Ve lo ricordate il tempo delle comitive? Sono trascorsi diversi anni, tanti da aver fatto passare di moda persino il termine. Le comitive stanno al gettone telefonico come come i gruppi social agli smartphone. Io di comitive ne ho avute giusto un paio, la primordiale dalle parti di casa mia tra via delle Madonie e via Abruzzi, era formata da scalmanati, scanzonati e scapigliati e non continuo per mancanza di altri qualificativi che comincino per sca.

I NUCLEI SCONVOLTI CLANDESTINI

Era il luogo dei Nuclei Sconvolti Clandestini, guardati a distanza con ammirazione, e di improbabili slogan, dall’impegnato  “Quando la cacca avrà valore i poveri nasceranno senza culo” o di quelli più futuristi “Libera scopa liberi ramini, nuclei sconvolti clandestini” che richiamavano il vietato vietare di qualche annetto prima.

VILLA SPERLINGA E LO SPEAK EASY

La seconda grande casa è stata villa Sperlinga, covo di anarchici e libertari, almeno prima che l’eroina seppellisse sogni di purezza e anime tormentate. Mai avrei potuto far parte di comitive tipo quella del Fiamma, riservata per motivi logistici alla popolazione gonzaghina e agli adepti del vorrei ma non posso. Oppure alla tribù che stazionava dalle parti di Piazza Europa, gente con la disco in testa e il sabato prenotato vita natural durante a dimenarsi nelle piste dello Speak Easy.

LE GANGS NOSTRANE

Le comitive avevano il sapore nostrano delle gangs di New York, controllo del territorio e senso di appartenenza, ma più il secondo del primo. Violenza pari a zero, per fortuna, che già ci bastava l’assaggio della contrapposizione rosso/nero che a Palermo non ha assunto toni drammatici solo per culo.

BATTITORE LIBERO

Per far parte di una comitiva bisognava avere una certa dose di fideismo, qualità (per così dire) che mi è sempre mancata. Motivo per cui ero considerato un battitore libero. C’ero se mi andava di esserci,  il mio lato critico lo esercitavo con l’assenza.

RICREAZIONE CONTINUA

Poiché cu nasci tunnu eccetera eccetera, confesso che ho fatto fatica ad accettare anche le successive evoluzioni delle comitive, che nell’era dei social si chiamano gruppi. E sono arrivato, a qualche decennio di distanza da Villa Sperlinga,  a farmi coinvolgere da un gruppo di scalmanati, scanzonati e scapigliati nella più bizzarra ricreazione continuata che potessi immaginare.

LA FESTA DEI DUE MONDI

Liceo Garibaldi in Autogestione – Al Tony’s Bar è la comitiva virtuale che mi sono concesso alla mia veneranda età. Laura, la mia musa e compagna di vita, sostiene che è luogo perfetto per chi per tanti aspetti è rimasto dalle parti di via Canonico Rotolo. Una maniera gentile per darmi del cazzone, credo. Però anche lei è con me, garibaldina come me, reporter come me di questa Festa dei Due Mondi che le menti usurate di Antonio Aiosa, Laura Pasquini, Mario Basile, Turi Angilella, Menotti Porcu e Marcello Infantellina hanno messo in cantiere.

LA MOSTRA FOTOGRAFICA

Non immaginatevi la solita riunione di reduci, c’è più cazzeggio che nostalgia come abbiamo già avuto modo di documentare. Ma c’è anche voglia di raccontare e raccontarsi. E grazie all’impegno di Aldo Belvedere è venuta fuori pure una mostra fotografica, roba seria che meriterebbe di trovare un suo pubblico anche al di là dei social.

GLI INTREPIDI GARIBALDINI

E poi ce ne sono altre foto, quella della festa e del centinaio abbondante di intrepidi ex garibaldini che hanno sfidato il tempo – non solo meteorologico – e che ci riportano al tema delle comitive, dove si consumavano sogni e speranze, si beveva e si provava a fare l’amore. Allora in maniera veramente virtuale, oggi chissà.

Playlist: Il Garibaldi innamorato – Sergio Caputo