Navigator si diventa, non si nasce. Una laurea in giurisprudenza, psicologia o scienze economico-aziendali diventa così bagaglio essenziale per essere ammessi alla prova. Solo l’inizio. Così, zaino in spalla per molti, code ai terminal dell’aeroporto, viaggi della speranza in pullman, gli aspiranti navigator provenienti da tutta Italia si sono presentati a Roma, per affrontare la loro sfida con il futuro: 100 domande in 100 minuti.
110 E MAMMA
È il caso di Loredana, laurea in Direzione Aziendale appesa a casa, partita il giorno prima della prova da Siracusa: “Ho tentato questo concorso solo perché mi permetterebbe di lavorare qui, nella mia città, senza allontanarmi dalle mie figlie”, già perché Loredana è mamma di due gemelle che negli anni si è vista passare davanti numerosi concorsi, ma questa volta no: “Sono stata ammessa alla prova scritta perché mi sono laureata con 110 e lode. Ho trentacinque anni ma posso garantirti che al concorso la media di età era molto alta, ho visto pochissimi ventenni, direi che molti erano sopra i trent’anni e molti altri sui cinquant’anni”.
DAL SUD CONTRO LE DOMANDE A TRABOCCHETTO
Dal 18 al 20 giugno, con due turni giornalieri dalle 9 e alle 14, in 19.582 persone pari al 36,33% degli iscritti complessivi hanno provato a firmare il contratto con la serenità pur non sapendo, di fatto, il lavoro che si ritroveranno a svolgere e che, di certo, non hanno mai svolto prima. Secondo Anpal Servizi emerge che il 73% degli ammessi sono donne e del Sud. Il 31% sono avvocati o giuristi e circa la metà ha tra i 30 e i 40 anni. Ancora non è dato sapere chi siano i 2.980 fortunati profili idonei a supportare i Centri per l’Impiego di tutta Italia nelle attività previste dal Reddito di Cittadinanza, che abbiano superato la selezione evitando di farsi scoraggiare dalle domande trabocchetto e dal tempo.
E IL NAVIGATOR M’E’ DOLCE IN QUESTO MARE
A prove finite è boom di confronti-riscontri sui social: c’è chi non riesce a decifrare l’algoritmo del calcolo punteggi e chiede aiuto ai compagni/concorrenti, c’è chi tranquillizza i primi rassicurandoli di non doversi munire di calcolatrice e chi, abituato a vedere il lato bello delle cose, si dichiara: “Alla ragazza con la maglia bianca, eri bellissima”.
IL LAVORO, DA CHI NON HA LAVORO
Non sappiamo ancora come sia andata a Loredana. L’ultima volta che ha controllato l’area riservata su internet è andato in panne il sistema e non ha potuto conoscere l’esito. La scheda pubblicata riportava le risposte di una sua omonima, ma di tre anni più piccola, poi sparita. E sui social è di nuovo caos e attesa, paura, speranza e un anonimo file in PDF con tutte le domande e le risposte corrette. Sullo sfondo rimane il paradosso di un’Italia dove il lavoro scarseggia e si chiamano a lavorare giovani che avranno il ruolo di trovare lavoro a chi lavoro non ne ha. Esattamente come i navigator prima di lavorare.
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