Sembra uscito dalla penna di Giovannino Guareschi e invece, al contrario di Don Camillo, che era solo un personaggio immaginario, Don Fiorino esiste davvero.
don camilloA Marsala, paese in cui vive, qualcuno lo chiama il prete comunista. Un’etichetta che a lui non piace affatto, ad un prete che si batte per la giustizia e la legalità, e probabilmente anche per questo a qualcuno inviso. Non un appellativo simpatico, dunque, ma un modo per denigrarlo e per non lasciarsi coinvolgere nelle attività che promuove:

“Tipico degli individui chiusi nella loro indifferenza e presunta superiorità –tuona Don Fiorino.- Tra l’altro non sono mai stato comunista. Se avessi militato nella politica attiva mi sarei impegnato nei Cristiano Sociali. Ermanno Gorrieri è una delle figure più significative in Italia. Ma qualcuno mi ha pure definito prete carabiniere, per il mio impegno nel contrasto alla prepotenza mafiosa e per l’utilizzo sociale ed educativo dei beni confiscati. Se mi voleva offendere si è illuso. Accostarmi ai Carabinieri è per me motivo di vanto e di riconoscenza per questi difensori della legalità e della serena convivenza. Lottare concretamente contro l’ingiustizia, la miseria, la mafia e la corruzione è il minimo che può fare un uomo conquistato da Gesù Cristo”.

IL BENE COMUNE

In un territorio difficile, in cui operano clan mafiosi di spicco come quello dei Rallo, il coraggioso prete non nasconde il suo impegno e il suo interesse nei confronti della politica. Un vero e proprio amore: “Se non fossi prete –confessa– sarei stato attivamente impegnato fin da giovane. Chi vive la politica in maniera autentica, e non per convenienza o per arricchirsi, sa che significa contribuire al bene comune e si impegna a trovare soluzioni alle varie questioni socio-economiche”.

CHIESA E POLITICA

Ma l’interesse del sacerdote di Marsala, verso questioni strettamente politiche non da tutti è apprezzato. Agli onorevoli Peppone di turno e a chi pensa che un prete dovrebbe occuparsi solo di religione, Don Fiorino risponde così: “Ricordo che per la Chiesa la politica è una forma alta di carità. La fede in Dio porta ad essere solidali con chi ha bisogno, creativi nelle relazioni positive, decisi don fiorinonel denunciare ogni sfruttamento della dignità umana e ogni organizzazione criminale. Cosciente delle mie cadute, cerco di fermare, mettendoci la faccia, chi vuol strumentalizzare e deformare la fede cristiana. Non mi stancherò mai di esprimere, con tutti i mezzi disponibili, la mia indignazione verso chi spreca risorse economiche, chi tratta le persone come oggetti, chi distrugge e inquina l’ambiente, la nostra casa comune”.

SOLDI E POLTRONE

Una politica che necessita di correttivi, che per Don Fiorino è spesso impreparata: “Attualmente –spiega il sacerdote– diversi arrivano all’attività politica per sistemazione e non per vocazione, cioè senza aver fatto un percorso formativo e di impegno sociale serio e costruttivo nei territori. Attirati più dall’immediato ritorno economico e dalle poltrone da occupare, si ritengono già adeguati al loro ruolo sol perché sono stati votati. Ma una campagna elettorale favorevole non produce politici competenti, equilibrati e dediti ai valori e al popolo”.

FORMAZIONE POLITICA

Proprio per questo motivo, il prete carabiniere ha istituito, nel noto paese in provincia di Trapani, un corso per avviare i giovani e per ribadire la necessità dello studio e dell’ascolto di esperienze di umanizzazione e di servizio efficace agli altri. Studiare per essere preparati e competenti: “La formazione deve essere permanente –spiega-. Giovani e adulti, insieme, dobbiamo educarci alla responsabilità, al dialogo, al confronto rispettoso e franco, alla ricerca di ciò che unisce e non divide”.

LA RIFORMA DI DON FIORINO

Don Fiorino fa scuola e si fa promotore di una vera e propria riforma: “Chi vuole dedicarsi alla politica attiva deve aver già un lavoro stabile. Se no il rischio è di vedere mestieranti, politicanti che vogliono stare nelle diverse istituzioni vita natural durante o quasi. L’impegno politico –ribadisce– è molto di più di un lavoro e deve essere limitato nel tempo, massimo quindici anni. Inoltre, i partiti/movimenti devono ritornare ad essere luoghi di relazioni, di ascolto dei bisogni, di formazione, di apertura al mondo. La politica deve favorire il lavoro degno, contro lo sfruttamento/schiavitù dei nostri giorni, deve coinvolgere le persone, i cittadini, nelle decisioni amministrative e legislative. Bisogna utilizzare i fondi pubblici per le infrastrutture e per l’educazione/accompagnamento dei nostri giovani. Inoltre bisogna sostenere adeguatamente disabili, anziani, famiglie bisognose, persone con dipendenze patologiche e incrementare il contrasto all’evasione fiscale, alla corruzione e alle mafie”.

MIGRAZIONE

Il tema migrazione, molto caro a Don Fiorino, merita un paragrafo a parte: “A migrare sono sempre persone non numeri o cose –dice il prete di Marsala-. La persona che lascia il proprio Paese cerca di vivere degnamente e di migliorare le sue condizioni socio-economiche. Il migrante non è un criminale o un pericolo. La storia dell’umanità è storia di migrazioni, di incontri, di scambi, di arricchimento reciproco. A volte di scontri. Migrare non può essere considerato un reato. La politica deve trovare soluzioni sicure e rispettose dei diritti umani e in particolare del diritto alla mobilità. Chi emigra non deve più rischiare di annegare o di morire di sete in un deserto. Accoglienza e sicurezza non sono due valori in contrasto. Chiudersi per difendere il proprio benessere economico non è la soluzione. Ogni chiusura umana è sempre una complicazione e crea rabbia sociale e potenziali vendette.

EUROPA

L’Europa unita –conclude Don Fiorino– è un dono di Dio, per farci evitare di cadere nei nazionalismi e nelle stragi sanguinose del secolo scorso. Bisogna scegliere artigiani di pace e di giustizia sociale, non soggetti portatori sani di razzismo, di visione e di odio”.

Playlist: E la chiesa si rinnova – Giorgio Gaber