E’ un uomo fuori dal tempo. Forse più corretto dire un uomo che non conosce il tempo inteso come il veloce procedere dei giorni. Una filosofia non si sa quanto dovuta all’indole o piuttosto alla quantità ancora elevata di progetti da mettere in cantiere. Tanti e abbastanza complessi, specie in una terra come la Sicilia dove domina l’andamento lento. Cosa che, peraltro, non riesce a calargli. Del resto Tommaso Dragotto con i suoi tanti decenni ha maturato esperienze di ogni genere, sul piano umano e imprenditoriale. Ama Palermo ma di un amore sano che gli consente di non ignorarne difetti e storture. La ama e la tiene dentro come il primo amore che resta immutato nei ricordi e nelle sembianze belle dei giorni migliori. Ma proprio per questo ne nota con interiore disappunto le odierne rughe che nessun lifting  potrà  mai nascondere.

IL TEMPO E I SOGNI

Sbaglia chi crede che questo distinto signore, a cui non fa difetto una notevole autostima, abbia soltanto il vestito da imprenditore. Se si ha l’opportunità di conoscerlo fuori dagli stretti schemi di una semplice intervista, si possono cogliere aspetti che altrimenti faticherebbero a venire fuori. Persino quella burbera franchezza che non è spocchia e nemmeno la consapevolezza di poter dire scomode verità con l’attenuante dell’età ha un suo perché. Primo perché le argomentazioni sono ferree e poi perché nel suo caso la carta d’identità è davvero uno scherzo della natura. Per dire – e senza bisogno di ulteriori approfondimenti – pur avendo il sottoscritto un paio di decenni di meno, il tipo di discussione che si è instaurato è stato da coetanei. A partire proprio dai sogni, che non conoscono limiti di tempo.

“MAI ESSERE AL TOP”

“Chi non sogna non ha futuro – sentenzia Dragotto – non ci si può fermare al presente, anche se esso è migliore di qualsiasi più rosea previsione. L’uomo non sempre lo percepisce, ma il suo destino è non arrivare mai al top, perché dopo non si può fare altro che scendere. Si potrà essere soddisfatti quanto si vuole, ma si scende”. Motivo per cui non ha mai pensato di godersi la sua meritata pensione (“2.800 euro al mese, ho versato un miliardo di contributi, o me lo restituivano o mi davano la pensione…”) e anzi ha rilanciato, nonostante vicissitudini personali che lo avrebbero autorizzato a sedersi sulla sponda del fiume con la canna da pesca in mano. E invece è cominciata una prepotente ascesa in cui Dragotto ci ha messo la faccia e non solo in senso metaforico.

FASCINO DA CONQUISTADOR

Rughe e sorriso. E quel fascino latino da conquistador a troneggiare sui poster 6×3 che hanno invaso (e continuano a farlo) le postazioni pubblicitarie di strade e aeroporti. E così le sue macchine a noleggio hanno conquistato l’Italia intera. Certo, non è stata una passeggiata, ma dalle possibili ceneri è davvero nato un impero. Possiamo dire che Sicily by Car sia l’unico marchio di Palermo che compete alla pari con colossi internazionali. E vince, perché il signor Tommaso se c’è una cosa che non tollera è non provare a primeggiare, oltre ad assecondare o mediare. Motivo per cui  tutte le sue corse sono in solitario.

LA CESSIONE DEL 40%

“A me piace sedermi e comandare, ecco perché non riesco a fare società con altri. Adesso, per esempio, cederò una parte della mia azienda, il 40% e non di più perché al comando resto io”. Detta così sembra quasi una bazzecola quando invece si tratta di un passaggio epocale. Una confidenza che non crea imbarazzo perché subito arriva l’inevitabile battuta. “Posto che camperò altri 50 anni e che poi chiederò al padreterno un contratto a chilometraggio illimitato…”

NUOVO SBARCO IN EUROPA

Un gergo che tradisce la totale dedizione al lavoro e quanto deve costargli questo passaggio della sua vita. Intanto prepara la sua espansione europea in luoghi che hanno scoperto una recente vocazione turistica quali la Croazia, il Montenegro, la Polonia e la Romania. E azzarda la scommessa del noleggio dell’auto elettrica, la nuova frontiera sul fronte del consumo sostenibile. Nonostante, proprio a Palermo, gli ostacoli non manchino. Per esempio, zero centraline di ricarica, cosa che gli fa girare i cabbasisi non poco.

I PIACERI DELLA VITA

Sbaglia, tuttavia, chi crede che quest’uomo che sembra nato in giacca e cravatta tale è la disinvoltura nel portarla anche dopo 10 ore di lavoro quotidiano, abbia in testa solo macchine e lavoro. “Io cerco ancora i piaceri della vita, come ho sempre fatto. Non sono un imprenditore casa e ufficio”.

LA PINACOTECA

Per sua fortuna le passioni non gli mancano. L’arte è uno straordinario strumento di compensazione, linfa vitale per dare ristoro ad un’anima inquieta. I quadri una scoperta non recente, chi conosce i suoi spazi magnifica, infatti, la collezione privata costruita nel tempo che vanta diversi capolavori dell’800 siciliano. Adesso i quadri riempiono le caselle di un sogno che sta per realizzarsi: la creazione di un museo, una vera e propria pinacoteca.

LA DONNA E’ UN’OPERA D’ARTE

“Io amo i quadri come le donne. Da ragazzo ero proprio un bel ragazzo, uno tra i pochi con la fossetta naturale come Kirk Douglas. Mi facevo guardare, lo posso dire? Per me stare con una donna è sempre stato condivisione, possederne la cultura, l’eleganza, la raffinatezza. La donna, per me è un’opera d’arte. Come un quadro d’autore, unico e irripetibile”.

LA FONDAZIONE E VILLA LAMPEDUSA

Questa passione per l’arte oggi è canalizzata in un più ampio progetto che è la Fondazione Dragotto, già operativa e autentico motore di tutte le idee che via via prendono forma. La Fondazione acquisirà Villa Lampedusa per farne il suo centro operativo e la sede di una scuola manageriale e politica. Parola, quest’ultima, che incarna un altro suo pallino.

PRONTO A METTERCI I SOLDI

Non è un segreto che dell’Orlando di oggi non sia un estimatore, si sente tradito da un sindaco che ha anche agevolato nella sua ultima riconferma. E che sembra non abbia mantenuto le promesse. E così il vecchio Drago se l’è legata al dito e non gliene perdona una. L’analisi che fa della sua Palermo è impietosa (“non funziona niente”). “C’è bisogno di uno scatto in avanti e per questo sono pronto a dare una mano a chi volesse affrontare con serietà il futuro di Palermo. E sono pronto anche a metterci i miei soldi. Ma non parlatemi dei soliti noti che già fanno circolare i loro nomi”.

MIRRI E IL PALERMO

A dare una mano ci aveva provato anche con il Palermo, questa estate. “Non mi hanno voluto dare ascolto. Avevo un progetto con sponde nazionali, hanno preferito altri percorsi, hanno preferito Mirri. Non dico altro. Se farà bene sarò il primo ad esserne felice, ma a occhio e croce non mi sembra un progetto di ampio respiro”.

VOLARE SICILIANO

Di Crispino e della sua idea di un vettore aereo siciliano? “Interessante l’idea, ma i soldi dove sono? Non bastano un paio di aerei per realizzare un progetto che ritengo intelligente”. Lei non ha intenzione di aggregarsi? “Come le ho detto, dove mi siedo voglio comandare. Non credo di essere il partner ideale per quella compagnia”.

GUASCONE E SEDUTTORE

Calici vuoti e tempo scaduto. Del resto mi rendo conto di avere materiale sufficiente per scrivere una biografia più che un profilo. E di essere un pò sorpreso, abituato come sono a dovere interpretare e non solo ascoltare. Questo vecchio Drago -pardon, non in senso anagrafico, s’intende – mi ha stracciato in faccia convinzioni e pregiudizi generati nel tempo da quel sorriso guascone e seduttore. E’ già tanto che sia tornato a casa con la mia vettura e non con una sua…

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