Strano il destino che a volte si diverte a giocare a zicchinetta con la vita. Un azzardo dietro l’altro, come se l’adrenalina fosse l’ingrediente fisso della tua minestra. E Caterina Bruno di minestre così condite ne ha mangiate per anni, mettendo voce e sorrisi nelle nostre giornate quotidiane. Per chi s’è perso l’epopea delle tv private siciliane è necessario un breve corso d’aggiornamento. E anche per chi non ama il rosanero. Tutti gli altri si godano il ripassino.
SIGNORINA BUONASERA
Caterina è stato uno dei primi volti televisivi paragonabili alle signorine buonasera della Rai. Una giovanissima signorina, poco più che maggiorenne, che ci guidava all’interno di palinsesti che altro sfogo non avevano se non che quelle indicazioni che venivano fornite ad orari fissi. Proprio come se fosse la Rai. Il suo debutto a Video Pa, l’emittente di Franco Raja che tra le prime tentò di darsi una dimensione più professionale, sia per la varietà delle trasmissioni che per la formula dei servizi proposti al telespettatore.
ALLORA LA CHIAMAVANO RIRI’
A curare il rapporto con i palermitani c’era proprio Caterina, allora chiamata Rirì in ricordo di quelle usanze familiari a volte dure a morire e che ti porti dietro come na’ inciuria. Era la frontwoman di una band più pop che rock, perché Raja amava i toni lievi e leggeri. In quella band c’erano solisti del calibro di Michele Latona e Tommaso Romano, delegati ai primi esperimenti di intrattenimento culturale d’essai e c’era Salvatore Geraci, prima firma del Corriere dello Sport a galleggiare tra sport e spettacolo, oltre a decine di comprimari in cerca d’esperienza tra cui chi vi scrive.
I SUCCESSI TELEVISIVI
La presenza di Geraci bisogna sottolinearla e poi capirete il perché. Caterina studiava le grandissime colleghe della Rai e replicava mettendoci del suo. Del resto la voglia d’imparare non le mancava e neanche la faccia tosta di cimentarsi anche all’interno dei primi rudimentali format di allora. Il successo si misurava attraverso quante persone ti fermavano per strada. E sì, possiamo dirlo, quella band ebbe successo. Tanto successo che dopo appena una stagione arrivò l’ingaggio, in blocco, per il cast di Geraci, giornalisti e non, da parte della tv leader di Palermo.
GLI ANNI DI TELESICILIA
Comincia così l’avventura a Telesicilia, emittente guidata da Giuseppe Maggio Valveri, dove il clima è davvero quello di una piccola Rai. I tecnici in camice e badge ben in vista, le stanze di produzione, regia e montaggio di ultima generazione, una vera struttura programmi, un ufficio commerciale, una redazione con oltre 7 giornalisti.
LA CONCORRENZA CON LIA
Da quel momento la sua carriera prese un’altra svolta. Non mancava la concorrenza, perché prima di lei c’era una brunetta dai lunghissimi capelli di nome Lia Nogara. Amiche mai, ma neanche nemiche e il pubblico avvertiva quella rivalità che non sconfinò neanche una volta in scorrettezze. Ma per le fasce migliori d’ascolto era guerra, senza possibilità di mediazione.
LA SCELTA DI PALERMO
Ma se volevi davvero fare questo mestiere l’unica era prepararsi la valigia. E Caterina, per indole e per amore, scelse Palermo sapendo che qualcosa avrebbe lasciato per strada. E scelse di seguire gli spostamenti del compagno e futuro marito, quel Geraci di cui sopra che nel giro di pochi anni la rese tre volte madre.
L’AVVENTURA STADIO
Le parentesi di Teleregione e Trm sono buone per il curriculum, da inserire più alla voce hobby che a quella professionale. E per hobby comincia anche un’altra avventura che, paradossalmente, le darà una grandissima popolarità proprio nel campo del marito, istituzione del giornalismo sportivo. Lo stadio è passione, la gestione di ciò che vi accade dentro e il contorno della partita, è stato sempre parecchio ammosciante. Perché non cominciare dalle formazioni a dare un’identità al Palermo?
IL PRIMO URLO PER CHIMENTI&C
Ed ecco che scende in campo Caterina. Già dalla fine degli anni ’70. In panchina c’era Veneranda, era il Palermo di Chimenti e Brignani, Trapani, Vullo e Citterio, Magistrelli, Borsellino e Majo. Comunicare le squadre allo stadio era prima compito di una delle voci più tristi dalla storia dell’uomo. Non vogliamo neanche sapere chi fosse e non si offenda, ma non era cosa sua. Con Caterina diventa un prologo in american style.
LA SOUL SINGER DEGLI STADI
Al netto di qualche pausa, la postazione radio diventerà casa sua. Nella playlist delle formazioni del cuore c’è il Palermo di Pino Caramanno, quella della rinascita e ovviamente quello del ritorno in serie A. Indimenticabili gli acuti per Luca Toni ed Eugenio Corini che ne esaltavano le qualità represse di soul singer.
L’AMULETO DEL PALERMO
Lei che con quella tonalità da Gabriella Ferri della via Oreto avrebbe benissimo potuto sbancare il varietà di prima serata era invece diventata Nostra Signora del Renzo Barbera. Non lo ammetterà mai perché ogni giocatore in rosanero è un pò figlio suo, ma come gli usciva bene Fabrizio Miccoli nessun altro mai. Rispettata e venerata dai tifosi delle curve, della gradinata e della tribuna, insostituibile amuleto del Palermo più bello mai esistito.
L’ADDIO A ROMA IN COPPA
E, tenetevi forte – perché sulla scaramanzia nello sport non si scherza – sapete quale è stata ‘ultima performance di Caterina? La finale di Coppa Italia a Roma. Dopo fu costretta a fermarsi perché il Palermo abdicò a logiche commerciali che comprendevano anche il suo ruolo. Si fermò Caterina e con lei anche il Palermo che cominciò proprio dopo quel giorno a scrivere la sua fine.
LA PASSIONE E’ FIMMINA
Senza nulla togliere a chi l’ha sostituita, il ruggito femminile era una delle particolarità del Barbera. E quando si ripartirà, da qualsiasi serie si dovesse ripartire, c’è già un movimento a sostegno, trainato da donne col cuore rosanero, che spinge per ridarle postazione e microfono. Perché al di là della scaramanzia, il calcio è passione. E in Sicilia la passione è fimmina.
Playlist: Think – Aretha Franklin
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