BAR, TIC E MANIE
In pochi possiedono la sensibilità e sanno raccontare le storie come Francesco Massaro. Da dietro alla cassa del suo bar, ogni giorno osserva l’universo di gente che gli si presenta, descrivendone tic e manie, sogni e speranze, colorando la narrazione con le tinte accese della sua straordinaria fantasia. Unico assente in queste pregevoli narrazione è sempre il punto di vista dei clienti. Noi abbiamo provato a immaginarlo.
POST DI MASSARO
Claudio ha 65 anni. Lo guardo bere il suo caffè al ginseng e mentre beve penso a quest’uomo che per quarant’anni ha lavorato alle ferrovie. Si è sposato con Marta ed ha due figli, Giacomo e Paola. Giacomo studia ingegneria a Milano, Paola convive con Maurizio che ogni mattina accompagna Claudio qui al bar. Claudio prende 1.300 euro di pensione, più un piccolo assegno d’invalidità essendo cieco da un occhio. Ha una casa di proprietà in via Morozzo della Rocca 65, e un villino a Campofelice di Rocc…
PENSIERO DI CLAUDIO
Ma insomma, ma te li fai i cazzi tuoi. Cacchio sei, confidente dell’Agenzia delle Entrate?!
POST DI MASSARO
Ogni mattina Pietro prende una ravazzata con carne e un chinotto con una fetta di limone. Si siede al suo solito posto e mentre mangia fissa sempre lo stesso punto. Fissa un angolo in maniera distratta come se guardasse il monitor che trasmette un canale all news, ma il suo sguardo finisce sempre in quel punto, in quell’angolo. Stamattina l’ho osservato per un pezzo, i suoi occhi si perdevano un po’ per tutto il bar ma poi finivano per posarsi su quel preciso punto. Come se fosse attratto da qualcosa di magico. Chissà cosa vede Pietro che gli altri clienti non vedono.
PENSIERO DI PIETRO
Ma chi minchia ci talì mentre mangio? E poi avi na simana ca ‘nna stu puntu c’è un pezzo di prosciutto appiccicato. Ma mai u puliziano stu bar?
POST DI MASSARO
La pioggia lava e perdona. Perdona i pensieri di Sara, che da tre anni tira a campare. Dietro al fumo delle sue MS sogna di partire con suo figlio per uno di quei posti con le spiagge immense dietro al bancone del bar. Perdona il suo caffè caldo tra le dita, e il suo desiderio di una cabriolet per correre dietro agli ultimi scampoli della sua giovinezza. Perdona il suo ennesimo “Gratta & Vinci”, che ogni volta giura sarà l’ultimo e poi finalmente troverà il modo per pagare casa. E intanto, fuori, piove. E la pioggia, lava e perdona.
PENSIERO DI SARA
Ancora chiovi? E comu ci vaju au viale Lazio c’avia appuntamento cu chiddu ra Findomestic?
POST DI MASSARO
Uno dei miei banconisti è uno juventino sfegatato. Sa che io sono interista, so che lui odia gli interisti, ma nei miei confronti, al netto del rapporto di lavoro, mantiene un sano e sportivo rispetto. A volte mi parla della sua Juve, dei problemi in difesa, di quella Champions sempre sfuggita all’ultimo istante o della mia Inter che finalmente gioca discretamente. E ho pensato che il calcio, nonostante i colori diversi e la differenza di vedute, è l’unica cosa che finisce sempre per unire.
PENSIERO DEL BANCONISTA
Interista del cazzo, se non avessi da pagare gli alimenti alla mia ex moglie farei solo il primo lavoro in nero e non lavorerei mai per un cartonato prescritto.
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