Caro Paolo, tra le strade e le piazze di Palermo abbondano i volti affranti dei cittadini. Riemergono sentimenti contrastanti e ricordi eroici delle azioni tue e del collega, compagno e amico di sempre Giovanni. Giovani e anziani, traumaticamente e con una certa tristezza, ripensano al 19 luglio, a quella dannata strage di via D’Amelio, come al giorno in cui la città si fermò di colpo destandosi violentemente da un sogno di civiltà forse troppo grande.
QUEL GIORNO MANCO’ IL FIATO
Durante l’attentato terroristico non morirono solo Paolo Borsellino e i cinque agenti della scorta, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Ma anche la speranza e la sensazione di poter vincere una guerra, quella contro la criminalità organizzata che però rispondeva colpo su colpo. La mafia arrivava ovunque, nessuno era al sicuro. Colpiva in maniera anche eclatante, arrogante, teatrale. Paradossalmente, i più giovani nella sorte dei magistrati hanno intravisto non il buio ma la forza per edificare un futuro migliore. Ti hanno reso immortale, caro Paolo, e potrai così rivivere attraverso ogni loro sguardo. I palermitani non dimenticano.
SENSAZIONI INDELEBILI
Quel boato tra le strade cittadine, per chi l’ha vissuto, è indimenticabile. La paura e il terrore serpeggiavano per la città che si sentiva scoperta e indifesa. Chi la strage l’ha vissuta racconta odori e immagini che difficilmente verranno dimenticate. Il luogo che sembrava un campo di battaglia, l’odore di polvere da sparo che sarebbe continuato per ore dopo il botto e quello pungente di sangue e di carne bruciata. La nostra terra sarebbe cambiata per sempre.
L’IMPORTANZA DEL 19 LUGLIO
Qualcuno non ricorda il giorno esatto, altri sono preparati come a scuola. Altri ancora incespicano in clichè triti e ritriti. Una cosa, però, è certa: chiunque riconosce l’importanza degli eroi siciliani e di un giorno di memoria in loro onore. L’obiettivo comune è fare in modo che la storia non si ripeta. Mai.
PLAYLIST: 4 Luglio 1992 – Pippo Pollina
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