Scivolava in quel presente tracciando confini, separandosi. Si riconosceva nell’immagine riflessa di una vetrina di passaggio, specchiandosi in attimi di consapevolezza in fuga. “Vorrei urlare, urlare il mio nome.” Se lo ripeteva come si recita un mantra muto.
GIOCA BENE LE TUE CARTE
“Non farlo, è sconveniente, taci.” Quella frase che risaliva non le apparteneva. Risuonava improvvisa, interrompendola. S’interrogava, continuando a percorrere un tratto di strada senza attenzione. Respirava tirando su l’aria, con forza, raggiunta da un susseguirsi convulso di parole. “La vita prima o poi ti presenterà il conto, gioca bene le tue carte.”
UN CONTO SALATO
Le parole di sempre, entrate senza bussare. Le parole che tardano a scomparire. “Il conto me lo sta già presentando e un po’ salatino.” “Sei stata tu a volerlo, hai sprecato tante occasioni.” Probabilmente le occasioni non le erano di certo mancate, lo sapeva bene. Avrebbe potuto prenderle al volo. Alla fine le aveva semplicemente schivate per fame di libertà. E per paura.
GROVIGLI DI MEMORIA
Da terra si sollevavano alcune foglie trascinate da uno scirocco tardivo. Con i capelli scompigliati dal vento si fermò a guardare la vetrina di un libraio. “I libri, messaggi eterni, quelli sì che dovrebbero servire a guidarti.” Condivisibile certo, ma perché ancora una volta quel tono giudicante. Sorpresa dalla sua immagine riflessa, si chiese quanto si appartenesse. Come in un caleidoscopio l’immagine sembrava frammentarsi in possibilità di forme, di colori, di volti. In grovigli di memoria.
NON LE SOMIGLIAVA
Abbassò lo sguardo. Le dita lunghe e sottili la ricondussero al vecchio pianoforte di casa. E alle mani di sua madre. Che rubava consensi, accompagnandosi a melodie composte. Non era mai riuscita a somigliarle. Non le era stato concesso. “Suonare è un dono, non è da tutti.” Si recitava, contrastandola. L’intimidiva.
LO ACCOLSE SORRIDENDO
Si mise a sedere su una panchina, di fronte il libraio. Raccolse le gambe in un abbraccio, con lo sguardo rivolto alla strada, ai profili rapidi di alcuni passanti, alle risa di un gruppetto di bambini dopo la scuola. Quella vita estesa interrompeva conflitti. Un cagnolino dal musetto simpatico scondinzolando le saltò addosso. Aveva una piccola macchia nocciola nel bel mezzo degli occhi. Lo accolse, sorridendo.
Be the first to write a comment.