Ebbene sì, lentamente stiamo metabolizzando il fatto che il Palermo probabilmente sprofonderà nell’inferno delle serie inferiori. Forse sarà serie D, una specie di girone dantesco dal quale per uscirne ci vorranno un paio di Caronte grossi così. Eravamo pronti ad abbandonare l’idea di pittoresche trasferte a Londra, Francoforte e Praga. Eravamo pronti a sacrificare – seppur temporaneamente – anche quelle della prestigiosa serie A. Ma ricominciare dai polverosi campi del dilettantismo no. Ecco, a quello non eravamo pronti.
DA MONOPOLI AL MONOPOLI
Eppure la mia generazione – quella dei giovani e baldanzosi 40/45enni, per intenderci – certe epoche meno gloriose le ha già vissute. Giarre, Nola, Pro Cisterna, Afragolese, perfino Monopoli. Sì, Monopoli. Intesa come squadra pugliese, però. Non nel senso di quel famoso gioco da tavolo al quale una dirigenza di novelli pinocchi faceva riferimento ironizzando su frasi del presidente del Venezia, Tacopina.
TRA LACRIME E SORRISI
Tante le lacrime versate per una morte calcistica che ha radici lontane. Troppo il dolore per un giocattolo che da anni ormai stavano smontando davanti ai nostri occhi, fino a togliercelo dalle mani con un laconico “più più”. Basta discutere di PEC, bonifici, fideiussioni: basta! C’è da rinascere, amici ultraoltranzisti della maglia rosanero. Mettiamo per un attimo da parte l’incazzatura e proviamo a rinascere col sorriso.
IN TRASFERTA A TROINA
Per questo ho immaginato una trasferta padre/figlio per assistere a Troina – Palermo come punto più alto della nostra prossima futura espiazione calcistica. Senza che gli amici troinesi me ne vogliano, ovviamente. E a chi, senza un minimo di rossore in faccia, diceva “mi vede preoccupato?” risponderemo come si diceva un tempo: “Una risata vi seppellirá!”
PALERMO – TROINA, IL VIAGGIO
– Papà, dove stiamo andando?
– A Troina, figlio mio.
– Papà, non si dicono le parolacce.
– Ho detto Troina. Non quello che pensi tu, vastasunazzo.
– Papà, ma che cos’è Troina.
– È un famosissimo e bellissimo paese in provincia di Enna.
– Papà, ma famosissimo per che cosa?
– Non lo so, cercalo su Wikipedia.
– Papà, ma qua non prende il telefono, siamo montagne montagne.
– Pazienza, lo scopriremo dopo per cosa è famosa. Intanto spicciamoci che alle tre inizia la partita.
– Papà, ma quale partita?
– Troina. Palermo, big match di giornata. Ci portiamo a casa sti tre punti e voliamo verso la C.
– Salute.
– Non ho detto “eccì”, ho detto “la C”. Serie C, Lega Pro.
– Papà, ma perché a Palermo la squadra di pallanuoto è in serie A e quella di calcio in serie D?
– Perché a Troina non hanno né mare né piscine. E noi ci tenevamo a giocare a Troina.
– Papà, papà.
-Che c’è?
– Il telefono prende! Sai come si chiama il sindaco di Troina?
– No, dimmi.
– Venezia! Come quella squadra che ha il presidente americano che gioca in serie B al posto del Palermo.
– Ma porca Troia.
– Troina, papà. Troina.
– ‘ncà Troina. Amunì, sbrighiamoci che sta iniziando la partita.
PLAYLIST: Sognando e risognando – Lucio Battisti
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