La storia del Palermo ha sempre fatto giurisprudenza nel mondo del calcio. E a farne le spese è stata sempre una città che mai ha saputo esprimere, dopo l’epoca d’oro di Raimondo Lanza di Trabia, una classe imprenditoriale tale da mettere la squadra al riparo da fallimenti e mortificazioni di ogni genere. La retrocessione in serie C sancita dall’aberrante interpretazione della sentenza di un organo giudicante che la mattina a colazione si ciba di conflitti d’interesse, è l’ultimo capitolo di una vicenda che dalla metà del secolo scorso ci accompagna quasi come una maledizione.
Abbiamo pagato per il calcio scommesse – perché in quanto a ribalderie sembra che Palermo attiri i cialtroni come nessuna altra città al mondo – ci hanno radiati per deficit finanziario quando mezzo calcio professionistico era sull’orlo del fallimento, subiamo da anni le prepotenze di Zamparini con l’augusta complicità di chi avrebbe la competenza per controllare. E oggi anche l’onta di una retrocessione che più che un ergastolo sembra essere un fine pena mai per le modalità attraverso cui è pervenuta.
RADIATI SENZA PIETA’
Come nell’86, quando spazzarono via il calcio da Palermo a colpi di carta bollata, la città ha fatto sentire la sua voce, in piazza e flebilmente anche per via istituzionale. Ha ragione Leoluca Orlando quando sostiene che chi ha acquisito una laurea non può perderla se il rettore subisce una condanna. Un parallelismo efficace che fa capire quanto inadeguata sia la giustizia sportiva, sia negli aspetti di prevenzione che di giudizio.
CLASS ACTION
Sulla vicenda della class action meglio sorvolare, sono troppi i risvolti poco gradevoli che contornano tale iniziativa; fatta salva la buona fede di alcuni ma non di tutti. Oggi, dopo la campagna anti Sky e Dazn e le correlate lettera di disdetta dei contratti delle pay tv da parte dei tifosi rosanero, arriva anche una lettera aperta di diversi giornalisti che appare come una testimonianza di appartenenza civica alla comunità palermitana e che, via internet, si appresta a diventare il contenuto virale della giornata. E anche noi nel nostro piccolo vogliamo contribuire alla ricerca di quella giustizia giusta che dovrebbe essere il perno di ogni comunità democratica ed invece è la grande assente in un sistema che finirà per pagare ad alto prezzo la sua autoreferenzialità.
LA LETTERA
Una lettera aperta alla città, alle istituzioni e alla tifoseria, una lettera per dare un segnale forte di presenza e di unità, non invocando sconti di pena per grazia ricevuta o favoritismi di sorta, semplicemente chiedendo una giustizia che sia tale, libera di fare il suo corso fino in fondo e senza accelerazioni coatte, nel rispetto delle regole, dei valori dello sport e dei tifosi. Una retrocessione d’ufficio in Serie C non è mai facile da accettare, specialmente quando questa non viene dal responso del campo, ma del “palazzo”. In un campionato nel quale era stato regolarmente ammesso, il Palermo ha conquistato un piazzamento d’alta classifica: privare il diritto acquisito di disputare i play-off per via di una sentenza resa immediatamente esecutiva, con enormi dubbi sul principio regolamentare, in evidente conflitto d’interessi e senza concedere una prova d’appello, è intollerabile e ingiusto. È necessario prendere posizione per buon senso, da cittadini e sportivi prima che da giornalisti, perché ciò che sta accadendo oggi con Palermo – e non solo con il Palermo – potrà capitare in altre circostanze, a qualunque altro sodalizio. Con senso del dovere e particolare attenzione racconteremo con le nostre penne, la nostra voce e le nostre tastiere questa vicenda, e lo faremo perché riteniamo importante che venga fatta al più presto #giustiziaperilpalermo.
Invitiamo inoltre tutti coloro che leggeranno questo testo a postare lo stesso hashtag sui propri social, per sensibilizzare su questo tema non solo i tifosi di Palermo, ma anche quelli di altre città d’Italia.
I FIRMATARI
Gli operatori dell’informazione: Dario Aiello, Simone Alibani, Francesco Anastasi, Alessia Anselmo, William Anselmo, Antonio Asaro, Giovanni Attinelli, Luca Bucceri, Danilo Buonpensiero, Benvenuto Caminiti, Francesco Cammuca, Carlo Cangemi, Dario Cangemi, Paolo Costa, Giuseppe D’Agostino, Luca Di Noto, Manfredi Esposito, Benny Forestiere, Pino Grasso, Alberto Giambruno, Mario Giglio, Marco Gullà, Gabriele Licari, Manuel Mannino, Roberta Mannino, Salvatore Matranga, Federico Mendola, Lorenzo Muzio, Giulia Nasca, Manuele Nasca, Salvo Orlando, Cettina Pellitteri, Massimiliano Radicini, Alessandro Rubino, Michele Sardo, Emilio Scibona, Marco Sirchia, Fabio Tedesco, Ninni Terminelli, Katia Virzì
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