Una ribellione di lotta e di governo. Musumeci e Fava contro Salvini e Maria Falcone, alla vigilia della commemorazione della strage di Capaci più rovente di sempre. Il termometro della polemica è salito più in alto persino rispetto alla sfida che Alfredo Morvillo lanciò alla cognata di sua sorella, tirandosi fuori dalla Fondazione Falcone. Roba di qualche anno fa ma che è tutt’altro che dimenticata. Stavolta ciò che si prospetta è il più classico degli spot elettorali proprio alla vigilia di una tornata che rappresenta un test essenziale sulla tenuta del Governo Lega-Cinquestelle e della partita a due tra Salvini e Di Maio. E tutto questo nel giorno dedicato al ricordo di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e degli agenti caduti a Capaci.

CHI DICE AI MINISTRI DI STARE ZITTI?

Domanda: ma se per caso una celebrazione significativa come quella del 23 maggio cade a pochi giorni da un turno elettorale, chi dovrebbe chiedere ai politici di ogni veste e colore si soprassedere, almeno per una volta, dalla tentazione di salire sulle passerelle dell’Aula Bunker e di via Notarbartolo? Sostiene Fulvio Viviano, il giornalista siciliano corrispondente di Sky, in un suo più che opportuno post su Facebook: “Penso che a tre giorni dal voto, chi si occupa dell’organizzazione delle celebrazioni del 23 maggio, avrebbe dovuto chiedere ai politici di ogni ordine e grado rimanere a casa e di venire a commemorare i caduti il 27 maggio. Post voto. Così per dire”. A chi tocca, quindi, zittire ministri e affini?

IL RICORDO DI FALCONE COME IL FESTINO

Viviano non lo dice, Claudio Fava invece lo urla. ” “Hanno trasformato il ricordo di Falcone nel festino di Santa Rosalia. Al posto dei vescovi che spargono incenso ci saranno i ministri romani, gli unici che avranno titolo in diretta tv per parlare e per spiegarci come si combatte la mafia….. Il mio problema non è che invitino Salvini, ma che chiedano a lui di dire e a noi di ascoltare. Fossi io la sorella di Giovanni Falcone avrei chiesto a Salvini di venire e di tacere, di ascoltare e prendere appunti. Di avere l’umiltà per un giorno, per un solo giorno, che ci sono cose più grandi delle campagne elettorali e delle dirette televisive”.

MUSUMECI: “MI DISPIACE PER MARIA FALCONE, MA…”

Il Musumeci style determina una reazione formalmente più contenuta, ma nei fatti spietata tanto quanto. ” “Domani, dolorosamente non sarò all’aula bunker per la prima volta. Non andrò e mi dispiace per la signora Falcone. Le polemiche sono tante, c’è troppo veleno e tutto questo non suona a rispetto della memoria del giudice Falcone e dei poveri agenti della scorta. Andrò alla caserma Lungaro per la deposizione della corona d’alloro da parte del capo della Polizia“. Segnale forte e chiaro: vado dove c’è l’istituzione.

IL SILENZIO CHE VORREMMO

Può sembrare un paradosso, ma questa giornata più che appartenere allo Stato, alla Sicilia o alla città di Palermo porta il marchio della famiglia Falcone che attraverso la Fondazione detta temi e tempi della commemorazione. Ha avuto da sempre l’onore e l’onere di tenere alta la bandiera della legalità, della memoria, di tramandare alle generazioni successive a quel maledetto 1992 il senso di ciò che rappresentò la figura di Giovanni Falcone. In nome e per conto dello Stato e della Sicilia. Non se ne dimentichi domani e se possibile accompagni per mano i suoi ospiti illustri verso la direzione più opportuna. Che non è quella dell’ipocrita e parolaia esposizione mediatica. Trasformi il silenzio delle 17,58 in un silenzio totale che sarebbe accompagnato dall’applauso di tutti noi.

di ANGELO SCUDERI