Notti insonni e giornate frenetiche all’inseguimento di clienti folli che pensano di conoscere tutto del tuo lavoro. E’ la vita del social media manager, nuova carriera, non ancora regolamentata, che richiede di saper gestire account di gente, famosa e non, sui social network più in voga. E’ la pubblicità 2.0 del ventunesimo secolo. Un luogo in cui l’ignoranza domina sovrana. “Amici avevano proposto ad un cliente un brano per una pagina Facebook -Racconta Carlotta, Social Media Manager di Palermo-. la canzone però, non essendo ancora stata comprata, aveva in sottofondo una voce pre-registrata che ogni tot di secondi ripeteva una frase. Un modo per evitare che i furbetti del web rubassero contenuti esclusivi. In seguito, fatto l’acquisto, il brano torna alla normalità. Il cliente che lo ha richiesto alla fine, però, voleva la frase anti-furto nel prodotto… . Assurdo”.

CATTURATI DALLA RETE

Ogni mattina un social media manager si sveglia e trova, anche all’alba, almeno centocinquanta messaggi su Whatsapp dei suoi clienti, nonostante abbia messo in funzione alcuni Google Drive in cui inserire i file necessari della giornata e impostato strumenti di monitoraggio costante. “Eppure al mio risveglio il cellulare ha tra le cento e le duecento notifiche. Tra l’altro sono tutte foto e video che riempiono la memoria dello smartphone“. Povero smartphone dei social media manager… ne passa di tremende! Riempito fino ad esplodere e toccato da dita, a volte estranee, tutto il giorno. Che fatica la vita del cellulare …

MANAGER … ONLINE

E’ un lavoro di ultima generazione. E le best practice in questo campo, provengono da idee geniali di persone che hanno addirittura riportato alla vita brand millenari. “Il manager della Treccani ha fatto rivivere la pagina del dizionario. Nessuno l’aveva mai cercata su Facebook. O quello della Taffo che crea post ironici, quasi noir, su Instagram … ma è un sito di onoranze funebri! Ora quel profilo ha più di 22.000 follower”. Ma, attenzione, il lavoro del futuro ancora non è del tutto regolamentato e riguardo alcuni aspetti vacilla. “Non esiste un tariffario, molti in questo momento fanno il loro prezzo adeguandosi al mercato. Esistono tantissimi gruppi in cui i professionisti si scambiano idee ed opinioni. Ma mentre ci aiutiamo, ci facciamo anche del male. Perché siamo diversi e tra noi ci sono quelli che alzano incredibilmente il mercato chiedendo cifre esagerate e quelli che, pur di lavorare, lo abbassano vertiginosamente. Ti ritrovi a fare calcoli senza avere contezza della realtà”.

L’IMPORTANZA DI ESSERE UN GRUPPO

“Un buon manager non lo sarà mai senza uno staff adeguato. Senza un grafico, ad esempio, non vale niente. Lo stesso senza un videomaker o un webmaster. Quello perfetto sarebbe una persona in grado di fare tutto. Ma è difficile se non impossibile. Chi ti fa solo quattro post sulla pagina ti prende in giro”. Una buona comunicazione non può essere nelle mani di una persona sola. Ognuno ha le sue competenze e tutte insieme consentono una buona pubblicità. E’ il teamwork“. Giusto per essere chiari. Inutile fare i fenomeni. La competenza si paga. …Ma fino ad un certo punto. Spesso chi assume un social media manager non ha idea di quanto valga il suo lavoro in soldoni. “Ho visto situazioni assurde con clienti fregati da palesi venditori di fumo. Con un dialogo più onesto tra professionisti si arriverebbe ad avere un mercato più controllabile”.

HO 30 MI PIACE!

Bisogna porre l’attenzione anche su un altro problema. Tutti hanno Facebook e Instagram, strumenti che sono ormai alla portata di chiunque, e pensano di avere le competenze per dirti come svolgere il tuo lavoro. “Gli stessi clienti ti dicono cosa scrivere e quando condividere. Non capiscono che in realtà dietro al nostro lavoro ci sono ore e ore di pianificazione, programmazione e piani di comunicazione”. Nulla è lasciato al caso. Ogni parola è messa lì per un motivo. Ma la gente non lo sa e non rispetta neanche gli orari di lavoro. “Siamo a disposizione continua 24h su 24h. Non esiste Natale e Pasqua. Ti inviano il messaggino con scritto: “Lo possiamo fare questo?” mentre scarti i regali”. Posso giurarlo, non esiste un cellulare di un social media manager senza una notifica costante sul display. E Carlotta non fa eccezione. Deve già andare via.

 

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