Ha più l’aria di un intellettuale che quella di un imprenditore. Capelli ricci molto bohemien, andatura felpata e voce pacata, modi affabili ma non caciaroni. E sarà questo mood ad aver fatto di lui il signore del vino a Palermo. Le sue enoteche, “VinoVeritas” sono il tempio del bere in città che lui, Giuseppe Lisciandrello, gestisce con piglio manageriale e ardore passionale.
IL VINO CHE FOLGORA
E dire che tutto è iniziato per caso. Era appena un ragazzo quando un parente lo introdusse nel mondo del vino. Il primo incarico fu quello di consegnare pacchi nel periodo natalizio per una famosa enoteca palermitana. Appena varcò la soglia, Giuseppe rimase folgorato. Un colpo di fulmine lo colpì ventenne e a guardarlo oggi è una storia d’amore che continua senza diminuire in intensità e coinvolgimento. Quello che avrebbe dovuto essere un impiego temporaneo, si è trasformato nella destinazione della vita.
UNA CANTINA UNICA
Dopo qualche anno Lisciandrello ha deciso di scommettere su se stesso, aprendo il primo locale in via Sammartino e dopo quello di via Piemonte. E lì, questo penseur del vino ha coniugato passione e imprenditoria, mettendo su un tempio del bere e anche del mangiare. Qualche numero per comprendere meglio: Lisciandrello ospita 600 aziende di alta qualità e da tutto il mondo, 2.300 etichette e solo di champagne circa 400 referenze per oltre 100 produttori. Oltre che una cantina di tutto rispetto e unica nel Sud Italia, da VinoVeritas si possono assaggiare piatti unici, come i famosi crostini con gamberi e bottarga. Un’esperienza sensoriale e sensuale a oggi rimasta inimitata.
IL PERPETUO DI MANFREDI
L’amore per il vino e il ricordo di un amico hanno spinto Lisciandrello a cimentarsi in una nuova impresa. Ha investito in un’azienda vitivinicola di lunga tradizione e ha rilanciato un’etichetta storica come il Perpetuo di Manfredi. L’ultima scommessa imprenditoriale è la nuova comfort zone in via Sammartino.
HA RAGIONE PINDARO
L’atmosfera di questo locale è intima, avvolgente, accogliente. Sembra quasi di vedere seduto in uno dei tavoli quel ragazzo ventenne, mentre osserva estasiato tutte quelle bottiglie a mo’ di cuscino su cui appoggiarsi e sporgersi in una finestra sull’esistenza. Perché alla fine se Giuseppe Lisciandrello è riuscito a fare la differenza in una città come Palermo, è soprattutto perché è riuscito a preservare e ad alimentare la passione degli inizi. Il poeta greco Pindaro sosteneva che “Il vino eleva l’anima e i pensieri, e le inquietudini, si allontanano dal cuore dell’uomo”. E, in verità, non si può che dargli ragione.
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