…E io che pensavo di incontrare la solita fashion designer che ama Milano, le sfilate fighette e le passerelle per pochi. Invece Lea Pellegrino è un’artista audace dello stile che trasforma ogni tipo di tessuto in indumento affascinante e particolare. Altro che principessina Raperonzolo. Capello rigorosamente corto, viso espressivo e personalità dirompente. Irriverente, a volte. Sicuramente fuori dagli schemi e affascinante. “Vado in monopattino elettrico e pratico wakeboard”. Un’ondata di stile che mi travolge. Dai a Lea una stoffa che abbia un bel motivo, vanno bene anche lenzuola e tovaglie, e lei tira fuori una gonna, la sua firma. “E neanche mi piacevano, prima solo jeans o shorts. Ora la metto a modo mio, magari con stivali e sneakers, oppure con maglia elegante e scarpe da tennis. Vado controcorrente!”. E i turisti con sandalo e calzino? “Non esageriamo. Tremendi, non si possono vedere”.
UN DIAVOLO PER CAPELLO
Si dice che quando una donna taglia i capelli, vuole in realtà cambiare la sua vita. “Mia mamma li adorava lunghi e mi faceva la treccia. Odiavo quell’acconciatura. Bellissima però la sensazione delle carezze. Quando li ho tagliati ho trovato la mia identità, non li farò allungare mai più”. In effetti ho conosciuto Lea già con capelli corti e gonna. Non riesco a immaginarla diversamente. “Da piccola ero un maschiaccio. Giocavo per strada, andavo in bici e mi sbucciavo le ginocchia. Niente bambole, adoravo, invece, andare in moto con papà”. Ed è stata la nonna a infondere il vizio della moda. “Un’ appassionata di scarpe e borse”.
O BIANCO O NERO
Lea Pellegrino è decisa e sicura, quasi estrema mentre mi parla della sua passione. “Non ho sfumature. Le cose o mi piacciono o non mi piacciono”. Sa quello che vuole. “Un giorno presi un biglietto per un viaggio di sola andata verso Milano, ma non era la mia città. Allora andai da mia zia a Roma per evadere e trovare me stessa. Facevo lavoretti saltuari e, intanto, ho conosciuto il vintage“. E cioè l’amore per oggetti d’epoca o démodé, che evocano periodi remoti o testimoniano lo stile di un determinato momento storico. “Nella Capitale, otto anni fa, andava già di moda. A Palermo, erano pezze vecchie“. Rientrata nel capoluogo siciliano, Lea comincia una serie di lavori per finanziare le sue speranze. Persino la vendita porta a porta. “Non è andata poi così male. Dicevano che avevo il viso troppo carino per lasciarmi fuori”.
GUSTO RETRO’
Il primo amore non si scorda mai. Nel caso di Lea è il vintage. “Ogni vestito ha con se la storia di qualcuno che lo ha indossato tra le vie della propria città. Ho iniziato con un budget di cinquanta euro. Non era caro come oggi. Un giorno sono riuscita a prendere agganci per recuperare il materiale, i vestiti piacevano e l’ho fatto diventare un business, ma non sono una brava imprenditrice. Non riesco a truffare la gente con prezzi assurdi, al contrario, mi piace che il cliente sia soddisfatto”. Magari Lea non diventerà mai ricca, ma, credetemi, a lei non importa. “Quello che faccio è innanzitutto una passione, poi un lavoro”. Dopo i primi esperimenti s’inizia a modificare gli abiti in base all’estro e ci si butta nel mondo della moda senza paracadute. “Come nella prima sfilata al Magneti Cowork, caffè letterario di Palermo. Mi sono lanciata come se non ci fosse un domani…”.
PUNTO CROCE
“…Ma non sapevo neanche cucire, so disegnare ad occhi chiusi e non ho fatto il liceo artistico, ai miei genitori non piaceva l’ambiente”. Nonostante tutto diventi fashion designer. “Gli altri mi hanno definita così, sono autodidatta, non ho mai studiato. Quando ho comprato la macchina da cucire neanche sapevo infilare l’ago”. Ora invece è bravissima. E sembra presa dalla follia compositiva di Mozart quando alle 4 del mattino progetta la prossima gonna. “L’ispirazione arriva dopo la mezzanotte”. E ti svegli pure presto? “Ci pensa il mio cane, è insieme a me da quando è iniziata la mia avventura. Lo amo alla follia“.
BORSE, ACCESSORI E T-SHIRTS
Oltre alle gonne, Lea si dedica anche ad altri outfit. “Creo delle magliette con una stampa del mio volto. Penso non lo faccia nessuno … forse Jovanotti”. E Che Guevara. “Le mie sono più stilose, in stile manga/fumetto”. E il 10 agosto potrà sfoggiarle al Jova Beach Party, una serie di concerti di Jovanotti nelle spiagge d’Italia. “Saranno presenti quindici persone circa con una mia maglietta personalizzata. Vogliamo salire sul palco e creare attenzione”. Adesso ha aperto anche un micro atelier che si chiama DietroLaBottega “Una metafora, nel retro dei negozi ci sono oggetti che non utilizza nessuno”. Ma Lea vende soprattutto online. “Modifico anche borse e qualche capo vintage per tornare alle origini. Gioielli, accessori, anche il trucco fa parte del look”.
FILOSOFIA DELLA MODA
Lea ritiene che il vero stilista sia quello che riesce ad allontanarsi dalla massa. Le creazioni devono essere uniche nel loro genere. Solo due tre gonne a settimana in base alla fantasia del momento. “Quando i motivi mi hanno stancato cambio”. Tratta la moda come arte, quando è ispirata crea. “Non riesco a riproporre sempre le stesse cose. Per me l’abito è identificativo. Un vestito descrive la personalità. Puoi capire il carattere dai dettagli”. Il vestito fa il monaco.
COLORI DEL SUD
“Nessuna mega azienda, vorrei diventare una piccola designer che magari esporta anche all’estero. Già vendo qualcosa negli States”. Infatuata di New York, affascinata da Parigi, conquistata dalla Sicilia. “La amo e voglio che si evolva. Gli stilisti più famosi come Dolce e Gabbana sono siciliani, ma vanno fuori. Qui fanno solo i video pubblicitari. Io invece amo Palermo, il mare e i miei abiti riprendono i colori della mia terra. Difficile abbandonarla!”.
playlist: David Bowie – Fashion
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