La tipica minestra arriquariata. Ci perdoni chi ci legge al di là dello Stretto per l’uso del dialetto, ma non c’è espressione che rende meglio il concetto. La fotografia è il racconto statico della realtà, quella che ritrae Leoluca Orlando e Carlo Vizzini seduti accanto alla presentazione del bando per l’acquisizione del Palermo calcio è la spiegazione sintetica del concetto. Palermo è statica, immobile, ferma su se stessa. . Una fotografia che racconta meglio (o peggio?) di mille parole lo stato del capoluogo siciliano. Ricorrere al passato come una polizza assicurativa di fronte ad un presente che si preferisce non vivere. Inaccettabile, sia che si parli di calcio o del futuro di una città che, come poche, continua a pagare gli effetti di una crisi economica che rende precario il presente e insondabile il futuro.
CITTA’ E CALCIO VANNO A BRACCETTO
Ci si ciba di argomenti alti nelle stanze del potere, perché vanno aggratis. La zuppa di latte è l’unico sostentamento che ci è consentito. E ci consoliamo dicendo che però digeriamo bene. Se ne vanno i giovani, non c’è più spazio per fantasia e creatività, il fermento di fine anni ’90 appartiene ad un’era geologica lontana nel tempo. Inutile girarci attorno, la fenomenale corsa di Palermo verso standard europei si è inesorabilmente fermata. E le vicende del Palermo ricalcano un declino a cui sembriamo rassegnati.
SAGRAMOLA, FOSCHI E PERINETTI
Ci sono tracce inequivocabili di passato anche nelle vicende calcistiche. Situazioni, uomini e cose che ritornano come il peggiore degli incubi. Storie di fallimenti, campi polverosi, conflitti con le istituzioni federali, ripartenze dal basso. E dal passato riemergono anche i personaggi che hanno banchettato nelle feste di ieri: Sagramola, Foschi, Perinetti. Sono loro gli Orlando del calcio palermitano.
GLI STESSI PROTAGONISTI
Come 32 anni fa i protagonisti del dietro le quinte sono gli stessi. Del resto, Palermo ha provato a ridisegnarsi il domani pescando nel cassetto dei ricordi e riconsegnandosi a Leoluca Orlando, con quella ineluttabilità che contiene una buona dose di sconfitta. Non esistono uomini per tutte le stagioni, ce lo ha insegnato lo stesso Orlando. Solo che forse non abbiamo letto la clausola in fondo al contratto. La regola vale per tutti meno uno. Cioè lui. E così Orlando si trova a gestire una nuova ripartenza. Allora si prese la scena per via del carisma, oggi per il ruolo.
L’AUTOREVOLEZZA DI GUARNOTTA
Oggi nel loro sguardo c’è meno entusiasmo e nelle loro sagome è visibile il peso del tempo che passa. A fianco di Vizzini e Orlando c’è Leonardo Guarnotta, magistrato e persona perbene, emblema di una stagione che speriamo non torni più. Conferisce l’autorevolezza necessaria al momento e l’indispensabile rottura con il recente passato. Cosa del tutto naturale – è il pensiero corrente – ma che, per esempio, non potrebbe garantire Piero Grasso, autorevole tanto quanto Guarnotta, ma troppe volte immortalato al fianco di Zamparini perché la cosa possa considerarsi casuale.
IL FUTURO DIETRO ALLE SPALLE
E non può considerarsi casuale che appartengano al passato anche i nomi degli addetti ai lavori che dovrebbero conferire autorevolezza alle istanze degli imprenditori che aspirano a far ripartire il Palermo. Sagramola contro Foschi significa Mirri contro Alessi. E tutti contro Perinetti che sarebbe l’asso nella manica di Ferrero. Almeno questo è ciò che i cantastorie pallonari confusamente ci raccontano e che non ci stupisce neanche un pò. Perché Palermo è una città che ha un bel futuro dietro alle spalle e che preferisce l’abbraccio consolatorio del passato al rischio vitale di vivere il presente.
PARLARE DI FUTURO
Palermo è la città del sindaco eterno che le ha regalato orgoglio e speranza quando serviva. Ma se si parla al presente o se si azzarda a cercare il tempo futuro, possiamo dire lo stesso? Sagramola, Foschi e Perinetti hanno tenuto alta la bandiera rosanero, stipendiati da Zamparini. E’ giusto ricordarlo, in tutti i sensi. Oggi sono le figure adeguate per una missione che sembra non meno ostica di quella di Orlando?
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