Graziella era richiestissima da tanti uomini conosciuti grazie a Facebook. La sua pagina, “Graziella Wonderwoman“, aveva circa da mille alle duemila visualizzazioni al giorno, ovviamente quasi tutti uomini. La maggior parte dei contatti erano suoi coetanei ma non mancavano né vecchi né adolescenti.
CHE FISICO!
La foto del profilo la mostrava come una donna sulla trentina con capelli biondo miele, occhi da gatta, bocca carnosa e nasino alla francese. Andando più sulle sue fattezze corporee si potevano ammirare due tette che stavano su come tenute da un filo invisibile, pancia piatta con tartaruga in evidenza, cosce chilometriche. Culo a mandolino.
AMOREGGIAMENTO E AMORE
Insomma, meglio dell’Alessia Marcuzzi. Lei amoreggiava con tutti dando a intendere che fosse una facile. Con alcuni chattava in privato, diciamo con i più meritevoli in senso fisico. Fra tutti, quello che le andava più a genio era un certo Carlo F, infatti, i due si erano innamorati scoprendo di avere tanti interessi in comune, sembravano fatti l’uno per l’altra.
RICHIESTA DI APPUNTAMENTO
A tutti quelli che le chiedevano un appuntamento Graziella educatamente, adducendo vari pretesti, rispondeva sempre picche. Anche Carlo le chiese un incontro e quella volta lei si trovò in seria difficoltà perché avrebbe voluto rispondergli subito sì. Quella volta si salvò solo perché gli disse che era fuori città, solo che si era scordata di disattivare la posizione sul cellulare e quindi fece una brutta figura.
MIRACOLI DI PHOTOSHOP
Carlo le piaceva anche fisicamente: palestrato, occhi chiari, barbetta incolta, somigliava tanto all’attore Giulio Berruti di “Squadra antimafia”. Lei in realtà era una ragazza come tante, anonima. Nessuno si accorgeva di lei, manco gli inquilini del suo palazzo che, quando la incrociavano per le scale non la salutavano. Inutile dire che Graziella soffriva per la situazione fino a quando non si era messa a studiare Photoshop.
IL CAMBIO D’IDENTITA’
Cancellò il suo vecchio profilo col nome vero, Assunta C, e si trasformò in Graziella Wonderwoman. Photoshop faceva miracoli, tutti i suoi difetti fisici diventavano per magia perfezioni assolute. Dal giorno in cui aveva cambiato identità, fioccavano richieste di amicizia, like, messaggi e chat. Tutti questi apprezzamenti positivi le avevano ridato fiducia, ma il guaio era che non poteva dire ai probabili fidanzati che lei in realtà era un cesso.
IL FAZZOLETTO ROSSO
Almeno Carlo avrebbe voluto vederlo di persona, quindi, prese coraggio e gli diede appuntamento a Piazza Verdi davanti al Teatro Massimo di Palermo. Per fortuna lui era della sua stessa città. Come segno di riconoscimento entrambi dovevano avere un fazzoletto rosso al collo. Da lontano, con qualcosa di appariscente addosso, Carlo sarebbe stato riconoscibile, lei invece non si sarebbe fatta vedere anche se era sicura che se anche gli fosse passata accanto lui non l’avrebbe degnata di uno sguardo.
ARRIVA L’ORA X
Il giorno era stato fissato ed anche l’ora. Assunta, o meglio, Graziella, alla fine scelse di sedersi sui gradini antistanti il teatro, tanto lì si sedevano tante persone a prendere il sole oppure a conversare, soprattutto ragazzi. Da lì avrebbe visto Carlo arrivare e aspettarla. Invano. Controllò l’orologio e vide che mancavano cinque minuti alle 18:00, quindi si rilassò guardando la gente che passeggiava.
L’UOMO SEDUTO ACCANTO
Un uomo si sedette accanto a lei. Aveva un cappello alla borsalino, indossava un paio di jeans una maglia con Snoopy stampato e una giacca scura. Non era brutto ma nemmeno bello come il suo Carlo. Lui non la guardò nemmeno, si spaparanzò al sole togliendosi il cappello e poggiandolo sulle ginocchia. Ogni tanto si guardava attorno, forse aspettava un amico oppure era solo curioso.
COME AVEVA POTUTO?
Intanto Graziella si stava spazientendo, non vedeva nessuno con un fazzoletto rosso al collo, ricontrollò l’ora e vide che erano le 18:20. Era adirata, come aveva potuto credere alle parole di uno conosciuto su Facebook che non aveva mai visto? Intanto l’uomo le stava dicendo qualcosa, ma non ne aveva afferrato il senso.
LA FOLLIA DI MCGRATH
«Prego?». Disse in tono che rasentò la scortesia. «Scusi, non volevo spaventarla. Le stavo solo chiedendo se avesse da accendere!». In mano aveva una sigaretta spenta. «Scusi lei, non fumo mi dispiace, ma aspetti posso controllare in borsa, ogni tanto trovo delle cose che avevo messo in precedenza, magari oggi è il suo giorno fortunato». Assunta cominciò a tirar fuori dalla sua grande borsa gli oggetti più disparati. elastici per capelli, occhiali, borsellino, assorbente ripiegato in bustina, rossetto, mascara, cipria, agenda, penna, telefono, sacchetti vuoti del supermercato sotto casa sua. E poi un orsacchiotto di peluche formato mignon, specchietto, rivista comprata poco prima di sedersi, il libro “Follia” di Patrick McGrath, colori a spirito, album da disegno ecc…
L’INCANTO DI UNA RISATA
Intanto il tipo si era messo a ridere per quella borsa che somigliava al cilindro di un mago. La ragazza gli fece pena e disse: «Lasci stare, vado a comprarlo in uno dei chioschetti della piazza, sono entrambi rivenditori di tabacchi». «No, aspetti! Può essere che lo trovi in fondo!». Non voleva farlo andar via perché quando aveva sentito la sua risata, ne era rimasta incantata: era schietta e veniva dal cuore.
MI FACCIA UN PIACERE…
«Non vorrei disturbarla oltre… ehm… piuttosto, mi può fare un piacere nel frattempo che mi allontano?».«Sì, se posso, volentieri!». «Sto aspettando un’amica ma ancora non è arrivata, se la vedesse le può riferire che sto ritornando? È facile riconoscerla, al collo dovrebbe indossare un foulard rosso, è alta, bionda, insomma una bella ragazza!».
ASSUNTA IMPIETRITA
Assunta era rimasta impietrita, la bocca aveva assunto un moto di sorpresa, ma lui non se ne era accorto e si era allontanato velocemente verso il chiosco di sinistra. Graziella Wonderwoman sarebbe scappata di corsa, prendendo il primo autobus al volo. Si era alzata, ma poi ci ripensò. Chissà se l’amore avrebbe vinto lo stesso nonostante tutto. In tutti i casi quella sera stessa avrebbe cancellato quel profilo da Facebook.
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