Palermo e la Sicilia in generale sono archivio prezioso per tutte le trasmissioni televisive che tendono ad alzare un pò la voce. Si tratti della più aristocratica Report o delle più urlanti Iene, passando per l’icona pop Striscia la Notizia. Esse affondano il coltello tra le piaghe di tutto quel tanto non detto che spesso rappresenta l’occasione mancata di intere generazioni di cronisti.

SQUARCI DI LUCE

Nel breve volgere di pochi mesi si sono aperti squarci di luce sul caso Montante, sulle odiose provocazioni di Philippe Daverio, sull’affaire cancello – Giusto Catania e infine sulle vicissitudini delle sorelle Pilliu. Due non più giovani signore diffamate silenziosamente per anni e sbeffeggiate, fate passare per novelle streghe e attentatrici della pubblica incolumità. La storia ricostruita dalle Iene ci racconta un’altra verità.

IL PALAZZO DEI LATITANTI

Le due sorelle sono le proprietarie delle case diroccate di viale del Fante. Proprio quelle ancora in piedi di fronte al cosiddetto palazzo dei latitanti. Come queste case siano diventate ruderi ha dell’incredibile, in un susseguirsi di violenza mafiosa, soprusi, burocrazia (a pensar bene) quanto meno poco maldestra. Il risultato porta ad una sola conclusione: lo Stato ha tradito le Pilliu. E continua a farlo ancora adesso che sembrerebbero non sussistere più le minacce dei mafiosi.

GLI ANNI ’80 E LA STRAGE BORSELLINO

Guardate il filmato delle Iene, una tristissima passeggiata nella peggiore Palermo, quella che dai bui anni ’80 arriva alla strage di via D’Amelio e alla morte di Paolo Borsellino. Guardiamo questo racconto e vergogniamoci due volte: di fronte alla fermezza e alla dignità di queste donne, prima di ogni cosa. E per le parole di verità che ci arrivano dalla tv invece che dalle sentenze di un tribunale.

EROI E MANIGOLDI

Se poi si vuole, ci sarebbe un terzo motivo di vergogna. E riguarda proprio le Iene. Ieri erano manigoldi strumentalizzati chiamati a irretire un laborioso assessore, oggi eroi a difesa di due bistrattate signore. Se ci è consentito, la trasmissione è sempre la stessa, con i suoi alti e bassi, con i suoi vizi e i suoi vezzi. Tra questi c’è quello di camurriare il potere, spesso con metodi non ortodossi, è vero. Ma ciò che cambia è il metro di giudizio: più severo quando il potere ha nome e cognome, più benevolo quando esso è impersonale. Tanto per ricordarci che il tifo non è solo cosa da stadio. E il senso civico va a un tanto al chilo.

Playlist: Tu fai schifo sempre – Pandemonium