Il grasso del guanciale, uniti alla cremosità dell’uovo, alla piccantezza del pecorino e alla consistenza dello spaghetto, creano in bocca immense ed uniche estasi di piacere. Ma c’è chi la carbonara la fa in tutt’altro modo. Isabella Geraci, una giovane vegana di cui abbiamo parlato qualche giorno fa, non mangia uova, formaggi e nemmeno guanciale, ma non intende rinunciare ai piaceri che provava quando era ancora carnivora. Quel gusto lo ricorda bene, ma ha fatto una scelta di vita, dettata dal suo amore per gli animali e dalla consapevolezza che mangiare certi cibi fa male alla salute e all’ambiente. E allora bisogna attrezzarsi. Da abile cuoca, Isabella ha dovuto sperimentare tante pietanze che potrebbero sembrare dei surrogati, ma se cucinate bene possono dare grandi soddisfazioni, soprattutto ai palati.
PASTA ALLA CARBONARA VEG
La prima ricetta che ci siamo fatti raccontare è quella della pasta alla carbonara vegana, che Isabella cucina alla perfezione, a tal punto da ricevere continue richieste di invito da parte di amici desiderosi di riprovare quei sapori, senza rischiare di ingrassare o di stare male. Nella ricetta vegana il tofu affumicato prende il posto del guanciale, protagonista di quasi tutti i primi romaneschi. L’uovo viene invece sostituito con una panna vegetale aromatizzata alla curcuma, che dà anche il colore giallo uovo, e il pepe che, unito alla preziosa spezia, sembra essere un ottimo antinfiammatorio. Per aumentare la consistenza, Isabella usa un lievito alimentare. E per salare adopera il namek, un sale indiano che contiene zolfo e che proprio per questo va ben dosato, per evitare di sentire sul piatto puzza di uovo marcio: “Non è un piatto sanissimo – spiega Isabella Geraci – ma di certo è meno pesante della carbonara originale e, soprattutto, non contiene cibi di origine animale. Il sapore si avvicina molto. A livello visivo soprattutto è praticamente uguale”. Annamo bene, direbbe Sora Lella.
ANTIPASTO VEGANO
Per chi volesse fare un pasto completo vegano, Isabella ci propone un menu completo: “Si può cominciare con un antipasto a base di bruschette fatte con farine antiche, tipo perciasacchi o tumminia. Al composto per il pane si possono aggiungere barbabietole, che daranno un bel colore fuxia, e le olive nere. Sopra le bruschette si possono mettere un formaggio vegano – tipo tofu – pomodori secchi, anacardi e capperi. Un piatto un po’ mediterraneo. Si può anche optare per un formaggio morbido o spalmabile, a base di riso integrale germogliato. Però attenzione –
avverte – sono prodotti industriali ed è meglio non mangiarli ogni giorno. Un altro antipasto – continua – potrebbe essere un piatto di involtini di melanzane, ripieni di uva passa, pinoli e pomodoro in agrodolce”.
L’AVOCADO
Le alternative per chi non ama mangiare carne e derivati ci sono. Il cibo vegano è ricco di ingredienti che nella cucina normale, soprattutto italiana, non vengono utilizzati. Uno di questi è l’avocado, un frutto alcalino e versatile per molte ricette. E, proprio per questo, amato da Isabella: “Preparare una salsa guacamole è molto semplice – racconta – Io la uso in moltissime pietanze. E’ ottima come base per farcire pomodori e ortaggi, ma anche come salsa, al posto della maionese. Ottima sulle insalate. Un primo eccezionale, soprattutto per chi ha poco tempo, è la pasta col pesto, a cui aggiungo avocado, limone, aglio, pinoli, pepe e peperoncino. Frullo tutto e faccio mantecare con la pasta insieme ad un po’ di acqua di cottura”.
LA SOIA
Altro ingrediente molto usato dai vegani è la soia, che ha la caratteristica importante, per chi non mangia carne, di contenere un buon apporto di proteine. Ma come ogni cosa va usata con parsimonia: “Tutto fa male se ne abusi – dice la giovane vegana -. La soia agisce a livello tiroideo, ma se la mangi una volta la settimana non fa male. È un legume molto versatile, la uso come se fosse carne. Va però lavorata in un certo modo. Quando ho iniziato ho avuto delle difficoltà – ammette – ma una volta capito il metodo, la soia è eccezionale per cucinare i classici secondi della nonna a base di carne. Va messa a mollo con le spezie per qualche ora e poi spremuta. Si può dare quindi la forma che si desidera. Con la soia faccio il gulash, il kebab, lo spezzatino, la scaloppina e tutto ciò che mi suggerisce la fantasia”.
SCALOPPINA DI SOIA
Il secondo che ci propone Isabella è un piatto di scaloppine, fatto con la soia preparata e stesa a dovere, unita ad aglio in polvere, curcuma, curry, rosmarino e alloro. Una volta data la forma giusta, va panata e fritta, in olio di semi o di oliva. Per chi non ama il fritto va bene anche il forno. In una padella va preparato il soffritto con cipolla, sedano, carote, piselli, funghi e patate. A cottura ultimata la scaloppina va immersa nel preparato per qualche minuto, in maniera che possa assorbire il sugo delle verdure.
LA FARINA DI MAIORCA
Le mensole e i ripostigli dei vegani sono pieni di prodotti di ogni tipo, con tante varietà di legumi, di riso e di cibi, ai più sconosciuti. In una delle mensole di Isabella non può mancare la farina di maiorca, che la giovane salutista e vegana usa per preparare i suoi deliziosi dolci. Uno di questi è la crostata rustica, fatta con la preziosa farina integrale, non raffinata ma ricca di glutine, riempita con una crema al limone e finita con una copertura di more. “I dolci sono la mia specialità – afferma – ne preparo di ogni tipo. La farina di maiorca si sposa bene per ogni ricetta, ma consiglio, per renderla più leggera, di setacciarla prima di adoperarla, una sorta di raffinatura casalinga. Al posto delle uova nei miei dolci uso farina di semi di lino con acqua e olio di semi. Al posto del lievito uso il bicarbonato oppure il cremor tartaro che si trova nei negozi specializzati. È un lievito naturale estratto dall’uva. Come zucchero uso quello di cocco, che alza poco l’indice glicemico, oppure quello di canna. Ma anche il miele è ottimo e ha proprietà benefiche”.
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