La massima più diffusa per chi si nutre di disfattismo è che perdi fiducia nello Stato quando hai direttamente a che fare con il sistema giudiziario o sanitario. La storia che stiamo per raccontarvi è fresca fresca di giornata. Anzi, di nottata. Riguarda l’ospedale Villa Sofia di Palermo. E’ del tutto marginale che questa vicenda veda al centro della scena una donna di 85 anni, cardiopatica e con il femore rotto. In questo film è decisamente un’attrice non protagonista.
LA MASCHERINA IN AMBULANZA
La signora viene trasportata dal servizio del 118 (e quindi con un’ambulanza) da un quartiere limitrofo a via Libertà al più vicino pronto soccorso. Cioè a Villa Sofia. Ma dopo pochi metri di percorso alla signora e alla figlia che l’accompagnava viene intimato di indossare una mascherina protettiva. “C’è un caso di meningite, bisogna essere prudenti”.
DIROTTARE LA PAZIENTE? PER NIENTE…
Un caso di meningite e si continuano ad accogliere pazienti? La domanda che legittimamente si farebbe ciascuno di noi, se la fanno anche gli addetti del 118. E chiedono via radio se non fosse il caso di dirottare la paziente, anziana e cardiopatica oltre che con il femore rotto, da un’altra parte. Del resto non sarebbe la prima volta che non si rispetta la territorialità. Ma la risposta è negativa.
SEMBRA UNA DISCOTECA DI RIMINI
E così la signora arriva a Villa Sofia, dove l’ambiente è ovviamente turbolento. L’altra signora, quella che sarebbe affetta da meningite – e l’informazione che si tratti di meningite arriva dall’interno – è in isolamento, ma nella stanza accanto al front office. E il pronto soccorso rimane aperto, di sabato sera, affollato come una discoteca di Rimini ad agosto.
DOMANDE CHE ASPETTANO RISPOSTE
Se noi tutti ci siamo colpevolmente rassegnati al fatto che prima di 4/5 ore non si possano ricevere soccorsi al pronto soccorso, possibile che si accettino pazienti in presenza di una malattia ad alto rischio di contagio (o del semplice sospetto di essa) che può portare alla morte? Possibile che non si decida di chiudere l’accettazione? Possibile che l’isolamento venga effettuato in un’area adiacente a quella frequentata da altri soggetti – malati e familiari – e che l’unica precauzione sia la mascherina? Di seguito le poche righe con cui è stato denunciato il caso. Oggi Facebook, domani forse la Procura.
IL POST DENUNCIA
Uso fb per dirvi che ieri sera mamma è caduta nuovamente durante un piccolissimo spostamento, ha la frattura del femore sinistro e sarà operata a Villa Sofia nei prossimi giorni. La nottata è stata un INCUBO: entrati al pronto soccorso alle 23 mamma, che ha quasi 85 anni, reduce da ciò che conoscete e cardiopatica, è stata visitata alle ore 4.30 del mattino e ricoverata alla 5.45. Non esiste ‘un colpevole’: esiste un SISTEMA COLPEVOLE che rende Villa Sofia un girone dantesco. Stanotte, due soli medici, tre portantini ma nessuno in ortopedia e un caso di meningite approdato in ospedale alle 20, che ha costretto tutti con le mascherine e profilassi successiva. Una vergogna davvero fuori misura.
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