Tra poco ci divertiremo tramite input cerebrali o diventeremo dei robot. Ho sempre giocato ai videogiochi. Ma adesso, a trent’anni suonati, diventa ogni giorno più difficile. Purtroppo spesso non ho il tempo e i videogiochi stessi sono più complicati e mastodontici. Però, fin dal giorno della sua rivelazione, Google Stadia ha suscitato il mio interesse e tanti dubbi. Stadia è la nuova piattaforma del colosso di Mountain View che permette di giocare in streaming potenzialmente a qualsiasi videogame da computer, tablet, smartphone e tv. Nessuna console. Bello, ma poco poetico. Ci penso mentre ripongo la mia ormai vecchia Playstation in soffitta e mi assale la nostalgia di quando da piccolo aspettavo il Natale per ricevere in regalo quelle macchine creatrici di sogni che mi portavano in mondi mai visti prima. Ora c’è una cosa chiamata data center, che immagino come un enorme computer dislocato chissà dove, che gestisce a distanza tutto. Che inserisce la cartuccia al mio posto e preme ON. Basta soltanto avere una connessione internet. Altro che dischetti che si graffiano e librerie stracolme di custodie di plastica.
EVOLUZIONE
Prima le console sono diventate portatili e nelle spiagge, d’estate, i bambini che giocavano al gameboy colonizzavano ogni singola zona d’ombra. Adesso, non ci sarà neanche più bisogno di possederle materialmente. L’evoluzione non riguarda solo l’estetica delle periferiche, ma corrisponde a un quantitativo di dati da immagazzinare sempre maggiore al quale non riesco più a star dietro. E pensare che il primo prototipo di hard disk era costituito da cinquanta dischi del diametro di sessanta centimetri e poteva immagazzinare circa cinque megabyte. Un quantitativo minimo, l’equivalente di una foto scattata con un cellulare.
TUTTI I GIOCHI CHE VUOI
Google Stadia potrà contare su un parco titoli gigantesco. Ci sarà di tutto. E io che da piccolo andavo da Studer a cercare disperatamente il videogioco dei sogni con papà, sono quasi dispiaciuto. Era una vera e propria caccia al tesoro. Entrato in negozio e trovata la gemma del desiderio, l’avrei poi mostrata fiero agli amici durante uno dei tanti pomeriggi passati insieme. Altro che internet. E che dire di quando negli anni ’90, insieme ai miei genitori, dovevamo chiamare con il telefono fisso un lontano amico che masticava l’argomento per capire come finire il gioco Topolino? Niente, meglio non dire niente.
LA STORIA SI RIPETE
Anche Sony e Microsoft, storicamente rivali, corrono ai ripari e si alleano. La loro paura, che non è la mia, riguarda i quattrini. Nasceranno quindi altre piattaforme identiche a Google Stadia che alla fine sostituiranno completamente le obsolete console. E credetemi non sono paranoico. E’ già successo con Netflix che ha cambiato radicalmente il modo di vedere centinaia di film e serie tv. Comodo, senza dubbio, rispetto al vecchio videoregistratore che si impolverava e ai lettori dvd che, a volte, andavano a scatti. Ma dov’è la poesia?
playlist: The Chemical Brothers – Wide Open ft. Beck
di ALESSANDRO GERACI
Be the first to write a comment.