Nel giorno di Matteo Salvini che sbanca anche in Sicilia, si assiste ad una sorta di regolamento di conti all’interno di ogni partito. Proprio in casa del Ministro degli Interni si consuma una specie di psicodramma: uno dei leghisti della prima ora, Angelo Attaguile, arriva penultimo e viene bocciato anche Igor Gelarda il cui attivismo, specie in provincia di Palermo, ha determinato l’espansione del partito. Uno scenario che nasce da un regolamento di conti basato sul “vediamo chi è più salviniano”, sono scattate una serie di  vendette trasversali. Ma intanto è nato così il nuovo dominio le.ghista, proprio nella parte più bassa d’Italia.

VENDETTE IN CASA LEGA

Se Attaguile già rappresenta il vecchio nell’universo leghista, Gelarda, poliziotto ex cinquestelle, è uno di quelli che ha contribuito al rinnovamento del partito in Sicilia, forte del suo legame con il commissario Candiani, inviato da Salvini  a moderare le varie anime territoriali.  Gelarda è stato beffato da una coppia di regine: Annalisa Tardino e Francesca Donato. Partite a fari spenti,  le due leghiste hanno saputo ottimizzare al massimo le proprie risorse. Tardino facendo il pieno a Licata e sfruttando l’appoggio di Alessandro Pagano e Fabio Cantarella (entrambi mai sulla stessa lunghezza d’onda di Attaguile e Gelarda), la seconda il traino dei leghisti duri e puri che le riconoscono autorevolezza in funzione del suo primordiale convincimento anti europeo. E così, non sembri un paradosso, l’euroscettica va in Europa e batte il candidato che alla vigilia in molti indicavano come un sicuro inquilino di Bruxelles. Ma c’è da giurare che la vicenda non si concluderà così, perché adesso più che mai c’è in ballo la guida del partito in Sicilia che non potrà essere commissariato in eterno.

Playlist: Tuca Tuca – Raffaella Carrà