Deferito ai probiviri. Ugo Forello da avvocato a imputato. E la prospettiva non è delle migliori. Un certo isolamento è già nei fatti, ma la pena più estrema potrebbe essere l’espulsione. Quel cartellino rosso che i molti (troppi) duri e puri reclamano via social, con quella raffinatezza di comportamento che distingue chi scambia la politica per schiamazzo. “Il peggiore incubo, lo vivo così”. L’aggettivo è amarezza, con tutti i suoi derivati. Parole amare, sorriso amaro, prospettive amarissime, anche se non lo ammette.
IL DESTINO DELL’ANTI ORLANDO
Pensate al destino di Ugo Forello, l’uomo che avrebbe dovuto (e potuto) battere Leoluca Orlando alle ultime Comunali, l’avvocato che aveva sintetizzato tutte le varie sfumature dei Cinquestelle a Palermo e che aveva fatto sopravvivere entusiasmo e spirito battagliero allo scandalo delle firme falsificate e alla piccola diaspora dei seguaci di Riccardo Nuti. Era riuscito anche nell’impresa di fare accodare Igor Gelarda, la mano destra del Movimento. Non vinse ma convinse, Ugo Forello. E ironia della sorte, ora si trova spiazzato, alla mercé del fuoco amico, mentre Gelarda è sul carro dei vincitori a fianco di Matteo Salvini.
LA LEGA NON GLI CALA
Non vinse, Forello, ma contribuì ai numeri più che positivi alle successive Regionali e al trionfo delle Politiche. A distanza di poco più di un anno lo scenario è radicalmente cambiato. Il M5s continua a mostrare i muscoli in Sicilia: primo partito anche alle Europee. Ma questa dimostrazione di forza l’ha resa operativa anche contro quel sindaco mancato, faccia pulita della società civile e anima critica di quella che molti definiscono “alleanza innaturale”. L’accoppiata con la Lega a Forello non è andata proprio giù.
“COME ME LA PENSANO IN TANTI”
“Non credo di essere il solo – spiega – e del resto era davvero inimmaginabile una simile alleanza. Si parlava persino di andare con il Pd, ma mai con la Lega. Vorrei far notare che non sono io a essere cambiato cambiato, è mutato il contesto e di conseguenza anche i comportamenti all’interno del Movimento”. Potrebbe passare alla storia per essere il primo epurato dal Movimento per difformità d’opinione. “Non credo che si arriverà a tanto, però non potrei escluderlo e francamente non ne capisco il motivo. Io dico che le cose che all’interno del Movimento tutti pensavano e dicevano fino a poco tempo fa”.
LA RACCOMANDATA CHE DELUDE
Da Roma è arrivata la comunicazione dei probiviri, una raccomandata che mai avrebbe voluto ricevere, lui che con AddioPizzo e per mestiere è abituato alle miserie umane, ai bolli e al tribunale. Chi lo giudicherà è un gruppo di colleghi. “C’è anche una militante di Catania. Spero solo che non si arrivi all’espulsione, perché io voglio restare all’interno del Movimento e continuare a rappresentare quella parte consistente di attivisti che credono ancora nelle idee che ci hanno fatto diventare il primo partito in Italia“. Perché si è arrivati a tanto? Se l’è fatta un’idea? “Forse non eravamo pronti per andare al governo, forse non c’erano le condizioni. Certamente non doveva finire così”.
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