Luca Giacoletti nel ricordo di Giulia Noera.
Ci sono storie che sono davvero difficili da raccontare, ma sono storie che è un dovere raccontare, perché il ‘merito’ è più forte del dolore: e questa è la storia di Luca Giacoletti e di quello che sta (ancora, sempre) intorno a lui.

LA TRAGEDIA

Il momento più difficile per tutti noi è stato dopo qualche giorno, quando ce ne siamo resi conto, perché al’inizio sembrava soltanto un incubo impossibile: Luca non c’era più.
Non ci credevamo, nessuno ci credeva. Un ragazzo cresciuto letteralmente nell’acqua, un nuotatore ‘campione’ ed esperto, che dall’acqua era stato tradito. Cosa era successo? Esattamente un anno fa, un banale recupero d’ancora, per uno come lui, in mare all’Addaura. Inutili i soccorsi.  L’aveva fatto chissà quante altre volte, senza mai eccedere, perché Luca non era un gradasso: era un giovane abituato a gestire le criticità. Ed è per questo che è stato tutto ancora più inaccettabile: un ragazzo di vent’anni, non può morire per questa banalità.

LA SUA FAMIGLIA

Invece è accaduto, ed è la vita, sulla quale tutti ci dobbiamo chinare a riflettere ogni giorno. Luca lo conoscevano in tanti, cosi come in tanti nell’ambiente natatorio e non solo, conosciamo bene la sua splendida famiglia. E non lo dico “per l’occasione”, lo dico da sempre: la mia stima infinita per Gabriele, il più grande dei quattro fratelli e sorelle Giacoletti, mi ha fatto poi conoscere i genitori, Mimmo e Rossella, e ho capito da dove veniva fuori tanta tenacia, tanta volontà, tanta educazione.

UN COMBATTENTE

Poi, c’era lui, Luca, inizialmente in piscina “il fratello di Gabriele”, che però piano piano, risultato dopo risultato, era riuscito a guadagnarsi la stessa stima che tutti avevano per il fratello maggiore. Un combattente, Luca, mai domo. Un suo ex allenatore, racconta di quando, pur di far parte di una staffetta vincente dalla quale, per motivi cronometrici, rischiava di essere escluso, lui si fece iscrivere a una gara fuori città, pur di riconquistare quel traguardo che agognava tanto. E, naturalmente, ci riuscì.

BENEMERITO DELL’ATENEO

Malgrado lo sport agonistico, malgrado si pensi, erroneamente, che chi fa tanto sport per tante ore al giorno debba trascurare gli studi, Luca, non trascurava nulla e primeggiava anche li: il Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Palermo, Fabrizio Micari, lo scorso marzo, ha conferito a Luca (post mortem) l’onorificenza di Benemerito dell’Ateneo, proprio per il suo impegno ed i risultati conseguiti con grande eccellenza.

UN TRASCINATORE

 Non trascurava nemmeno il divertimento, visto che da sempre era un trascinatore anche fuori dalla piscina, come lo ricordano i suoi tanti amici.
 Oggi, ho voluto raccontare questa breve storia di un giovane eccellente della nostra città perché lo meritava e per ricordarlo.
Anche se, ne sono certa, nessuno di noi lo dimenticherà mai.
 La messa in ricordo di Luca sarà celebrata questa sera, alle 19, nella chiesa Gesù, Maria e Giuseppe (Sacra Famiglia) in via Ausonia.