Che ci provino a far desistere una donna. Quando una femmina di razza – e si indignino pure le perbeniste seguaci del politicamente corretto per questo termine ingiustamente considerato sessista – si mette in testa di raggiungere un obiettivo, nulla e nessuno potrà fermarla. Questo è il senso della vita di Camille Guillon Verne e della protagonista del suo bel romanzo “Ninuzza”, primo volume della collana di narrativa di Edizioni Kalós.
LETTERA D’AMORE ALLA SICILIA
Un libro che non è soltanto la storia di questa donna, ma anche una lunga lettera d’amore che l’autrice scrive alla Sicilia, terra in cui lei si è sentita subito a casa. Camille ha 38 anni e una tradizione familiare nel segno della cultura con la c maiuscola. Il fratello della sua bisnonna era infatti Jules Verne, lo scrittore francese che ha fatto sognare tutto il mondo con le sue visionarie avventure. “Mio nonno scherzando – racconta Camille – ci diceva che non avremmo dovuto pagare il biglietto al museo intitolato allo scrittore, data la nostra parentela con lui”. Da Nantes la donna si è spostata molto per lavoro in Europa sino all’incontro che ha cambiato la sua vita.
COUP DE FOUDRE
“Ero a Parigi – ricorda – e costretta andai a una festa di Capodanno. Lì ho incontrato Luca ed è stato un colpo di fulmine, subito ho capito che lui era quello giusto”. Un amore che l’ha catapultata dopo meno di un anno a Palermo, città natale del marito e luogo d’affinità elettive per la donna. Grazie al suo Luca ha conosciuto Nina, la nonna dell’uomo, che è stata la fonte d’ispirazione di questo libro, a metà fra storia vera e romanzata.
VITA DI NINUZZA
Ninuzza è una giovane ragazza di origini molto modeste, abita nella Palermo degli anni Quaranta in cui l’esigenza primaria è quella di sopravvivere in tempi bui e cupi come quelli della Seconda guerra mondiale. La scoperta dell’amore e una girandola di eventi la porteranno a mostrare il suo volto vero, la sua natura più essenziale, quella di donna che affermerà la propria identità in un mondo maschilista e retrogrado.
LA FORZA DI UNA MAMMA
Da mamma chioccia, “come lo sono le donne del Sud ed è commovente” sottolinea Camille Verne, Ninuzza non esiterà ad annullarsi, affrontando le prove più difficili pur di garantire ai figli un futuro migliore. “La maternità al Sud viene vissuta in un modo più forte – commenta l’autrice – i figli sono prioritari, mentre in Francia, per esempio, sono parte importante della vita ma non centrali. Io sento di essere più una mamma siciliana e ai miei due figli, Gabriele e Jiuliette, ho promesso che prima o poi torneremo a vivere in Sicilia”.
BEDDA FIMMINA
Camille dopo aver abitato per anni a Palermo, insieme al marito e ai bambini si è trasferita in Puglia, dove gestisce una struttura ricettiva in una masseria. In cantiere la donna ha un altro libro sulla Sicilia, terra che l’ha sedotta al punto da avere fatto proprio lo slang locale. Quando racconta dei suoi trascorsi palermitani, Camille cita la sua esperienza di operatrice in un punto di ascolto di un ipermercato cittadino. “Combattevo con cristiani inferociti” dice la donna che con un delizioso accento francese si esprime nel più stringato ed efficace linguaggio panormita. Chissà che ne penserebbe di questo riuscitissimo melting pot culturale, umano e sentimentale, la Ninuzza descritta in questo bel libro da leggere tutto d’un fiato. Probabilmente di Camille direbbe: “Talè chi bedda fimmina”.