Il volto di Massimo Milani, anzi una sua interpretazione quasi metafisica, è diventato un murale. Chi conosce Milani comprenderà che si tratta di un’iniziativa dal carattere quasi eversivo per la storia di questo militante vivente dei diritti dei gay e dei transgender. E ancora più forte appare il messaggio perché dietro questa iniziativa c’è una storia, per nulla edificante, tutta da raccontare.
IL MURALE DI ACQUEDOLCI
Il murale in questione, che compare in un edificio di Acquedolci, paese di 5.000 anime in provincia di Messina, è un ingrandimento di una tela che lo scorso luglio è stata esclusa, a Palermo, da una mostra collettiva in onore di Santa Rosalia, la patrona della città. L’opera di Irene Falci non è stata ritenuta dal curatore dell’evento in linea “con il concetto di grazia”. Posto che rientra nel potere di chi allestisce una mostra accettare o respingere un’opera, restano però parecchi dubbi sulla decisione, più che sulla motivazione.
IL SIMBOLO MILANI
Milani è un simbolo, Palermo è da anni piazza prescelta per il Gay Pride e il sindaco Orlando non ha lesinato il suo sostegno istituzionale, senza timore di critiche e sberleffi. Il quadro sarebbe stata la santificazione, se ci è consentito il termine, di un percorso.Che si può condividere o meno, ma questo è. E invece cosa accade? Che Santa Rosalia e Massimo Milani non s’incontrano, vietato mischiare sacro e profano, anche quando l’aspetto sociale preminente lo giustificherebbe.
PUZZA DI CENSURA
Opportuno ricordare che le celebrazioni di Santa Rosalia sono interamente a carico del Comune. E con tutto il rispetto per le intelligenze e le competenze di chiunque, sale alto l’olezzo di censura. Censura nei confronti del simbolo di quella manifestazione che porta sulle strade e dentro le coscienze dei palermitani la sacralità dei diritti dei gay.
PERCORSO PUBBLICO E INTIMO
“E’ vero – sottolinea Irene Falci – Milani è simbolo di un percorso pubblico e intimo. Rappresentare questa opera sotto forma di murale rappresenta una resistenza alla resistenza di chi non ha voluto vedere Massimo nelle vesti di Rosalia Sinibaldi. Non ha avuto dubbi quando sono stata contattata per decorare un muro di Acquedolci, ho subito pensato al ritratto di Massimo”.
PALERMO LIBERA DAL PREGIUDIZIO
Il titolo dato al murale è una vera e propria tagliata di faccia: “Palermo free from prejudice“. Provocazione nella provocazione, Palermo libera dal pregiudizio. “Ringrazio Irene Falci per questo omaggio immeritato. In genere queste cose avvengono post mortem”, chiosa tra lo stupito e il divertito lo stesso Milani. “E’ chiaro che si tratta di una rivalsa per la censura subita dal quadro”.
STREET ART ACQUEDOLCI
Intanto su un muro di via Bonifacio campeggia il volto formato gigante di Milani. Due metri e mezzo di altezza, decisamente difficile da oscurare. L’opera è stata inserita nel percorso della terza edizione dello “Street Art Acquedolci”, un festival che ha l’intento di costruire percorsi di riqualificazione attraverso l’arte. L’evento quest’anno è stato patrocinato dalla Regione Siciliana e organizzato la Pro Loco Acquedolci “San Teodoro“.
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