Li vediamo girare per le strade come se fossero un mondo a parte. Nei film, soprattutto quelli americani, si prendono al volo se si è fortunati, al sud Italia e a Palermo, in particolare, molto spesso li vediamo fermi per strada ad aspettare. I taxi, tra i mezzi di trasporto, hanno sempre avuto una storia tutta loro che si è distinta nettamente da tutti gli altri. Al centro del capoluogo siciliano abbiamo incontrato Giovanni Raia che il mestiere di tassista lo svolge da ben venticinque anni.
SCATTA IL TASSAMETRO
“Ho iniziato questo lavoro quando di anni ne avevo 27 perché avevo perduto quello precedente, seguendo, così, la stessa strada che aveva intrapreso mio fratello”, esordisce davanti la sua automobile. Un lavoro che lo impegna per circa 12 ore al giorno, infatti, quel mezzo di trasporto lo definisce come una seconda casa, un’abitazione ambulante dove trasporta con sé, oltre i passeggeri di turno, anche pensieri, gioie e preoccupazioni quotidiane.
SEGUA QUELLA DONNA
Di eventi curiosi e particolari ne ha vissuti diversi: “Una volta un ragazzo mi chiese di seguire l’auto della ragazza che amava, comprese soste e ripartenze, le siamo stati dietro per più di mezza giornata. Un’altra volta -continua Raia-, mi sono recato da un cliente, dopo una chiamata, ma arrivato sul luogo erano presenti almeno una decina di altri taxi che avevano il compito di accompagnare lo stesso ipotetico cliente”.
RISCHI DEL MESTIERE
Anche le truffe, purtroppo, sono all’ordine del giorno. “Quella più classica accade quando il passeggero scende, con la promessa di tornare dopo qualche minuto, ma poi sparisce”. “Una volta a Catania, mi hanno lasciato in pegno una scatola con dentro ipotetici gioielli, mentre dopo non essersi ripresentato nessuno, ho potuto verificare che erano fiori secchi”.
VIP A BORDO
Un’altra curiosità riguarda le persone famose che sono salite su questo taxi. “Dal compianto Frizzi a Pippo Baudo, da diversi giocatori del Palermo ad altri di altre squadre di cui, comunque, Raia non ricorda i nomi. “Mi ricordo di Paolo Villaggio che accompagnai dal Teatro Biondo a Villa Igiea chiedendo 12.000 lire e lui mi rispose che ero caro e così gli risposi come era umano lui! “. Il posto più lontano dove è arrivato per lavoro è Cosenza, per accompagnare un giovane militare. Ma mentre continua a raccontare deve interrompere la conversazione perché è arrivato un cliente, gli chiede se deve andare anche con lui in Calabria, scopre che, invece si tratta di un luogo più vicino, ma l’importante è lavorare portando sempre appresso quella sua casa ambulante con sé.
PLAYLIST: Antoine – Taxi
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