Mi vergogno come se Vau l’avessi offesa io. Mi vergogno perché io in questa città ci sono nato e ho anche scelto di viverci. La mia fuga è durata poco meno di un decennio, poi hanno prevalso le radici. E oggi la tentazione è di reciderle queste radici perché la rabbia fa bestemmiare. Palermo non è razzista, l’alibi della multiculturalità spesso copre l’insufficienza etica e morale di molti di noi.

NIENTE ALIBI

Quello che è successo ieri è grave perché dimostra che persino dalle nostre parti, a due passi dall’Africa, la negritudine crea disagio. Gente imbecille se ne trova ad ogni latitudine, razzista pensavamo di no. E quando insulti per il colore della pelle e ripeti come un robot di pessima marca “ha ragione Salvini” ogni alibi cade.

LA PATTUME RAZZISTA

Il racconto dei fatti è banale, persino superfluo. Purtroppo viviamo il tempo in cui ogni pretesto è utile per sottolineare la diversità e mortificare il diverso. Il tempo in cui non si prova vergogna di un atto contrario alla civiltà. Palermo è piena di immondizia. Oggi abbiamo scoperto la pattume, che non è fisica e sarà dura da rimuovere. Di seguito il post di Mario, marito orgoglioso di una donna nata in Brasile, ma palermitana perché qui ha scelto di trascorrere la sua esistenza. Mario è nostro fratello, Valdete è nostra sorella. Con loro e con quelli come loro sapremo costruire la diga contro questa melma avanzante.

IL POST

Perdonatemi se per un attimo abbandono la leggerezza. 11/07/2019…una data che in famiglia ricorderemo perché per noi ha molta importanza ciò che è successo. Era nell’aria che potesse succedere ma non si pensava a tal punto. I fatti li racconto per un improrogabile dovere civile e politico, nessun vittimismo e alcuna ricerca di commiserazione. Mia moglie, negra (più che nera), cittadina brasiliana con ventennale cittadinanza italiana, nel tardo pomeriggio di oggi, percorrendo una delle strette traverse di via delle Alpi con la sua proverbiale prudenza in auto, intercetta una giovane ragazza con mamma che, in uno sbadato attraversamento, non sulle strisce e con sguardo più attento ad un cellulare, si mettono paura di poter essere investite.

La bassa velocità dell’andatura di mia moglie evita comunque le peggiori conseguenze. Ma non può finire lì. Probabilmente spaventate inveiscono su mia moglie con inaspettata violenza. “Nigeriana di merda!! Vai piano!!” Mia moglie, scesa dall’auto, prova a rispondere dicendo di non essere nigeriana e di non capire perché tanta rabbia e che, se anche fosse, non comprendeva che avessero di male le nigeriane. “Fate tutti schifo voi neri!!” “Siete tutti uguali!!! Brasiliani o Nigeriani che siate!!”…al “Vaffanculo” di mia moglie le minacce sono diventate sempre più pesanti. “Ti denunciamo!!!” E, finalmente, la frase chiave: “Ha ragione Salvini!!!
Comprendo tutto, l’attenuante dell’ignoranza, la rabbia sociale, i problemi personali. Noi, famiglia mista, viviamo ormai da quasi trent’anni situazioni strane, diffidenze, scontrosità, piccoli, medi e grandi pregiudizi. Una certa abitudine e preparazione l’abbiamo messa a punto. Abbiamo sempre risposto con un sorriso e nei casi più gravi con una risata.

Adesso non si può più!!! Sento palpabile la paura di una donna, mia moglie, il timore dell’odio, della violenza gratuita sulla persona ed particolare preoccupazione per i nostri figli, ovviamente. Perché, dopo quasi trent’anni in questa città, deve ogni giorno temere di poter essere additata, osservata con sospetto?  E se un poliziotto chiamato a dirimere la questione si fosse voluto soffermare più sull’andatura dell’auto che non sulle gravi offese, diciamolo pure di indubbio carattere razzista? Se il suo Ministro, d’altronde, infonde e diffonde odio, qualcuno, prima o dopo, doveva seguirlo. Tutto ciò spiega, per quelli che ancora non vogliono ammetterlo, cosa significhi fomentare l’odio. Tristezza e rabbia infinita!! Scusatemi, non ho potuto pensare che questo episodio dovesse rimanere un fatto personale. Il nostro avamposto di vita familiare ci rende, nostro malgrado, vedette di ciò che si sta avvicinando minacciosamente. Un urlo va gridato, non tanto per noi, che abbiamo la forza e la possibilità, ma per tanti altri destinati a subire passivamente l’odio.

PLAYLIST: People have the power – Patti Smith