Quarantaduenne, nato a Milano da mamma pugliese e papà calabrese. Mimmo Lo Tartaro ha, però, scelto la Sicilia e precisamente Palermo per mettere su la prima associazione di wrestling su modello americano della città: la DSW – Dynamic Sicilian Wrestling. Il suo sogno? Un mondo di suplex e clothesline. Di bagarre organizzate tra il bene e il male, all’ultimo colpo, che ama sin da quando era bambino. Poi è cresciuto, si è innamorato e in seguito sposato. Insomma dall’isola non è voluto andare più via. “Sono partito per stare con mia moglie e, ovviamente per cercare lavoro. Inizialmente, però, è stato traumatico. Parliamoci chiaramente, non c’è la stessa professionalità di Milano sotto tanti punti di vista. Ma ho avuto fortuna, non mi posso lamentare. Lavoro in una palestra magnifica, ho trovato persone serissime. Lo stipendio arriva sempre puntuale e ho un contratto in regola. Sono grandiosi, mi hanno anche regalato un banner e le corde del ring. Adesso faremo uno show a settembre.”.
DAN PETERSON? FENOMENALE!
Purtroppo quello che non è calcio difficilmente funziona nella nostra terra, ma Mimmo ha provato. Ed è riuscito. “In precedenza molti si sono offerti di fare da sponsor per poi tirarsi indietro. Poca serietà”. La sua è un’associazione di wrestling (la prima per l’esattezza) che vede la luce a Palermo nel 2016, ora ha all’attivo tredici ragazzi più arbitri e commentatori. Ed è una lotta continua. In tutti i sensi. Ma, come in tutte le storie, vince l’amore. “La mia è una passione che nasce dal famosissimo show Wrestlemania 3 commentato da Dan Peterson”. Che in seguito avrebbe anche conosciuto alla presentazione del libro di Stefano Benzy. “Da casa vedevo questi giganti, con papà o lo zio, che lottavano. Non potevo che innamorarmi”. E infatti lo praticava con la sorella, o meglio, con i suoi giocattoli. “Picchiavo i suoi bambolotti e lei si immolava in loro difesa (ride)”.
MOSSE SICULE
Mimmo,appena arrivato in Sicilia, si da da fare e chiede al proprietario della sua palestra di aprire un corso di Wrestling. Lui gli rispose di si e che gli avrebbe concesso tutto il tempo di cui aveva bisogno. “I primi allenamenti non furono molto positivi, rimasero poche persone. Poi si aggiunsero sempre più giovani fino al nostro primo live. Ho trovato i ragazzi tramite una campagna sui social. Sono bravi, educati e molti di loro mi seguono dall’inizio”.
FACE VS HEEL
Proprio come negli spettacoli della famosissima WWE ci sono buoni e cattivi. “Non è una loro suddivisione, ma mondiale. Funziona così: deve esserci il malvagio e l’eroe. Il wrestling è una telenovela fatta sul ring. Immagina una scena del genere: un uomo sale sul ring e grida che Palermo fa schifo, così come l’arancina che tra l’altro si chiama arancino”. Non avrebbe vita lunga. “Poi entra l’eroe che invece dice di amare Palermo, la sua città, sventolando la bandiera della trinacria e gridando Viva Palermo e Santa Rosalia!. Scrivo anche le storie e le gimmick (comportamenti e caratteristiche) degli atleti, ovviamente insieme a loro”.
DA NORD A SUD
Ma è più facile fare wrestling a Milano o a Palermo? “Ho avuto a che fare, durante l’ultimo allenamento, con Kobra, un grande wrestler italiano, è venuto a fare un seminario. E mi disse che anche a Milano hanno dei problemi. Show cancellati e patti non rispettati. Quindi si, magari, ma avevo voglia di dare a questa splendida città un qualcosa che mancava. Io amo il wrestling tanto quanto amo Palermo e i palermitani. Il mio sogno è avere un giorno un contratto con una televisione”.
PUGNI? SI, MA PER GIOCO
Il tutto è servito in un’ottica anti-bullismo. “Cerchiamo sempre di combattere questo problema che ogni giorno appare sui giornali. Attraverso lo sport infondiamo autostima ai ragazzi. Insegniamo che le persone sono tutte uguali: hanno gambe, occhi, testa e respirano come noi. Perché sminuire il valore umano di un singolo?” E per quello che riguarda il combattimento, a dare le giuste dritte il 7 volte campione del mondo di kickboxing, il maestro Giuseppe Gabriele Mazzola. E scusate se è poco.
DON’T TRY THIS AT HOME
“Io sono la persona più tranquilla del mondo. Innanzitutto non si alzano le mani e non si usa la violenza. Mai. Il wrestling è spettacolo, intrattenimento, passione e divertimento. Non è un gioco. Siamo in una società assurda: gente che picchia in mezzo alla strada, knock out game et similia. Le persone stanno impazzendo. Mettiti nei panni dei miei amici quando gli propongo di scendere in Sicilia”. Ad esempio, è arrivata in visita la sorella di Mimmo e ha trovato uno spettacolo agghiacciante. “Le strade sono distrutte, sui marciapiedi sembrano siano atterrati gli Avengers e le vie sono piene di immondizia. E’ un peccato”. Magari sarà proprio lo sport a risollevare la nostra terra.
PLAYLIST: RISE UP – DROWNING POOL
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