“Guardare il mondiale di calcio femminile è come guardare un film porno interpretato da scoiattoli”. Con questo post Marco Pomar, scrittore con spiccata vena satirica, praticante di quella leggerezza che al giusto dosaggio dovrebbe essere ingrediente essenziale di ogni esistenza, s’è tirato addosso un camion di melma. Senza volerlo, sia chiaro. Anche se un uomo della sua intelligenza avrebbe dovuto prevedere la scomposta reazione del pubblico femminile più retrogrado, che sui social non è mai stato frangia isolata.

L’ISTINTO DELLA BATTUTA E LE ULTRAS

Marco ha ignorato la realtà, spinto dall’istinto della battuta, dimenticando che da queste parti l’intelligenza è un optional di super lusso e che non tutti hanno l’apertura mentale di accettare quel tantino di becero che la buona satira deve gioco forza contenere. E’ caduto nella rete dell’intolleranza, anzi nell’intolleranza della rete, preda degli ultras del femminismo un tanto al chilo. Ultras, parola che, parlando sotto traccia di calcio, è quanto mai appropriata.

VIOLENZA E CENSURA

Gli ultras iscritti all’antico club di dell’ottusità – che non fa distinzione  di genere – gli hanno scaraventato addosso insulti di ogni genere, in pubblico quanto in privato. Almeno da quanto è lecito sapere, perché con grande discrezione Pomar ha ritirato il post, una sorta di pacifica resa di fronte all’imbecillità. Marco se n’è andato con tutta la sua ironia. La battuta può piacere o meno, fare ridere o piangere, ma è fuori discussione che l’unica pratica da censurare sia l’aggressione, anche se solo verbale.

LA VOCE DI LERCIO

E oltre alla censura è arrivata anche l’autocensura, cosa che rende la pratica odiosa due volte. Pomar ha sbagliato, chi fa satira deve sempre avere le spalle talmente larghe da sopportare critiche e anche insulti. Non sempre si può piacere, non sempre la platea riserva applausi. Ma il suo è errore da galantuomo. A supporto di Pomar, la voce più che autorevole di Franco Cascio, uno che la satira la mastica nel ristorante gourmet per eccellenza da quando esiste il web. Stiamo parlando di Lercio, il sito che vive di politicamente scorretto.

“ARRETRATE E PROVINCIALOTTE”

Ma stavolta Cascio è correttissimo. Mandare a quel paese l’oltranzismo da quattro soldi (che ripetiamo per togliere alibi, è maschile quanto femminile a seconda delle circostanze) è cosa buona e giusta. “Pensate di essere moderne e aperte e invece siete arretrate e provincialotte. E anche un pò stupide. E avete rotto il cazzo”. Questione chiusa? Ma quando mai.

UNA DEPUTATA CONTRO CASCIO

A Franco Cascio risponde nientepopodimenochè Paola Concia, già deputata del Pd, attivista di Emily (l’associazione che sostiene l’impegno delle donne in politica, in prima fila nella difesa sacrosanta dei diritti civili di lesbiche, gay, bisessuali e transgender. “Esiste un tempo per tutto e la satira dovrebbe saperlo. E ora faccio anche io satira: che vada a cagare il tuo amico“. Comincia il botta e risposta. Cascio:” La satira, quella vera è atto d’amore, ridere è un atto d’amore” e giù con la citazione delle sacre scritture (Isacco). Concia: “Ma si può dire che non fa ridere, si può?”.

RIDERE E NON RIDERE

Certo che si può. E si può dire anche il contrario. A me faceva ridere. E continua a farmi ridere chi sostiene la parità di trattamento, economico e mediatico, in quegli sport dove è evidente la differenza tecnica e spettacolare tra la versione maschile e quella femminile. Primo fra tutti proprio il calcio. E rido, anche se so che chi lo sostiene non vuole per nulla fare una battuta.

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