Francesco Amoroso è un nome che ai più non dirà alcunché, perché per tutti lungo la costa che va da Palermo a Cefalù, lui era Cicciuzzo. Amoroso, morto nel 2013 a 82 anni, è il fondatore dell’omonima gelateria oggi presente a Termini Imerese e a San Nicola l’Arena, ma soprattutto è una leggenda per come ha costruito la sua fortuna imprenditoriale. La prima attività è stata una taverna a Termini, presto trasformata in bar.
GLI INIZI
Gli inizi sono stati difficili, sino all’intuizione che negli anni ’60 cambiò le carte in tavola. La rosticceria di Amoroso sarà infatti la prima a installare un Juke box e per questo diventerà punto di riferimento di tutti i ragazzi del paese. Al bar seguirono un ristorante – pizzeria nella zona del porto prima, poi un bar tavola calda accanto alla posta di Termini Imerese sino alla svolta, quel chioschetto costruito nel belvedere della cittadina. Inizialmente sceglie di vendere solo focacce e riscuote consenso tanto da decidere di proporre ai sui clienti il gelato.
IL GELATO IMBOTTITO
Un gelato che è diverso da tutti gli altri, perché è “imbottito”, come spiega orgoglioso Amoroso ai suoi clienti. I must diventano i gusti ‘Capriccio’ e quelli ‘cassata siciliana’ a oggi ancora inimitabili, nonostante i tanti tentativi. Il successo è raggiunto, ma Amoroso freme e sperimenta una nuova forma di vendita, un commercio acquatico per così dire.
LA BARCA DEI DESIDERI
In una barca da pescatori adattata a gelateria ambulante, l’uomo gira per tutte le spiagge del litorale, vendendo gelato. Diventa ben presto un’icona fra tutti i frequentatori di questo bellissimo tratto di costa. Spegne il motore dell’imbarcazione e fa partire il motivetto ‘O Susanna’ per annunciare il suo arrivo.
ICONA DEI RAGAZZINI
A riva lo trainano i ragazzini, ai quali poi regala un grande cono gelato, per ringraziarli dell’aiuto fornito. I bambini di un tempo, oggi diventati uomini ultra quarantenni ricordano ancora il gusto unico di quel gelato, sia per la bontà del prodotto, sia perché per la prima volta allora ricevevano una sorta di paga per un lavoro svolto.
UN MITO CHE RESISTE
Seguirono poi altre innovazioni che attirarono sempre più clienti. Sperimentò un nuovo modo di presentare il gelato, a forma di piatto di spaghetti, di salsiccia e di uova. DI lui oltre al gelato, si ricordano le uscate, una sorta di focaccia, insieme alla pizza e al panino a metro. Le attività da lui create oggi sono ancora attive e fiorenti, puntualmente strapiene soprattutto d’estate. Il mito di Cicciuzzo, al secolo Francesco Amoroso, resiste al tempo per la gioia del palato.
Be the first to write a comment.