Il post è di quelli da incorniciare. Recita così: “Uno è giovane, bello, bravo, palermitano e di successo. L’altro è Vittorio Magazzù”. Segono risate e faccine. L’autore è Cocò Gulotta, attore e abituale frequentatore dei social. Vediamo dove dice la verità. Palermitano lo è, bravo anche. Di successo? Non per quello che meriterebbe uno che sa fare tutto e di cui ci siamo occupati, proprio alla vigilia del Festino di Santa Rosalia, di cui è stato indiscusso protagonista.
TOGNAZZI CHIAMA MAGAZZU’
Bello? Giudicate voi, io arriverei al massimo a “è un tipetto”, ma niente di più… Non mente neanche quando dice che l’altro è Vittorio Magazzù, 22enne palermitano che belloccio lo è sul serio, attore in prepotente ascesa, almeno a vedere cosa ha messo insieme in questi ultimi 2 anni. Da “Questo nostro grande amore ’80” con Neri Marcorè e Anna Valle a una partecipazione in Don Matteo con Terence Hill, sino a La vita promessa, diretto da Ricki Tognazzi.
GULOTTA – MAGAZZU’, CHE TANDEM
E proprio il regista, figlio dell’immenso Ugo Tognazzi, uno dei re della commedia all’italiana degli anni ’60, l’ha ancora una volta voluto con sè sul set di La vita promessa 2, il sequel della fiction che andrà in onda su Rai1. Guarda caso, sul set allestito a Bucarest, ha incrociato la strada di Gulotta, un fratellino maggiore a cui lo lega non solo il luogo natio.
CLAUDIO GIOE’ E LE TRUPPE GARIBALDINE
I due, infatti, hanno calpestato lo stesso suolo scolastico, quello del liceo classico Garibaldi di Palermo, che ovviamente deve sollecitare l’insana voglia di sipario. Più o meno coetanei di Gulotta, sono passati da quelle aule Claudio Gioè – uno dei membri del club della meglio gioventù attoriale d’Italia – e Paolo Briguglia, tanto per citare i primi nomi che vengono in mente.
LE ASCELLE DI LO CASCIO
Dal Garibaldi passò anche Luigi Lo Cascio che contendeva a Gioè lo scettro della popolarità di questa nidiata di talenti di cui faceva parte anche Corrado Fortuna. Ma con Lo Cascio il cerchio si chiude grazie al solito Gulotta: entrambi dividevano il palco ai tempi de Le Ascelle, gruppo di cabaret che ebbe il suo ridotto momento di gloria prima di lasciare spazio alle carriere soliste dei suoi principali componenti.
UN LICEO DI TALENTI
Talento, vanità e voglia di palco, era di fatto il condimento del pane e panelle delle ricreazioni del Garibaldi, se si considera che oltre ai succitati, il liceo ha aperto le sue aule anche al regista Robertò Andò, al compositore Marco Betta, a Francesco Giambrone, attuale soprintendente del Teatro Massimo di Palermo, a Totò Rizzo, storica firma delle pagine culturali del Giornale di Sicilia e autore a sua volta della delicatissima piecè Le Mille bolle blu e al molto più che mago Francesco Scimemi, a Giovanni Mazzara, anima di molti progetti teatrali. E chiedo scusa se dimentico qualcuno.
IL FORO MANCATO
Oggi Gulotta e Magazzù si ritrovano fianco a fianco. Del primo molto si sa e si è scritto, del secondo si possono aggiungere alcune note biografiche non ufficiali. Appartiene ad una famiglia che ha l’attività forense nel sangue, il giovane Vittorio ama dire che fare l’avvocato sarebbe stato il suo piano A. Troppo facile, però. E quindi spazio al piano B. Cioè, fare l’attore.
IL GRANDE SOGNO
Se ciascuno potesse davvero inseguire la felicità quale traguardo della propria esistenza, se potesse chiudere ogni forma di condizionamento (economico, culturale, familiare) in uno scrigno da buttare in mare, dovrebbe fare come lui, fottersene delle altrui aspettative ed edificare il palazzo del futuro. Giorno per giorno. Magari sopportando anche il selfie con Gulotta, in fondo un piccolo prezzo da pagare per chi crede nel grande sogno.
A luci spente– Mi piacerebbe riscrivere quanto prima questo pezzullo aggiungendo alla lista dei talenti sbocciati al Garibaldi il nome di Isabella Rizzitello, da poco diplomata alla scuola di teatro Paolo Grassi di Milano. Questo corsivo sia l’augurio e l’auspicio che tanti ex garibaldini come il sottoscritto le rivolgono adesso che si alza il sipario e c’è lo spettacolo della vita da mettere in scena.
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