C’è voluta una spiata all’Ordine dei Giornalisti per sapere ufficialmente che Diletta Leotta non è giornalista. E chi se ne fotte, diranno i tanti estimatori della conduttrice televisiva catanese che, bruciando le tappe, nel giro di poche stagioni è diventata una delle star dell’intrattenimento calcistico nostrano. Del resto, ciò che ha fatto la nostra Diletta sin dai suoi esordi è stato quello di essere un’educata padrona di casa, che detta i tempi della discussione e si guarda bene dal commento che potrebbe irritare. Perfetta per il calcio televisivo di questi tempi, in cui poco conta la competenza e ancora meno il titolo professionale.
DILETTA, ALBA E ILARIA
Per questo le Tv ingaggiano gli opinionisti, per consentire al conduttore di fare come il croupier, smazzare le carte e giocare di regola. Senza guizzi e senza lazzi. La vulcanica (nel senso che è nata all’ombra dell’Etna) conduttrice si è adeguata subito come se fosse stata svezzata in uno studio televisivo, mostrando garbo e qualche scollatura, che secondo i registi tv non guasta mai. Ricordiamoci di Alba Parietti e, perché no, anche di Ilaria D’Amico (che invece giornalista lo è) non immuni da eguale vezzo. Lungi dal moralismo e dallo scandalismo sessista, ma dai canali satellitari alle tv regionali tette e cosce sembrano un inevitabile prerequisito, se sei donna e vuoi parlare di calcio. Una pessima usanza a cui tutti però si adeguano.
LA REGINETTA DI DAZN
Intanto Leotta cresce in bellezza e parimenti in riconoscibilità e da reginetta di serie B su Sky è diventata quest’anno donna copertina su Dazn. Dai complimenti di tutti gli stadi italici, ai bestemmioni di chi in streaming ha sofferto per deficit di collegamento è stato un attimo. Ma il parlane bene o male ma parlane funziona sempre. E così sono arrivate anche le proposte commerciali. Ed è saltato fuori, per la precisazione opportuna dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti, che Diletta Leotta giornalista non è mai stata e può quindi consentirsi di prestare nome, faccia (e tutto il resto) ai fini pubblicitari. Cosa non consentita ai professionisti dell’informazione.
QUANDO BERLUSCA PREFERI’ RAIMONDO
Motivo per cui oggi i network televisivi, naturalmente sensibili al mercato pubblicitario, sono sempre propensi ad utilizzare professionisti dell’intrattenimento al posto di giornalisti. Persino per la conduzione di format in cui è prevalente la natura giornalistica. Un’era fa, cominciò TeleMontecarlo con le notti magiche di Alba Parietti; e poi questo vizietto l’ha sdoganato definitivamente Berlusconi sui canali Mediaset, consegnando a Raimondo Vianello la conduzione del programma rivale de La Domenica Sportiva di Rai 1. In quel caso l’ironia prevalse alla coscia lunga. Perché per il cavaliere, che pure notoriamente ha sempre apprezzato l’universo femminile, il calcio doveva rimanere cosa di maschi.
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