C’erano il gusto del proibito in Blue Night, il fascino del torbido, la propensione al guardonismo, quello che fa spiare dal buco della serratura. Tutto questo, in chi guardava. Dall’altro, c’erano un certo esibizionismo, forse anche la voglia di rompere schemi e catene culturali, insieme al desiderio, legittimo, per carità, di vincere un corposo premio in denaro. Con la garanzia di un anonimato non esente da rischi di riconoscibilità.
IL MOULIN ROUGE DI PALERMO
Di che stiamo parlando? Facciamo calare il velo (ora ci vuole) su questa ennesima pagina del libro dei ricordi dei cinquantenni palermitani. Chi non ricorsa Blue Night, la trasmissione di Pippo Trevis su Tele Star? Era un Moulin Rouge in salsa palermitana con ambientazione televisiva e con deriva osè. Trasmissione contenitore di ore tarde che gli spettatori televisivi palermitani frequentavano grazie a emittenti che stuzzicavano il voyerismo del porno soft. E, talora, nemmeno tanto soft.
E LA CASALINGA SI SENTIVA EDWIGE
Al cinema erano gli anni di Edwige Fenech e delle sue rivali, di Bombolo e Alvaro Vitali, ma anche di star come Cicciolina e l’inarrivabile Moana Pozzi. La tv privata poteva offrire, dal vivo, ovviamente molto meno, ma col pepe del “reality” ante litteram. Ovvero, la casalinga che si spogliava davanti al pubblico, che toglieva tutto tranne un cappuccio che ne doveva celare l’identità.
LO SPOGLIARELLO
Un modo per guadagnare un premio in denaro, attraverso uno spogliarello che esibiva quanto di più intimo ci possa essere, ossia la nudità di una donna che doveva essere destinata soltanto al suo uomo, nel chiuso della loro relazione. E, invece, c’erano decine di migliaia di spettatori che non aspettavano altro.
LO FA O NON LO FA
Perché, un conto erano i film hard in tarda notte, mentre la famiglia dormiva, su Tele Sakura o Tele Sicania, un altro è il prurito che suscita lo spogliarello di una donna comune, insieme alla curiosità: lo fa o non lo fa? Si venderà al mommismo televisivo per qualche soldo o per una pelliccia?
TRA COLPO GROSSO E IL VARIETA’
Sul web ci sono pochissime testimonianze video di quella esperienza televisiva che fece parlare tutta Italia, prima di altre trasmissioni che spopolarono sulle tv nazionali che, all’epoca erano soltanto network, ovvero emittenti consorziate per coprire tutto il territorio nazionale con le stesse trasmissioni e, in parte, con le stesse pubblicità. Blue Night era in parte Colpo Grosso e in parte varietà.
LA TV CREATIVA
Perché Pippo Trevis, col suo fare signorile da perfetto padrone di casa e del mezzo televisivo, con il suo aplomb da gestore di un pubblico dal vivo, aveva messo su un programma mica male, con ospiti di livello, in un epoca in cui le tv private a Palermo creavano idee, trasmissioni e personaggi di assoluto spessore, del cui valore ci accorgiamo soltanto dopo tanti anni.
QUARANTA SIGNORE
Ma gli spettatori, da casa, aspettavano soltanto quello: lo spogliarello della signora anonima. “Noi in cinque anni abbiamo ospitato una quarantina di signore ben disposte a svelarsi pur di vincere una pelliccia di visone piuttosto che una cucina componibile”.
IL LIBRO DI LUCIO LUCA
Lo ha raccontato Rita Trevis, moglie di Pippo al giornalista de La Repubblica, Lucio Luca, nel 2006, in occasione dei trent’anni della tv privata a Palermo. Luca ha scritto un libro sulle televisioni libere palermitane, una stagione di avanguardia, di invenzioni perché in fondo si partiva dal nulla. I mezzi erano quelli che erano e non esistevano le televendite, che ora monopolizzano i palinsesti. Sarebbe riproponibile, oggi, una trasmissione come Blue Night? Penso di no, perché quello che all’epoca si mostrava con timore, oggi si esibisce con orgoglio coi selfie sui social.
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