A me sta cosa che mi dicono sei bella dentro mica mi piace.
Ma come? Solamente pochi anni prima gli uomini mi rincorrevano, nel senso che facevano chilometri per venirmi dietro, magari solo per dirmi “sei bella” oppure: “posso fare la tua conoscenza?”, per poi sentirsi dire ” mi lasci in pace, sono già fidanzata”. Magari non era vero ma la risposta era a seconda del tipo, se era tascio o meno.
L’INGRIZZO
Una volta mi sono ingrizzata con uno dei miei inseguitori e secondo i miei parametri di bellezza di allora quello era il più bello e per giunta non aveva la cadenza palermitana ‘ncarcata. Si chiamava Piero, somigliava a un attore americano, solo che lui era un semplice operaio della Keller e cantava in un gruppo musicale che fece un certo successo in quel periodo, stiamo parlando del 1978. Era estate e Piero era abbastanza quotato fra le femmine. Io avevo solo 17 anni e poca esperienza in fatto di ragazzi, infatti ero ancora vergine e ingenua.
LE MINNE GROSSE
Ci fidanzammo o almeno io credevo di essere fidanzata con lui, invece, il tipo faceva il cascamorto con tutte. Una volta lo vidi abbracciato ad una con le minne grosse e le cosce lunghe, poi, quando lui passò dall’abbraccio al bacio, intervenni facendo una scenata di gelosia e prendendomela con la tipa che invece di calmarmi cominciò a tirarmi calci ed anche i capelli, mentre Piero si dileguò, il vigliacco.
LE LEGNATE DI MIO PADRE
Per il dispiacere mi ubriacai di brutto, fu la mia prima ed ultima esperienza in fatto di perdita di conoscenza attraverso l’alcool. Pagai caro quel gesto, sia con mio padre che me le diede di santa ragione, sia con il fidanzato, che sciolse il legame già precario, definitivamente.
DICEVANO I MASCULIDDI…
Ritornando al fatto del “bella dentro”, la cosa mi fa solo ridere perché ripenso alla mia gioventù ricordando una mia compagna brutta e sfigata, per alleviarle il senso di solitudine e disprezzo che aveva per sé stessa, le altre compagne, ma soprattutto i compagni masculiddi le dicevano “Rita non te la prendere, tu sei bella dentro”. Il fatto mi faceva ridere perché era come se tutti le avessero fatto una radiografia, ma il fatto bello era che lei sorrideva, felice, come se le avessero detto “Rita si un pezzu ri sticchiu”.
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