Piazza Bologni farà da scenografia all’affascinante storia di Giovanna Bonanno, meglio conosciuta come La vecchia vecchia dell'acetodell’aceto, un’anziana donna del ‘700 che aveva inventato un business, vendere un veleno potentissimo a mogli che volevano uccidere il proprio marito. Uno spettacolo in forma di teatro-canzone – genere inventato dal maestro Giorgio Gaber – inserito tra le manifestazioni del 395° festino di Santa Rosalia: un’alternanza di narrazione, musica – con canzoni tratte dal repertorio di Rosa Balistreri – e teatralità, in un dramma, tratto da una storia vera, scritto, interpretato e diretto dall’attore Cocò Gulotta con la compagnia dell’aceto.

LA VECCHIA DELL’ACETO

Si narra che verso la fine del ‘700 un’anziana signora avesse scoperto casualmente un mix mortale. Non lasciava scampo a chi lo ingeriva, né lasciava traccia di avvelenamento. Era una mistura di vino, arsenico e acqua – chiamato anche aceto per pidocchi. Una volta ingerita provocava forti spasmi e, dopo qualche minuto, la morte. A beneficiare di questa pozione mortale, donne maltrattate o tradite che volevano liberarsi del proprio marito: “E’ un personaggio modernissimo – spiega Cocò Gulotta – perché all’interno troviamo le tematiche attuali del femminicidio. In questo caso venivano uccisi maschi, ma perché maltrattavano le donne. Giovanna faceva tutto ciò per soldi – prosegue – ma La vecchia dell'acetoanche per missione. Era un’abile avvelenatrice ma in realtà non era una strega. Nella storia della Bonanno si sente forte anche la valenza da missionaria. La vecchia, che abitava nel quartiere della Zisa, si muoveva tra donne maltrattate e tradite. E, a modo suo, faceva giustizia”.

IL CAST

Sul palcoscenico, oltre a Cocò Gulotta, saliranno gli attori Sebastiana Eriu e Francesco Giordano, la cantante Margherita Avvento e i musicisti Alberto Di Rosa e Paolo Carrara. Racconteranno il dramma che porterà La vecchia dell'acetoall’impiccagione di Giovanna a Piazza Villena. Ma prima della forca, l’anziana donna passerà dall’oratorio dei bianchi. Una confraternita in cui venivano dati gli ultimi conforti ai condannati a morte: “Questa parte – racconta Gulotta – è una mia invenzione. Ho immaginato gli ultimi tre giorni della vecchia. In una cella dell’oratorio, Giovanna Bonanno incontra altri personaggi palermitani, dando vita ad una della parti più teatrali della messa in scena. Le dinamiche comportamentali della vecchia e di tutti i personaggi che ruotano attorno alle sue vicende – continua – sono assolutamente emblema di quel che è il palermitano. E questo mi piace. La vecchia è un personaggio simbolo, inquieto anche lui, perfettamente in linea col tema del Festino. È una delle tante belle storie palermitane che vale la pena raccontare, perché dentro c’è la palermitanità”.

IL MONATTO

Per l’attore, che ha recentemente interpretato la parte di Spampinato nel film La Mossa del cavallo, è la seconda esperienza al Festino di Santa Rosalia. Nel 2002 ha fatto il direttore scenico del corteo trionfale. Quest’anno, La vecchia dell'acetoinvece, oltre ad essere impegnato con La vecchia dell’aceto, interpreterà il monatto, colui che portava i morti di peste al lazzaretto. Un ruolo che, in un festino di qualche anno fa, fu di un attore che Gulotta porta nel cuore: “Mi sento emozionato e orgoglioso di mettermi nei panni di un personaggio che è stato interpretato dall’indimenticato Gigi Burruano. Per me è un onore e ringrazio la compagnia di Lollo Franco per avermelo dato”.

L’INQUIETUDINE

La vecchia dell’aceto porta in sé una profonda inquietudine. Esattamente il tema che Lollo Franco e Letizia Battaglia, direttori artistici di questo 395° Festino, hanno scelto per la manifestazione. Un sentimento che in un certo qual modo si cela nel modo di essere dei palermitani: “Vogliamo raccontare questo sentimento – conferma Cocò Gulotta – mettendo dentro tutta la nostra emozione e trasmettendola ai nostri concittadini. Perché forse è il momento in cui la città deve essere unita più che mai, vedi per esempio la questione calcistica. È il momento in cui dobbiamo trovare la nostra identità, stando tutti assieme. Questo spettacolo – conclude – è costruito dai palermitani per i palermitani, e vogliamo far passare soprattutto un messaggio di unione”.

PLAYLIST: Terra ca nun senti – Rosa Balistreri