristoranti: “Mentre aspettavo che mi pagassero li guardavo, soprattutto quando facevano tatatatata tatatatata sulla balata per tagliare il pitrusino o il basilico. Poi arrivavo a casa e provavo a farlo io. Quello che cucino meglio è la pasta con le zucchine, gamberetti, aglio e prezzemolo. Faccio soffriggere la zucchina e i gamberetti negli ultimi due minuti nella padalla. Poi Aglio ngranciatu (ingrassato con l’olio) e pitrusinu tagliato: tatatatata tatatatata – spiega Fans – e a ziffiare sulla pasta. Lo scrusciu del coltello che faccio – ci tiene a precisare – è una mia invenzione: imito il rumore che fanno gli chef col coltello quando tagliano le cose”. E’ un fiume in piena Vito Gancitano, vorrebbe raccontare tutte le sue ricette in una sola intervista. Il lavoro lo chiama, ma questa ricetta la deve proprio raccontare, perché per lui è la più rappresentativa della Sicilia: “Sono gli spaghetti grossi al dente con la salsa di pomodoro, melanzane fritte e parmigiano sopra a ziffiare – dice Fans -. Questo è per me il migliore piatto della Sicilia, insostituibile nelle nostre tavole”.
A ZIFFIARE
È un termine che usa spesso il pescatore di mazara e che ha fatto moda: sono migliaia i fans di Fans che ogni giorno mandano le proprie ricette sulla sua pagina, con l’immancabile azziffiata finale, ovvero spolverata di prezzemolo o basilico. Qualcuno ha anche proposto di fare una petizione per inserire il termine sui vocabolari italiani, così come avvenne poco tempo fa per petaloso. Tra i piatti immancabili delle ricette di Fans, c’è l’arancina. Non ce ne vogliano i lettori catanesi, ma è proprio Vito a precisare che per lui “è femmina”: a Mazara io la chiamo arancina, ma c’è pure chi la chiama arancino, al maschile. Ogni paese ha la sua usanza. Qui per esempio l’arancina la fanno col prosciutto dentro ma in altri posti solo col burro, senza nient’altro ri dintra. Io la faccio con le zucchine e i gamberetti. Il procedimento è lungo e dovremmo stare altri venti minuti al telefono. Si fa lu risu, si fa raffreddare sulla cosa di marmaru e poi si fa lu culu vacanti e si mettono dentro le zucchine e i gambaretti“.
FAMA OLTREOCEANO
La comicità e la spontaneità del signor Fans sono arrivate in tutti gli angoli del mondo ed è molto apprezzata dai siciliani all’estero. Sono tante le comunità sparse per il globo che lo cercano e qualcuno lo vorrebbe anche invitare oltreoceano, come alcuni picciotti carinesi che vivono a Brooklyn, disposti a pagargli il biglietto per l’America pur di conoscerlo di presenza. Ma il suo manager, Rosario, ha dovuto dire di no, l’America, al momento, è troppo lontana. Hanno dovuto parlare con l’agente del Signor Fans, anche i produttori di Sicilia Cabaret, che lo hanno voluto per 8 puntate del loro programma. I primi soldi che Vito ha guadagnato da comico tv. E poi tanti autori e talent scout in cerca di personaggi: “Sono venute tante persone – racconta; – volevano la password di Facebook, ma io ho detto no. Chi viene viene deve passare da ‘sto picciottello. Con lui deve andare avanti o deve finire”. Nonostante il successo lui non si scompone: “Non posso perdere la mia genuinità. Io sono lo stesso nella vita e nei video. Se mi chiamano altre tv farò sempre cose senza copione, quello che mi viene da dire dico. Anche mia moglie quando mi guarda comincia a ridere e non la finisce più. E’ contenta di questa cosa che faccio perché faccio ridere la gente, che grazie a me si scorda i pensieri. La stessa cosa parenti e amici. La gente mi ferma per le strade – dice compiaciuto -. Al Carnevale di Mazara, che si chiama addabbanna lu ponte” ho fatto più di 2000 foto con i fans che mi fermavano. Ero vestito da chef con la padalla. Ho firmato anche autografi. Mi piace restare per come sono, umile, con i piedi per terra”.
L’INVIDIA
Il successo sui social del signor Fans però, inevitabilmente, non suscita solo divertimento e sorrisi. E Vito, che adesso è quasi un vip, lo sta cominciando a notare: “L’invidia è una cosa troppo tinta. Lo sa perché? Se lei apre un bar in un posto e va bene, dopo 10 giorni ne apre un altro a dieci metri. Perché quello sta campando. Io penso che anche a me qualcuno mi sta invidiando. Prima no, ora qualcosa c’è. Certi amici, per esempio, prima mettevano mi piace oggi non me lo mettono più”.