Sapore di sale, sapore di mare, che hai sulla pelle che hai sulle labbra quando esci dall’acqua e ti vieni a sdraiare vicino a me vicino a me. Un incipit indimenticabile, l’attacco di una canzone che nel 1963 consacrò l’astro nascente Gino Paoli, cantante e autore assieme a Ricky Gianco, di una delle più belle hit italiane degli anni ’60. Sapore di sale è una di quelle frasi che hanno poi allargato il proprio senso lessicale, finendo per descrivere uno stato d’animo e per essere il prologo di una raffinata e sensuale seduzione .

LA SENSUALITA’

Quel sale sulla pelle e sulle labbra fece venire i brividi a milioni di ragazzine di un’Italia che faticava a liberarsi da retaggio di bigottismo post bellico, ma che ci provava, eccome se ci provava. Paoli era il cantore di quella sensualità ancora acerba, una voce ammaliante che riusciva a far identificare nei suoi testi e nella sua musica suadente quelle ragazzine ye ye che all’improvviso cominciarono a sfornare gli anni ’60, da Roma in su, più che altro.

MADE IN SICILIA

Eppure Sapore di sale nacque in Sicilia come lo stesso Paoli ha raccontato in tv a Massimo Gramellini. “Ero a Capo d’Orlando per un concerto, un paese in cui allora non c’era nulla ad esclusione del locale dove avremmo suonato. Era di proprietà di un gruppo di signori benestanti. Dopo l’esibizione ci proposero di restare lì, fecero venire anche le mogli dei miei musicisti. E fecero anche in modo, non so come, che non avessimo nessun altro ingaggio per suonare”.

ERAVAMO NOI E IL MARE

Un gusto un po’ amaro di cose perdute di cose lasciate lontano da noi dove il mondo è diverso diverso da qui. Una sorta di sequestro che però fu molto gradito alla truppa. “Eravamo noi e il mare, un mare da favola. Di fronte a noi vedevamo le isole Eolie, a pranzo e a cena si faceva la brace sulla spiaggia e si mangiava il pesce pescato. Un mese così, noi e il mare. Quando tornammo in città mi resi conto che il mondo che ci eravamo lasciati alle spalle mi piaceva assai di più di quello in cui avevamo sempre vissuto. E così nacque Sapore di sale”.

…E LASCIANO IN BOCCA IL GUSTO DEL MARE

Un gusto un pò amaro di cose perdute, di cose lasciate lontano da noi, dove il mondo è diverso, diverso da qui. Qui il tempo è dei giorni che passano pigri e lasciano e lasciano in bocca il gusto del sale. Ti butti nell’acqua e mi lasci a guardarti e rimango da solo nella sabbia e nel sole.

RITA PAVONE? MA QUANDO MAI

Pensate, Sapore di Sale fu solo la numero 15 tra le canzoni più vendute in Italia in una classifica dominata da Rita Pavone che piazzò due suoi pezzi sul podio (primo Cuore e terzo Come te non c’è nessuno) e altri tre tra le prime 25. Le classifiche, del resto, non si filarono neanche Gianni Morandi (Fatti mandare dalla mamma al numero 47) e Celentano (Sabato triste al numero 12). E poi, con tutto il rispetto per la signora Rita, Sapore di sale è tutta un’altra cosa. E lo sanno bene soprattutto a Capo d’Orlando.

Playlist: Sapore di sale – Gino Paoli