Altro che celeste, come diceva Cocciante. La nostalgia è canaglia, a dar retta ad Al Bano e Romina. Mentre si è intenti a fare altro, arriva quell’onda emotiva che travolge, lasciando dentro un retrogusto agrodolce. E la memoria, volitiva compagna di vita, non lascia scampo, mette in fila uno a uno i ricordi e li ripropone senza preavviso.

RICORDI

C’è la voce di una mamma che in quella casa sulla collina, canticchia “Svegliatevi bambine” per gettare giù dal letto le figlie che non vogliono saperne di alzarsi. Quella donna bruna, con cui  si litiga da quando è arrivata l’età della ragione e che si ama più di quanto si sia riusciti a dirle, fra qualche ora inseguirà le bambine in spiaggia con la crema solare in mano, cercando di prevenire ustioni di terzo grado. E loro la detesteranno, nella stessa misura in cui  le loro figlie oggi le detestano quando lo fanno.

LEZIONI DI GUIDA

E poi c’è quel pomeriggio in cui si è per la prima volta constatato che di necessità si fa virtù. I genitori hanno beccato le figlie, una 16 e una 14 anni, mentre hanno deciso di fare un giro nella scassatissima 500 tenuta in campagna. Rassegnati di fronte all’evidenza che l’avrebbero fatto comunque, al padre non è rimasta altra scelta che dare loro rudimentali lezioni di guida.

IL SAPORE DELLA LIBERTA’

“Frizione abbassata e ingrana la marcia” dice e alle due sorelle sembra di toccare con mano un tesoro prezioso e unico, la libertà che mai più sentiranno così tangibile come in quel momento. “Ro ti vengo a prendere”, comunica la maggiore delle due all’amica del cuore, anche lei distante qualche anno dalla maggiore età.

UN POMERIGGIO INDIMENTICABILE

Quando l’incosciente sedicenne arriva trionfante alla guida della macchina, subito esce la zia Lina, la nonna dell’amica che per la ragazza è un pezzo di cuore, a raccomandare di stare attente, a rimproverarle preventivamente. Tanto, come insegna il detto famoso, un motivo per farlo c’è comunque. E in effetti è davvero così.

ISTANTANEE LONTANE

Da lontano, in quel pomeriggio di un agosto di quasi trent’anni fa, si vede una sagoma familiare in pantaloncini corti e canottiera. “Ma che fa tua sorella” chiede l’amica, osservando quella ragazza riccia che con più di 40 gradi e nonostante i divieti materni, si allena. È morta dalla stanchezza, ma non vuole ammetterlo e continua a correre.

LA 500 SGARRUPATA

Non potrebbero essere più diverse le due sorelle, che in comune hanno l’adorarsi, l’orgoglio e la cocciutaggine. Conoscendo quanto sia testarda, per convincere la sudata atleta a salire in macchina, inventano un appuntamento. Sanno bene che dicendole “Riposati”, l’altra continuerebbe a correre a costo di stramazzare. Con una scusa, la riccia si ferma, accetta l’invito e quella piccola ‘500 sgarrupata si riempie ancora di più.

“SE TU NON TORNI”

In quel trabiccolo iniziano a cantare a squarciagola la canzone trash di quell’estate, “Se tu non torni”, imitando anche le movenze di Miguel Bosè che a loro sembra un uomo fatto e compiuto mentre non ha ancora trent’anni. Quando stanno per fare la retromarcia spunta Michele. È monello, lo è sempre stato. Un monello a cui non si può non volere bene, perché ha un cuore grande, molto più grande della sua stazza che piccola non è mai stata.

LIBERI, LIBERI

“Dove andate a cusciuliare?” domanda e un minuto dopo ride, con quella risata fragorosa che si riconosce lontano un miglio. Sembra di risentirla ora, in questo momento e invece, ma quanto è bastardo il destino, non si potrà sentire mai più. E oggi non resta che chiedersi, come cantava Vasco, “Finché eravamo giovani, era tutta un’altra cosa, chissà perché, chissà perché”.

Playlist: Liberi Liberi – Vasco Rossi