Da Palermo a Pechino. Undici stati da attraversare, 40 giorni e 16mila chilometri percorsi. E’ l’impresa, che fa il compleanno, di Giovanni Cipolla, ingegnere chimico di Aragona. Il 30 luglio 2018. Giovanni. ha intrapreso un viaggio in macchina che sarà ricordato per sempre. A bordo? Inizialmente, oltre all’ingegnere, Francesco Ponzio, di Pantelleria e la palermitana Silvia Calcavecchio. Tre persone unite dalla passione per il viaggio che, quasi per gioco, hanno deciso di vincere una scommessa contro se stessi: arrivare in Cina con un “Pandino” Fiat.

Dalla Taverna a Pechino col pandino.W L'alcool

Pubblicato da Pietro Sutera su Domenica 5 agosto 2018

VOLERE E’ POTERE

L’idea del gruppo era quella di giungere in oriente in quaranta giorni per dimostrare che nella vita se si vuole qualcosa è possibile ottenerla. I tre si conoscono al bar Taverna Azzurra nello storico quartiere della Vucciria di Palermo e decidono di organizzare un viaggio avventuroso in una delle località più lontane. Tutti, con il giusto entusiasmo, possono raggiungere i propri sogni che, in questo caso, corrispondono a portare una Fiat Panda, mezzo umile e molto comune, dall’altra parte del mondo.

PERCORSOPechino Pandino

Dalla Puglia alla Grecia, dalla Turchia alla Georgia, passando per l’Azerbaigian, il Kazakistan, l’Uzbekistan, il Kirghizistan, la Russia, la Mongolia ed, infine, approdare in Cina. Un itinerario da film, testimoniato sui social network dalla pagina Instagram A Pechino col Pandino seguita da 76mila persone. Un viaggio alla scoperta del mondo e di se stessi tra soddisfazioni e difficoltà. Un’avventura talmente particolare da essere premiata come migliore iniziativa travel 2018.

UN PANDA IN TAVERNA

Serviva intanto un’auto. Quella che scelgono i tre è una vecchia Fiat Panda abbandonata in un magazzino. E’ ridotta così male che il proprietario decide di regalarla, ma servono i soldi per metterla in condizione di effettuare la mastodontica traversata. In soccorso dei ragazzi arriva il bar Taverna Azzurra che prende a cuore il progetto: l’auto viene sistemata e tinta di bianco e azzurro, i colori del pub. Ovviamente l’impresa c’è e si vede. I ragazzi vengono contattati da giornali, radio locali, nazionali e da sponsor. La macchina non è partita ma il viaggio è già iniziato.

QUI VIENE IL DIFFICILE

A circa metà tragitto, appena arrivati in est Europa, Silvia e Francesco, chi per un motivo chi per un altro, decidono di tornare in Italia e Giovanni continua il viaggio da solo. Cominciano i veri problemi e lo sconforto. La solitudine si fa sentire, i terreni diventano sempre più impervi. Sia il Kazakistan che la Mongolia sono distese sconfinate, spesso disabitate e con strade dissestate. C’era paura anche per il mezzo.

TEMPO DA LUPI

Oltre che per se stessi. Una notte, mentre dormiva all’interno della Panda, in una strada di montagna vicina alla Mongolia, si è svegliato per dei rumori provenienti dall’esterno della macchina. Qualcosa grattava la carrozzeria. C’era freddo e i vetri erano appannati. Impossibile scoprire la creatura con il flash del cellulare. E quando se ne andò il sonno era ormai perduto. Di mattina, inoltre, si ritrovò sotto una copiosa nevicata e solo per pura coincidenza riuscì a rimettere in moto l’auto e raggiungere la Mongolia. Un traguardo epico.

MADE IN CHINA

Il Pandino, sfortunatamente, non riuscì ad entrare in Cina. Intero almeno. Giovanni venne, infatti, fermato al confine per difficoltà (oggettive) nel produrre la documentazione necessaria per importare il veicolo. Ma non si arrese: staccò lo specchietto retrovisore, lo portò con sé e terminò il viaggio.

DI NUOVO?

Poi, però, bisognava decidere cosa fare per tornare. I soldi erano ormai pochi e spedire la macchina dalla Cina era impossibile. Ecco l’idea: si torna in Panda, passando per la Russia magari. E Giovanni ce la fece. Percorse altre migliaia di chilometri e sbarcò in patria.

CI VEDIAMO IN TAVERNA

In Italia la gente ormai lo riconosce, i fans gli chiedono selfie e autografi. Basta notare il particolare veicolo, provato ovviamente dal viaggio, all’esterno dei locali per fiondarsi dall’eroe. Il ritorno a Palermo, in auto fin dentro la Taverna Azzurra, è indimenticabile. Applausi a scena aperta e una folla scatenata che festeggia l’impresa. Giovanni finalmente potrà riposare comodo. Senza offesa per la compagna di viaggio.

PLAYLIST: CA PLANE POUR MOI – PLASTIC BERTRAND