Il mio bisnonno si lamentava del fatto che Disperato erotico stomp era una vastasata, era un uomo tutto d’un pezzo come mio nonno che dopo aver visto Signs al cinema disse: “due ore di film per un paio di mezzi turchi”; o come mio padre che a quelli che fanno arte con i pezzi della lattuga, li manderebbe a zappare chilometri quadri di terreni incolti. Attenzione, credetemi, uomini di un’intelligenza straordinaria, ma figli del loro tempo e in ogni tempo, un conflitto generazionale.
IL METODO DEL BISNONNO [E DEL NONNO (E DEL PADRE)]
Con mio bisnonno c’erano le bacchette per picchiare le mani e il sedere degli alunni, con mio nonno ci si alzava quando entrava un professore, con mio padre si imparavano le poesie a memoria. L’uno giudicava il precedente come obsoleto, l’altro vedeva il successivo come figlio della perdizione, di una generazione decadente in un comprensibile scontro che c’è sempre stato, sempre, anche nell’antica Roma.
IL NUOVO (?) CONFRONTO GENERAZIONALE
Il nuovo confronto generazionale (o sempre lo stesso?) oggi lo vediamo nelle innovative metodologie d’insegnamento. I professori che cercano sempre più di allontanarsi dalla cattedra per avvicinarsi alle esigenze degli alunni, parlando di flipped classroom e altri ingredienti di stampo pedagogico. Colpa della società, colpa della politica, colpa della globalizzazione, colpa del film L’attimo fuggente. Tra chi finisce a fare questo mestiere per forza, però, c’è chi ci crede davvero. Ne ho conosciuto uno che è straordinario, si chiama Tommaso Ariemma, un filosofo napoletano che ha fatto ricerca, insegnato all’università, pubblicato volumi sui fenomeni della cultura di massa e che da qualche anno insegna in un liceo. E fin qui nulla di strano, tranne per il fatto che al posto del libro di testo, Tommaso porta i blu-ray delle serie tv.
LA FACTORY DELLA GENERAZIONE POP
È il metodo pop-filosofico che fa tanto arrabbiare i vecchi professori, quelli con il papillon e la trentennale esperienza: “Serie tv come Lost, Breaking Bad, House of cards, True Detective e altre non sono solo semplice intrattenimento, ma anche forti provocazioni per il pensiero. Un ottimo mezzo per allestire in classe una scena filosofica, capace di attirare gli studenti in un modo senza precedenti. Mettendo insieme filosofia e serie tv, filosofia e cultura pop, secondo le buone pratiche della pop filosofia, è possibile produrre esercizi filosofici molto stimolanti e produttivi. All’interno delle mie classi, proprio secondo l’intuizione del padre della Pop Art Andy Warhol, è nata così una sorta di factory del pensiero”.
DAL TRONO DI SPADE A THE WALKING DEAD
E allora Il trono di spade è il nuovo manuale per ripassare Machiavelli e Hobbes, in True Detective c’è chi ci vede Nietzsche, ma Tommaso ci aggiunge anche Parmenide, con Walking Dead rivediamo Aristotele e con Breaking Bad Hegel e Marx. Di tutto questo, il professore ne parla in alcuni volumi pubblicati con Mondadori (La filosofia spiegata con le serie tv, 2017). Insomma, il mio bisnonno non potrebbe mai accettare una cosa del genere, anche mio padre è critico ed è nuovamente confronto generazionale.
CHI SI PERDE IN FUFFA
Tommaso è un classe ’80 ed anche lui non le manda a dire a chi vuole innovare perdendosi in fuffa: “Finora è cambiato pochissimo – spiega – ancora poco contatto con i testi filosofici, pochi esercizi di riflessione e scrittura propriamente filosofica. Da qualche anno la scuola è invasa da tecniche di insegnamento spacciate per innovative, quando la vera innovazione passa per una revisione dei contenuti e della loro applicazione. Gli studenti oggi devono essere capaci di produrre ebook, inchieste, meditazioni all’altezza dei tempi. In questa direzione, il metodo pop filosofico ha dato grandi risultati, proprio perché non tocca solo il lato tecnico dell’insegnamento, ma anche la sfera dei contenuti unendo divertimento e assoluto rigore”.
L’ATTIMO FUGGENTE
Pop filosofico è un termine che il mio bisnonno avrebbe aborrito, ma chissà forse Tommaso gli sarebbe piaciuto perché Disperato erotico stomp se l’ascoltava di nascosto e sorrideva perché era più vicino, in un modo o nell’altro, alla sua famiglia. Per cogliere ogni attimo, quello fuggente.
Playlist: Disperato Erotico Stomp – Lucio Dalla
Be the first to write a comment.