“Come ogni anno quando divampano gli incendi in Sicilia siamo costretti a leggere molti politici, molti giornalisti o commenti di gente comune, che dal pulpito della propria tastiera parlano dando giudizi, proponendo soluzioni, puntando il dito contro qualcuno. Poi quando si leggono per intero gli articoli o si ascoltano alcuni interventi, ci si rende conto purtroppo che molti parlano di cose di cui non hanno una conoscenza completa e ne parlano con una superficialità che fa rabbrividire”.
I VERI PIROMANI
Così ci scrive Pierluigi Manca, segretario generale della Fai Cisl Sicilia, che interviene sulla questione dei piromani. “Premesso che chi appicca un incendio o direttamente o in via indiretta – afferma – lanciando magari un mozzicone di sigaretta dal finestrino, è un delinquente e per questo va perseguito come ogni cittadino che commette un reato. Se il delinquente in questione è un forestale, non si può creare il teorema per cui sono i forestali che lo fanno per vari interessi personali. Chi prova a dimostrare questo teorema assurda, lo fa per speculazioni di basso profilo cercando giustificazioni ad altri problemi e provando a scaricare responsabilità su altri”.
BASTA CON I PROCESSI SOMMARI
“La classe politica e le istituzioni devono affrontare il problema della gestione della risorsa bosco e della sua valorizzazione proprio per prevenire il rischio degli incendi e renderla un volano economico per la Sicilia. Vorrei anche ricordare che la Regione Siciliana essendo il datore di lavoro di questi lavoratori, ha tutti gli strumenti giuridici e contrattuali per prendere provvedimenti se è a conoscenza che qualcuno ha commesso un reato e o è un lavativo. Quindi basta con le accuse e i processi sommari. I lavoratori forestali non lo meritano”.
OCCORRE RISPETTO
“Occorre quindi rispetto per queste persone che sotto il sole cocente e in condizioni spesso disagiate e per poche migliaia di euro l’anno, prestano servizio per difendere e mantenere il bosco e di quelli che durante la campagna antincendio mettono a repentaglio anche la loro vita per spegnere il fuoco. Lo fanno spesso in silenzio e per molte ore al giorno. Ricordate tutti: un lavoratore forestale addetto al servizio anti incendio boschivo anche quando ha finito il suo turno di lavoro, ma il fuoco non è spento non lascia mai la sua postazione e spesso lavora anche più ore rispetto al suo turno”.
DENUNCIAMO I DELINQUENTI
“Questo vuol dire dedizione, attaccamento al lavoro. Per i lavoratori forestali il lavoro è anche una missione e sono i primi a dire che se c’è qualche delinquente che appicca fuoco va denunciato e arrestato senza se e senza ma.Chiediamo quindi a tutti quelli che sanno, di parlare e di denunciare e non sparare nel mucchio per andare qualche giorno sulle prime pagine di giornale”.
PRIORITARIA LA TUTELA DELL’AMBIENTE
“Come sindacato siamo da anni in prima linea e pronti al confronto per migliorare le condizioni di lavoro, per migliorare l’organizzazione del lavoro perché crediamo che quanto fatto per la difesa e la manutenzione dell’ambiente debba essere una priorità dell’agenda della politica”.
CI METTIAMO LA FACCIA
“Lo abbiamo fatto mettendoci la faccia: nel contratto abbiamo chiesto e ottenuto di inserire due comitati paritetici proprio per discutere di organizzazione del lavoro e degli interventi da fare. Purtroppo a quasi un anno dall’approvazione del contratto integrativo regionale dei lavoratori del comparto forestale i due Assessorati competenti non hanno convocato ancora l’organismo. Chiediamo oggi con forza di attivare subito i comitati paritetici che sono il luogo migliore per avere un sistema di relazioni sindacali evoluto”.
NEL RESTO D’ITALIA
“Sfatiamo poi alcuni numeri: i circa 20mila lavoratori forestali sono per il 90% lavoratori stagionali. Quello “più fortunato” ovvero chi effettua 151 giornate, guadagna in un anno circa 7-8mila euro e poi aspetta la disoccupazione agricola. La spesa complessiva per il mantenimento del servizio è pari o inferiore a quello di altre regioni italiane che hanno una superficie boscata inferiore a quella siciliana. L’unica sfortuna che hanno i lavoratori forestali in Sicilia è l’essere dipendenti della Regione tramite due assessorati. Quanti sono e quanto costano è scritto nero su bianco nel bilancio regionale. In molte altre regioni italiane invece non si opera in maniera diretta ma in maniera indiretta con appalti esterni”.
I TRADIMENTI
“Consiglio a tutti di rileggere un articolo di qualche settimana fa in cui un lavoratore forestale/antincendio raccontava il suo lavoro. Sarebbe la cosa migliore per ridare dignità a persone che oggi si sentono tradite, indignate e deluse e a cui capita anche il paradosso che dopo una giornata passata in mezzo al caldo e al fuoco quando tornano a casa devono rispondere a figli che gli chiedono perché in televisione dicono che lui ha appiccato il fuoco”.
SERVONO RIFORME
“Come Fai Cisl chiediamo a tutti e soprattutto alla politica un atto di responsabilità e soprattutto di aprire finalmente una stagione di riforme. Insieme a Flai e Uila abbiamo presentato un proposta di riforma complessiva del settore. Lo abbiamo fatto parlando con tutti i forestali della Sicilia per condividere con loro e con l’opinione pubblica la nostra proposta trovando ampia condivisione”.
LE COMPETENZE
“Lo abbiamo fatto indicando priorità e proposte concrete per migliorare il lavoro dei forestali, ampliandone le competenze anche fuori da bosco. Pensiamo ad esempio alle zone comunali e/o private che oggi non hanno nessuna manutenzione e da dove spesso partono gli incendi. Questo lavoro va fatto però in una ottica di attività aggiuntiva e con programmazione e non come avviene oggi, penso ad alcuni interventi nei comuni, in maniera disarticolata e spesso priva di una logica che persegui l’obiettivo di salvaguardare la risorsa bosco. Pensiamo quindi ad una riforma complessiva del settore che punti anche all’economia verde, all’utilizzo anche per fini turistici”.
CONVOCATECI
“Si devono attivare percorsi di economia circolare che consentano anche di attivare processi aggiuntivi di sostenibilità economica. Questo percorso, se avviato, consentirebbe di qualificare il lavoro dei forestali, di prevenire l’abbandono delle aree interne rurali dandone anche un contributo allo sviluppo economico e avviare quel percorso di stabilizzazione che la politica si ricorda di citare solo quando si avvicinano le elezioni. Chiediamo con forza di essere convocati a breve per fare una valutazione seria e compiuta di quanto accaduto negli ultimi ultimi giorni in un confronto costruttivo e nell’ottica di una migliore programmazione per il futuro del comparto”.
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