Che potesse diventare un divo della tv in Sicilia non ci avrebbe creduto nessuno. Timido, chiuso a riccio, con quella punta di scontrosità che le persone riservate a volte mettono in campo per evitare i riflettori persino nelle conversazioni più amichevoli. Questo era Pippo Biondo, operaio della Italtel, comunista tutto d’un pezzo, sindacalista. Almeno nella prima parte della sua purtroppo breve esistenza. Perché poi, dalla metà degli anni ’80, la virata è di quelle che lasciano a bocca aperta.

LA PASSIONE PER I QUADRI

Ha la passione per i quadri, un amico professore di storia dell’arte che sa come venderli, un figlio che costruisce cornici. Comincia così, quasi per scherzo, a comprare spazi televisivi per le prime rudimentali aste. Se a casa vi trovate un pierrot che lacrima o una natura morta di cui non conoscete la provenienza, è sicuro che vi sarete imbattuti nelle sue televendite. All’inizio le conduceva Armando Le Calze, l’amico esperto.

TV CITY CON CUSUMANO E SICHERA

Gli affari vanno talmente bene che Biondo viene chiamato da Gianni Cusumano, uno dei grandi pionieri della tv palermitana e proprietario di Tv City, ad entrare nella compagine sociale. Insieme cooptano Tony Sichera, leader indiscusso della pubblicità e terzo socio di una squadra che sembrava imbattibile. Cusumano alla gestione tecnica, Sichera alla direzione commerciale, Biondo (nella foto è a sinistra, Sichera in centro e Cusumano a destra) era l’uomo che portava ogni giorno denaro fresco con le sue aste guidate con perizia da dietro le quinte.

 

LA SVOLTA

La svolta arriva quando Le Calze, che è più di un semplice battitore d’asta, muore all’improvviso. E the show must go on. Al microfono va Gianni Cusumano, uno che in tv sapeva fare ogni cosa, ma non basta. Ci vuole un cambio di formula, anche perché le aste durano ore e ore e non basta una sola voce.

INVENTA UN LINGUAGGIO DELLE ASTE

Ecco che nel gabbiotto, davanti al microfono, rigorosamente lontano dalle telecamere, entra Pippo Biondo. E lascia tutti a bocca aperta. Ma come, quello che non parlava mai e che sembrava buon solo a fare i conti, è invece uno showman di grande razza? Linguaggio da dj consumato, ritmo e parlantina svelta, capacità di attirare nella rete uomini e donne di ogni età: l’asta diventa un vero e proprio spettacolo, buono anche per quelli che non vogliono comprare.

NASCE TELEREGIONE

E perché limitarsi ai quadri, si chiede la trimurti di Tv City? Ed ecco che Biondo mette in piedi un prototipo di negozio virtuale, la VideoSell. Si vende di tutto e senza limite di territorio. La moneta gira, Tv City va in soffitta e diventa Teleregione. Cambia anche la sede, non più il naif Teatro Orione, ma un vero e proprio scantinato trasformato in studio televisivo, con annesso magazzino. La via Guido Jung diventa la casa permanente di Pippo Biondo.

LA SIGNORA MARIA…

Biondo straccia la concorrenza, interna ed esterna. Trascina il telespettatore nel suo mondo di frasi che sembrano costruite a tavolino e che invece sono il marchio di fabbrica della sua spontaneità tenuta sino a quel minuto chiusa a chiave. Squilla, con la a allungata all’infinito, per annunciare che la signora Maria proprio all’ultimo secondo ha effettuato il rilancio giusto.

ERAVAMO IN ALTO MARE, SIAMO ANCORA IN ALTO MARE

E quando non arriva l’offerta adeguata, ecco la frase di prammatica: “eravamo in alto mare e siamo ancora in alto mare…” . E giù l’altra litania, l’elenco dei partecipanti, nomi messi uno dietro l’altro quasi a volerli chiamare a riscattare lo scempio di non acquistare l’articolo in vendita. “Signor Giuseppe, signora Maria, signora Carmela, ma dite vero?. Basta, chiudo e vado a casa”. E vi posso assicurare che c’era gente che telefonava al centralino per scusarsi di non poter acquistare quel televisore tanto reclamizzato.

IL TEMPO DELLA SINTESI DI FREQUENZA

Si trattava dei Mivar, “l’ultimo ritrovato della tecnologia moderna, 28 pollici, 99 canali, telecomando, sintesi di frequenza…”. Cosa fosse la sintesi di frequenza non lo sapeva neanche lui. Ma suonava bene. C’erano giorni che vendeva anche i televisori della redazione, con relativa santiata dei giornalisti. Perché le aste svolgevano lo stesso ruolo di Mike Bongiorno con i suoi quiz ai tempi della Rai. Servivano a pagare i film del lunedì.

IL TG DI MONASTRA, CASCIO E GUELI

Biondo invece sovvenzionava il tg di Guido Monastra, Rino Cascio e Roberto Gueli, tanto per citare i più noti. E le trasmissioni sportive create da Salvatore Geraci, prima fra tutte Bellissima, quella con Edmondo Fabbri ospite fisso in studio.

LA MOGLIE DEL CRETINO

“La moglie del cretino è sempre incinta”, sentenziava quando qualcuno osava oltraggiarlo in diretta. Ma erano casi rari perché a quell’uomo non si poteva non volere bene. Era il padre di famiglia che lotta e suda per fare studiare i figli, quello che per portare la pagnotta a casa è disposto a qualsiasi sacrificio. Anche a farsi prendere in giro, massima offesa per un comunista tutto d’un pezzo.

LO CONOSCEVO BENE

Come so tutte queste cose? Perché a quell’epopea ho partecipato in diretta. Dirigevo i programmi al Don Orione e vidi nascere l’impresa. Poi ebbi il tempo di scippare a Telesicilia Geraci e Monastra, per ricomporre il trio di Sotto l’erba, prima di trasferirmi a Roma. E infine, un decennio dopo, fornii da esterno l’intero palinsesto televisivo, quando nella fase calante dovevano essere proprio i programmi a tenere incollata la gente davanti alla tv.

L’UNICA VOLTA DAVANTI ALLE TELECAMERE

Risale a quel periodo l’unica apparizione davanti alle telecamere. Mi concesse il privilegio e solo dopo ne seppi il motivo. Pensava di dover morire perché certi ingranaggi del suo motore non è che funzionassero proprio bene. “Almeno la gente saprà che faccia ho”.

MI REGALO’ OCCHETTO

Quell’anno mi fece quello che per lui era un regalo grande. Mi fece intervistare Achille Occhetto, che era il suo segretario regionale quando faceva politica attiva nel Pci. In realtà il regalo glielo feci io perché le condizioni dell’intervista erano talmente restrittive che mandarlo a quel paese – Occhetto, s’intende – sarebbe stato più che legittimo. Ma gli brillavano gli occhi di fronte alla supponenza del condottiero della gioiosa macchina da guerra. E non seppi dire di no.

LA CADUTA

Come cadde Teleregione è presto detto. Nessuno si rese conto che ad un certo punto, pur di fare fatturato, Biondo vendesse praticamente sotto costo. E le consegne arrivavano in tutta la Sicilia, anche a Pantelleria, con sovrapprezzi troppo risicati. Poi un eccesso di personale e qualche lusso di troppo. Quando uscirono dal sogno era troppo tardi.

SQUILLA E’ COME ALLEGRIA

Restò solo Pippo Biondo a guidare quella tv diventata una macchina mangia soldi, compressa da debiti e alla mercé di personaggi non proprio raccomandabili. Mollò la presa e poco tempo dopo anche gli ormeggi dalla vita terrena. Alla tv aveva dato tutti i suoi averi e anche la sua vita. Ci resta Squillaaa che è in piccolo come l’Allegria del signor Mike.

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