“Quella di Marinella è una storia vera…” era l’inizio di una canzone di Fabrizio De Andrè che celebrava il sacrificio di una giovane ragazza durante la guerra. La storia della “Marinella” che verrà narrata è una tipica storia palermitana, dove si intrecciano sogni, aspettative, politica, malaffare e convivenza popolare.
LA EX MONTECATINI
Infatti il quartiere Marinella, zona tra Tommaso Natale e Partanna Mondello, nasce alla fine degli anni ’70, sui terreni dove c’era la “Montecatini” una industria del gruppo Montedison, in linea con la vocazione industriale di tutta quell’area.
EDILIZIA RESIDENZIALE
Dismessi i capannoni industriali si diede vita alla costruzione di un complesso di edilizia altamente residenziale, che prevedeva un residence esclusivo, chiamato Marinella dalla montagna calcarea che lo sovrasta. Ciò con la delimitazione a proprietà privata dalla via Partanna Mondello, sia dal lato di Tommaso Natale che dal lato sud.
I PIONIERI E IL CALCIATORE
All’interno piscina, parco giochi, negozi, spazi aggregativi e soprattutto appartamenti di buona fattura, che per i prezzi dell’epoca erano abbastanza esosi. I pionieri abitanti della Marinella, infatti, furono professionisti, funzionari, politici ed anche un calciatore del Palermo, beniamino dei tifosi rosanero, Mauro Di Cicco, che aprì con altri soci una palestra polifunzionale.
QUARTIERE DA SOGNO…
Pochi gli appartamenti abitati ma grande curiosità su chi potesse arrivare, visto che si vociferava l’acquisto di alcuni edifici da parte delle forze dell’ordine o delle poste o di qualche istituto di credito. Intanto aprivano i negozi e tutto lasciava presagire che la Marinella potesse diventare il prolungamento naturale di viale Strasburgo, cosa che poi è avvenuta con la creazione di Via Lanza di Scalea e di via Nicoletti.
…E POI DA INCUBO
Improvvisamente nella primavera del 1985, il quartiere pressocchè ancora vergine, venne invaso da migliaia di sfrattati amministrativi del Comune di Palermo, che vivevano nelle locande a spese dell’amministrazione poiché avevano dovuto abbandonare le loro abitazioni, fatiscenti a dir poco, del centro storico di Palermo.
IL COMUNE E GLI SFRATTATI
Cosa era successo? Semplice, con un’operazione politica spregiudicata, i vari costruttori avevano venduto al Comune, come uno stock di merce a prezzi vantaggiosi, gli appartamenti ancora liberi, tra cui interi condomini. E il Comune prese al balzo la palla per sistemarvi gli sfrattati amministrativi e non pagare più le locande.
L’INVASIONE DEI LAPINI
In un fiato la quiete della Marinella venne squarciata da decine di “lape e lapini” stracolme di mobili e masserizie, di ragazzini che scorrazzavano in lungo ed in largo, ed al contrario cadde la disperazione su tante persone che avevano investito decine di milioni di lire e avevano sognato la casa in un residence dai mille comforts.
L’ASSENZA DI FOGNE
Inutile dire che le opere di urbanizzazione della zona ancora non erano state completate e l’arrivo di queste migliaia di utenti ha dovuto fare i conti con le strade ancora non asfaltate, con l’assenza totale di rete fognaria, con l’assenza di illuminazione pubblica. La convivenza non è stata subito semplice, poiché una minoranza ha cercato di imporre con metodi spicci i propri comportamenti illegali, abitualmente tenuti nelle periferie e nei quartieri più a rischio di Palermo.
LA LUCE VOLANTE
Per fortuna, la maggior parte di vecchi e nuovi “marinelliani” si è da subito compattata ed ha lottato duramente affinchè la zona venisse dotata di impianto di illuminazione. Tra i pochi a Palermo, ormai, con allaccio volante. Fu installato d’allora sindaco Lo Vasco, per motivi di ordine pubblico. Ciò affinchè venissero installate le fermate degli autobus e consentito il loro passaggio. E perché la pulizia e lo spazzamento divenissero frequenti e regolari, cosa mai avvenuta.
TEMPORALI E TORRENTI
Ma il disagio più grosso è stato rappresentato dalla mancanza di rete fognaria. I liquami confluivano nei canali di gronda dell’ex industria, assolutamente insufficienti al loro smaltimento specie in presenza di piogge torrenziali. Ad ogni temporale le acque nere invadevano scantinati, portinerie, magazzini impedendo persino l’accesso nei vari condomini. E creando veri e propri torrenti in grado di travolgere persino i cassonetti dell’immondizia.
SOLO PAROLE PER 36 ANNI
Negli ultimi trentasei anni fiumi di parole sono stati riversati su questo grave problema igienico sanitario senza risolverlo, sino a quando nel febbraio di quest’anno, dopo le sanzioni che l’Unione Europea ha inflitto al Comune di Palermo, è stato costituito il Commissariato Unico per la depurazione delle acque, anche per altre gravi situazioni simili della nostra città.
IL VIA AI LAVORI
Finalmente ai primi di aprile sono iniziati i lavori per la posa dei tubi della rete fognaria. Lavori ultimati quasi un mese più avanti, ma lasciati poi abbandonati e non definiti, con pericolo per caviglie, ruote e sospensioni. Anche stavolta c’è voluta la mobilitazione dei cittadini. Una lettera di diffida ha sollecitato, il Commissariato, il Comune e gli uffici di competenza ad intervenire al più presto.
IL QUARTIERE
Sarà stata una magia, il fato, una coincidenza o semplicemente una botta di fortuna, due giorni dopo le strade sono state riasfaltate. Ma non è il caso di esultare molto, bisogna rimettersi al lavoro perché la Marinella ha tantissimi problemi. E dovranno essere risolti, affinchè la convivenza tra le persone si trasformi in un vero e proprio quartiere.
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