C’erano i bambini, tanti. C’erano le ragazze. Quelle di vent’anni, ma anche quelle di 40 o di 60, magari al seguito di mariti e compagni, figli e nipoti, ma comunque ugualmente belle e “ragazze”, tutte agghindate di rosa e nero.

GLI ULTRAS GENTILI

C’erano gli ultras della Curva Nord, allegri, colorati e festanti come nei giorni più gloriosi, quelli dell’alta classifica in serie A, ma adesso forse ancora più genuini, puliti, in qualche modo romantici. E gentili. Come quando uno di loro chiedeva con una cortesia d’altri tempi ad alcune signore di spostarsi un po’ più in là in modo da permettere al gruppetto di tifosi organizzati di mettersi tutti insieme.

EMOZIONATI E COMMOSSI

C’erano poi loro. I tifosi “comuni”, quelli che andavano allo stadio da una vita e però negli ultimi anni, in serie A e B, non sono più andati, imponendosi una rinuncia persino dolorosa, in segno di protesta contro la scellerata gestione Zamparini. E invece ieri c’erano, alcuni emozionati e commossi.

SIAMO TUTTI MATTI

C’era la gente di Petralia, allegra, accogliente e soprattutto curiosa, nel vedere questa marea rosa di palermitani riversarsi sul loro bel territorio nel cuore delle Madonie a intonar cori e far festa. Avranno pensato che siamo tutti matti a salir fin lassù per salutare una squadra di serie D. Ignari del fatto che ieri non si celebrava l’inizio di una stagione calcistica qualunque, né tantomeno una categoria.

LA RINASCITA

Bensì una rinascita. E quando nasce, anzi RI-nasce, qualcuno o qualcosa cui vuoi da sempre un gran bene, è festa grande a prescindere da tutto.

E infatti festa è stata. Non solo e non tanto per il gran numero di presenti, i cori incessanti, gli applausi, la vicinanza tra i sindaci dei due comuni, Palermo e Petralia, le parole cariche di sentimento e di senso di appartenenza del presidente Mirri; o ancora, per i selfie coi giocatori, tra i quali alcune vecchie conoscenze come l’intramontabile Mario Alberto Santana, o come l’acclamatissimo Accardi.

COME DICE MIRRI

Oppure i ragazzi nuovi, inevitabilmente sconosciuti per un pubblico abituato alle serie maggiori, ma che comunque, come dice Mirri, per noi sono i giocatori più forti del mondo perché indossano la maglia rosanero. Anche per tutto questo, dicevo, ma non solo per questo.

LA FESTA GRANDE

La festa grande è stata soprattutto per l’emozione di rinascere, la voglia e l’aria di pulizia dentro e intorno al nuovo Palermo, dove persino la dimensione in qualche modo “casalinga”, il verde delle Madonie, conferisce un suggello di genuinità che profuma di fresco.

L’EMOZIONE

La categoria conta, per carità, sarebbe sciocco dire che serie D o serie A siano la stessa cosa. Ma conta più di tutto l’emozione che c’è dietro i colori di una maglia e questa non bada alla categoria.
Bentornato Palermo. Ci sei tanto mancato in questi ultimi anni.