Sfatiamo intanto un mito urbano dei giorni nostri. Non basta saper usare Google per essere promossi sul campo dottore in ricerca né è sufficiente la laurea all’università della vita, conseguita passando 18 ore su 24 su Facebook. La ricerca è una faccenda seria e i ricercatori italiani sono fra i più autorevoli nel mondo, nonostante nel nostro bel Paese siano considerati una specie in via d’estinzione. E da proteggere solo fino a quando non chiedono attenzione e cura. Vorrà pur dire qualcosa il fatto che la trilogia di “Smetto quando voglio”, pur nel suo parossismo cinematografico, appaia verosimile in questa Nazione.
“MA NON GIOCANO AL PICCOLO CHIMICO?”
All’italiano medio il ricercatore appare per lo più un fanatico che passa ore in laboratorio a giocare al piccolo chimico, intento in astruse formulette che poco o nulla hanno a che fare col nostro quotidiano. Dal canto loro le istituzioni e i governi, tutti con un disinteresse decisamente bipartisan, non investono in questo settore. Al contrario di quanto fanno i loro omologhi su scala mondiale. E dire che di eccellenze ce ne sono tante nell’ambito della ricerca italiana, applicata, contrariamente alla vulgata comune, proprio agli ambiti pratici della nostra vita.
CHIMICA DEL QUOTIDIANO
“La chimica fa parte del nostro agire giornaliero – spiega Michelangelo Gruttadauria docente di Chimica organica all’Ateneo palermitano – noi lo ripetiamo all’infinito nelle scuole, nelle manifestazioni. Dalle applicazioni in campo farmaceutico a quelle nei settori del fotovoltaico, tutto è chimica”. Peccato che ancora oggi la chimica, come la fisica e la matematica, vengano percepite come gli scogli scolastici, le materie incomprensibili sui cui libri impazziscono gli studenti.
LA NOTTE DELLA RICERCA
“Passa sempre questo messaggio – continua Gruttadauria – per cui siano argomenti difficili, mentre invece dovrebbe essere veicolato l’esatto opposto, trasmettendo una passione per queste branche scientifiche che si coltiva sin dai banchi di scuola”. I ricercatori italiani ogni giorno lottano per far valere le loro ragioni. Insieme ai colleghi europei da tempo organizzano “ Sharper Night – La notte dei ricercatori” per far conoscere ai non addetti ai lavori le molteplici facce di un mondo ancora ignoto. Ieri sera un pubblico variegato e interessato ha partecipato all’edizione 2019 della manifestazione, organizzata dall’Università di Palermo.
LE ATTIVITA’
Varie le attività, dal selfie scattato con tuta e casco da astronauta in un suggestivo paesaggio lunare, al breathing games per imparare a gestire e a conoscere, attraverso l’uso di opportuni videogiochi, i sintomi dei bambini asmatici. “Quest’iniziativa serve per avvicinare quante più persone al mondo della ricerca – aggiunge Gruttadauria, organizzatore della manifestazione – e per mostrare con quanta passione i ricercatori svolgano ogni giorno il loro lavoro, indispensabile anche per migliorare la qualità della vita di tutti”.
COME TROVARE UN POSTO DI LAVORO
Secondo le statistiche sull’andamento del mercato del lavoro, scegliere un percorso accademico di profilo scientifico è vincente per le prospettive occupazionali. “Purtroppo a Palermo non c’è un pareggio fra domanda e offerta di posti di lavoro per laureati in chimica – chiosa Gruttadauria – ma certamente sono profili professionali molto richiesti nel mondo, anche grazie all’elevato know – how dei nostri studenti, riconosciuto ovunque”. Peccato che in Italia questi cervelli non trovino sbocchi e fuggano, impoverendo ulteriormente il Paese. Se si investisse in ricerca, per esempio, si eviterebbe di acquistare i brevetti da altri Paesi che invece puntano molto su questo ambito, ritenendolo indispensabile per la crescita economica e produttiva.
RIVOLUZIONE CULTURALE
Albert Einstein, uno che decisamente aveva qualche titolo in più degli attuali tuttologi laureati sui social, sosteneva: “Vi sono due modi nei quali la scienza influisce sulla vita dell’uomo. Il primo è familiare a tutti: direttamente, e ancor più indirettamente, la scienza produce strumenti che hanno completamente trasformato l’esistenza umana. Il secondo è per sua natura educativo, agendo sullo spirito. Per quanto possa apparire meno evidente a un esame frettoloso, questa seconda modalità non è meno efficiente della prima”. Chissà che prima o poi questa rivoluzione culturale non avvenga, sarebbe ancora più clamorosa della fusione nucleare a freddo.
Playlist: I believe I can fly– R. Kelly
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