Qui si parla di sesso retribuito nell’orario di lavoro, consigli comunali distanti quasi 3.500 chilometri e di priorità politiche. Se ne parla con leggerezza, ben sapendo che ridendo ridendo si dicono le verità più scomode. L’antefatto: in Svezia, 18 mesi fa, il consigliere comunale della piccola cittadina di Overtornea, Erik Muskos, propose l’esenzione dal lavoro di un’ora, ovviamente retribuita, per tornare a casa e fare sesso. Argomentazione semplici :”Fa bene alla salute e alle relazioni”. Senza entrare nel merito, c’è da sottolineare come il consiglio comunale svedese cerchi di entrare nella dinamica del benessere della coppia e della famiglia di dipendenti pubblici. Magari in maniera bizzarra, ma con chiarezza d’intenti. E da Palermo Sabrina Figuccia, consigliere comunale in prima fila sui temi sociali, non ha remore a rilanciare.
L’IDENTITA’ DEI FIGUCCIA
Sabrina Figuccia,per intenderci, è la stessa che s’è accollata il nome del padre e del fratello nella scheda elettorale, consapevole che il riferimento alla famiglia le avrebbe giovato in termini elettorali. Ma non per questo ha rinunciato alla sua identità, nè fa il consigliere con le cuffiette come una qualsiasi valletta del fu Non è la Rai. Ha dimostrato che il suo lavoro sa farlo e che due lauree non si trovano per strada. Ecco la sua firma su questa insolita questione. Ironica, ma anche capace di spostare l’attenzione dal sesso alle cose serie che l’argomento spinge ad analizzare.
‘U VENTU IN CHIESA
“Ci voli ‘u ventu in chiesa, ma no ‘a astutari i cannili!”
Giuro, lo avrebbe detto mia nonna leggendo la proposta del consigliere comunale svedese. È vero che stiamo parlando di un paese con un elevatissimo welfare sociale, così come è vero che in ballo c’è la capacità di comprendere che il miglior investimento per il futuro è quello sul capitale umano. E in Svezia pare lo abbiano già capito da tempo, al punto da arrivare ad una simile proposta. Da consigliere comunale, coetanea peraltro dell’omologo collega svedese, non posso però nascondere una certa perplessità rispetto a questa singolare iniziativa. Se da una parte infatti ne colgo il valore sociale ed umano che mira ad esempio ad intervenire sul calo delle nascite, dall’altra mi chiedo come l’amministrazione intende verificare l’operato dei propri dipendenti. Dovranno forse timbrare il famoso cartellino o consegnare un report della prestazione svolta?”.
PENSIAMO A FAMIGLIA E ASILI
Ammetto che questa storia fa sorridere, ma al tempo stesso lascia un pò di amaro in bocca se pensiamo che mentre in Svezia da anni si ragiona giustamente su come rendere più felici i dipendenti comunali pensando addirittura al sesso, a Palermo non c’è ancora spazio per parlare di asili, di serie politiche di assistenza alle famiglie e alle donne che lavorano. Spesso ci si imbatte in luoghi di lavoro improvvisati, senza area condizionata nelle torride giornate estive, talvolta mancano persino i dispositivi di sicurezza previsti dalla legge e non di rado semplici strumenti di lavoro, come la carta per stampare una ricevuta. Ma non diventiamo troppo seri e magari adottiamo la proposta da subito per il Sindaco e la sua giunta, chissà che non serva per migliorare le loro performance. Sia chiaro, quelle da amministratori”.
FELICITA’ E SERVIZI ALLA PERSONA
Al di là della facile ironia, tentativi di alleggerire lo stress da lavoro nel settore pubblico (ma anche privato) erano stati effettuati negli anni precedenti anche in Giappone. Ma nel sol levante non si parlava di fare sesso, piuttosto di relax fatto di massaggi, yoga e tecniche varie di esercizio fisico. Questione di culture e di visioni. Ma la questione della felicità e dei servizi alla persona è tema valido ad ogni latitudine.
IL PRETESTO
Anche perché il concetto non cambia: essere umano felice uguale lavoratore migliore. Resta il fatto che la bizzarra proposta di Erik Muskos in Svezia è stato il pretesto per parlare di cose serie a Palermo. L’idea del sesso a fine turno di lavoro è ancora in discussione, speriamo che la questione asili trovi migliore fortuna a Palermo.
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