È una brutta storia quella che vede coinvolti più di 2000 lavoratori palermitani, impiegati come consulenti telefonici al call center Almaviva di Via Filippo Cordova a Palermo. Una vertenza che va avanti già da molto tempo, con continui ricorsi ad ammortizzatori sociali, ad esodi incentivati e trasferimenti, che hanno ridotto il personale ma che non hanno risolto di fatto il problema.
LE CHIAMATE VANNO ALL’ESTERO
Le commesse con cui lavora l’azienda dell’imprenditore romano Tripi, continuano a ridurre il conferimento delle chiamate verso il sito di Palermo, causando esuberi molto preoccupanti. Nell’ultimo incontro con i sindacati, i dirigenti Almaviva hanno comunicato alle Rsu che dal mese di luglio le chiamate in entrata di Tim e Wind verranno ridotte del 70% e che il perdurare di questa situazione farà aprire a settembre le procedure per i licenziamenti. Da tempo i lavoratori e le aziende di call center italiane chiedono norme ad hoc per mettere un freno alle delocalizzazioni. Le chiamate che non vengono indirizzate in Italia, infatti, finiscono in altre nazioni, dove la manodopera costa molto meno rispetto all’Italia.
PAOLO E STELLA
Almaviva da circa ventanni opera in Sicilia, dove ha due call center, uno a Catania e un altro a Palermo. Sono tante le
famiglie che si sono create grazie ai contratti, seppur modesti, a tempo indeterminato dell’imprenditore Tripi. Tra queste quella di Paolo Breccia e Stella Francipane, impiegati dal 2007. Lui risponde per il servizio clienti sky, lei per l’assistenza al fisso di wind. Si sono conosciuti tra un caffè e l’altro in una sala ristoro del palazzone Almaviva e dopo poco tempo si sono sposati. Sei mesi fa, dal frutto del loro amore è nata Gaia.
SACRIFICI BUTTATI ALLE ORTICHE
Con tanti sacrifici portano avanti il loro piccolo nucleo familiare, senza la serenità necessaria di un futuro stabile. Da qualche giorno la situazione è ulteriormente peggiorata e i due giovani coniugi sentono ancor di più il peso della precarietà: “Per l’ennesima volta da quando lavoriamo in questa azienda ci troviamo a fronteggiare un altro momento di incertezza – dice Stella -. E’ inutile dire quanto io e mio marito, anche lui impiegato in Almaviva, teniamo al nostro futuro lavorativo. Abbiamo un mutuo da pagare, abbiamo una bambina di 6 mesi e tutto quello che abbiamo realizzato è frutto di questo lavoro. Se dovessimo perderlo – continua – non sapremmo davvero come fare. Siamo stanchi di vivere con questa spada di Damocle perennemente puntata sulla testa. Negli anni abbiamo ceduto a ricatti, abbiamo perso benefit che avevamo, ci siamo sacrificati cercando di poter mantenere questo posto di lavoro, ma non abbiamo risolto nulla. Purtroppo la realtà della nostra città non ci offre nient’altro. Siamo costretti a tenerci questo lavoro anche se non ci piace, anche se siamo trattati come numeri. La cosa peggiore è che in tutti questi anni non si vede una soluzione alla delocalizzazione e alle gare al massimo ribasso. E a tutto quello che attanaglia la sfera dei call center. E quindi – conclude Stella Francipane – viviamo in balia di un futuro che non sappiamo purtroppo cosa ci riserverà”.
LA PROTESTA
Stamattina è prevista una mobilitazione a Palermo dei lavoratori Almaviva, che hanno organizzato un presidio davanti i negozi sociali Wind e Tim di Via Libertà. Si chiede un intervento del Governo Nazionale sulla crisi strutturale del settore, il rispetto delle norme sulla delocalizzazione e delle tariffe minime previste dalla legge, trasparenza sui contratti commerciali tra committenti e outsourcers e un piano di sviluppo che coinvolga le istituzioni.
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