Il desiderio di avere un cane non sempre è suffragato dalla consapevolezza di avere una responsabilità nei suoi confronti.  Nonostante una maggiore sensibilizzazione sul tema, l’abbandono dei cani resta, purtroppo, un fenomeno diffuso che non conosce compressione. Per fortuna in città c’è chi, nonostante mille problematiche, si prende cura di vite che pagano oltremodo lo scotto di esser finite in mani sbagliate. Con la speranza di accompagnarli verso un’esistenza migliore.

DIVERSI PROBLEMI

Il Rifugio del cane abbandonato della Favorita ad oggi conta all’incirca 150 ospiti. Un numero enorme, la cui gestione comporta inevitabilmente l’insorgere di continue necessità. Daniela Piazza, insegnante e volontaria storica della struttura, ce le spiega: “Ci sono tanti cani da seguire e il numero esiguo di adozioni in tal senso non aiuta. Siamo in emergenza costante. Abbiamo bisogno ovviamente di cibo e medicinali, ma anche di volontari che siano affidabili”.

VITA DA VOLONTARIO

Il compito del volontario è una mansione che richiede responsabilità e impegno: “Il mio lavoro – racconta Daniela – mi lascia un giorno libero, che dedico interamente al rifugio. Noi volontari ci dobbiamo occupare di tutti gli aspetti della vita dei cani. Dare loro il cibo, fargli fare la sgambatura, rinfrescarli, pulire i box e somministrargli le medicine, compito quest’ultimo per i più esperti. Cominciamo la mattina presto e finiamo a ridosso dell’ora di cena”. Un ruolo che non sempre è alla portata di tutti: “Ci vuole tatto ma anche forza d’animo. Non è per nulla semplice, alle volte devi assistere a scene forti, come l’abbandono o la morte di un cane. Chi non regge emotivamente la vita del canile può comunque aiutarci come volontario esterno, partecipando agli eventi di raccolta cibo e medicine”.

DOLORI E GIOIE

La vita del rifugio è una vita difficile, impegnativa fisicamente e anche moralmente. Spesso i volontari si ritrovano a sbattere contro muri di gomma, ma per fortuna ci sono anche momenti umanamente rincuoranti: “Mi capita spesso di provare sconforto perché purtroppo ci scontriamo con una cultura in generale denigratoria nei confronti degli animali. Quando però vediamo le foto dei nostri cani adottati, felici con famiglie che li amano incondizionatamente e ci ringraziano, subentra la gioia”.

LE ADOZIONI

Spesso quando si prende un cane, si privilegia il profilo di razza, ignorando che nei rifugi ci sono animali desiderosi di ricevere e dare amore. Adottare un cane non è così complicato, basta essere persone serie: “Noi facciamo un colloquio a chiunque voglia adottare per essere sicuri che il cane che va via non venga nuovamente abbandonato. Dobbiamo accertarci che il soggetto o le famiglie lo facciano per amore e non per gioco”. Ad ogni modo per chi non può o preferisce evitare la responsabilità diretta c’è comunque la possibilità di poter aiutare un ospite. “Si può adottare anche a distanza, versando una quota mensile simbolica per il mantenimento del cane. Quando l’adottante vuole stare con il cane, si organizzano dei momenti di incontro in uno spazio allestito all’interno del rifugio”.

BASTA POCO

Con un numero alto di cani da seguire, il lavoro dei volontari come Daniela è costante e le difficoltà da affrontare sono parecchie. Anche senza prendersi l’impegno diretto di avere un cane in casa si può essere comunque d’aiuto. Sul sito www.legadelcane-pa.org/ è possibile trovare la lista dei generi di prima necessità da portare in loco. Inoltre sono segnalati i giorni e i luoghi in cui trovare i volontari per la raccolta cibo e gli estremi per le offerte. Perché aiutare gli indifesi e chi se ne occupa senza secondi fini è sempre una causa nobile.

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