Tuppuliàri. Tuppuliare per i siciliani, come recita il dizionario dialettale, è il bussare alla porta con un battente o con le mani. E’ antichissima l’etimologia del vero, che deriva dal greco τύπτω, ovvero battere e che è una voce onomatopeica che riproduce il suono tup – tup, quello che viene prodotto dal battere.
DA EST A OVEST
Nella Sicilia occidentale, si pronuncia tuppuliare, mentre in quella orientale diventa tucculiare, ma il significato resta lo stesso. Il siciliano, con la consueta capacità e fantasia linguistica, ha esteso il termine a molteplici significati, uno usato per esempio, per distinguere un ospite amante del bon ton da uno più disattento alle regole del galateo.
IL GALATEO PREVEDE
Con “tuppuliare con i piedi” infatti si suggerisce agli invitati di portare qualche dono. Avendo le mani impegnate nel tenere quest’oggetto, di sovente un magnifico vassoio di dolci o una sfavillante torta, l’invitato non potrà che bussare, tuppuliare per l’appunto, con le uniche estremità libere ovvero i piedi. La regola vuole che il padrone di casa finga stupore per il cadeaux ricevuto, ma è chiaro che si tratta di un gioco delle parti. Chi arriva a mani vuote in una casa siciliana, difficilmente riceverà un secondo invito.
L’AMORE CHE BUSSA ALLA PORTA
Anche nelle questioni di cuore, il tuppuliare gioca un ruolo importante. Un antico – e fondatissimo – detto molto in voga nel catanese, ricorda che “Quannu l’amuri tuppulìa, non lu lassari ammenzu a la via” – (Quando l’amore bussa, non lo lasciare in strada.). Un consiglio da seguire senza esitazione, soprattutto perché, come ogni siciliano che si rispetti sa benissimo, “ogni lassata è persa“.
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