La donna più deliziosa del mondo guida un bus
Ho ritrovato la miss che sembrava svanita nelle brume milanesi. L’ho rivista come per incanto ieri mattina, dopo sette mesi di buio. Cominciavo a temere che fosse stata un’illusione ottica o, peggio, una proiezione azzardata della mia fantasia. Invece no. Grazie a Dio, esiste davvero. Aveva solo cambiato linea. Dalla 43 all’81. La giovanissima autista dell’Atm che sprizza grazia da tutti i pori (e che a maggio si era conquistata un post tutto suo su fb, per una somma di qualità che è decisamente raro riscontrare tutte insieme in una donna) si è materializzata all’angolo tra corso Buenos Aires e via Vitruvio.
Non ci credevo. Era proprio lei. Bella, luminosa, con un incredibile sorriso stampato sul volto che la rendono unica e inimitabile. Chiarisco subito: non le faccio il filo. Giuro. Alla mia veneranda età sarei patetico. Avrà poco più di trent’anni, potrebbe essere mia figlia. E poi, diciamo la verità, merita molto di più. Ma il senso dell’estetica l’ho conservato e se di fronte a tanta dolcezza resto ammaliato non posso farci niente. Però tutto nasce e finisce lì, ci mancherebbe.
Dunque, l’ho rivista e, come allora, mi ha salutato con un sorriso sfolgorante. Le ho chiesto come si chiama. “Ivana”, mi ha risposto. Chiarisco ancora. Il suo garbo non è un’esclusiva verso il sottoscritto. La ragazza è cortese oltre immaginazione con l’intero universo, nessuno escluso. Accoglie con una delicatezza inusuale tutti i passeggeri che salgono dalla porta anteriore, come fosse l’hostess di una compagnia aerea. Mai visto niente del genere. Ma lei è fatta così. Una meraviglia.
Le sono rimasto accanto, in contemplazione, per qualche minuto, convinto che sia un angelo calato dalle sfere celesti per ingentilire il nostro mondo sfregiato da ogni sorta di barbarie. Poi a bassa voce, per non imbarazzarla, le ho sussurrato: “Posso dirglielo, lei è la ragazza più deliziosa del mondo“.
Ha sorriso ancora. “Lei è proprio gentile”, ha replicato. Le ho detto del post. Ha strabuzzato gli occhi. “Davvero? E come faccio a leggerlo?”, mi ha chiesto. Già, come si fa? “Se potessi, la seguirei fino al capolinea – ho detto – Ho tutto qui nel cellulare, ma proprio non posso”. La mia fermata era vicina. Vabbè, niente. Ho lasciato che sfilasse via e sono andato per la mia strada. Sarà per un’altra volta. Ma ve lo giuro, amici miei, non le faccio il filo. E poi, alla mia età…
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